È tardi, sono le 11.30 di sera e sono qui a battere i tasti del mio pc mentre aspetto la fine cottura delle mie pastiere, ora in forno.
La giornata è stata lunga, ho lavorato fino alle cinque, poi di corsa a fare la spesa, cena e preparazione del dolce per eccellenza, che non può mancare mai nel giorno di Pasqua, sulle tavole dei campani. Devo dire che, sempre più spesso, vengo a conoscenza che molti anche qui in Lombardia, la preparano o la comprano, per mangiarla poi, nel giorno della Festa.
È diventata tradizione di tutti gli italiani, e la cosa non può che farmi piacere.
Il profumo della Pastiera, per me vuole dire casa, famiglia, amore e soprattutto Resurrezione.
Un dolce importante, per prepararlo ci vuole molta cura e molta pazienza. Tanto tempo e tantissimo amore.
Di base gli ingredienti sono quelli cari alla migliore tradizione dolciaria. Ma ci sono degli elementi che la rafforzano e la rendono unica. Il grano in primis.
Il grano simbolo della nostra terra, delle nostre tradizioni contadine, rappresenta la forza e la costanza della gente italiana. Bagnato nel latte. Vegetale e animale che si fondono.
E poi la farina, la ricotta, le uova. Le basi. Simbolo di ricchezza, abbondanza e fertilità.
Il profumo degli agrumi (limoni e arance) che è quello della Campania e del sud in generale.
Ognuno poi, seguendo la cultura familiare, aggiunge gli aromi che preferisce, così diventa ricca, profumata e rimembranza di tempi antichi, di comunione.
Perché la Pastiera è famiglia, è casa. È attesa.
L'attesa che viene ricompensata prima con il profumo delicato che si diffonde per tutta la casa, peccato che in questo momento non possiate sentirne l'odore.
E poi dal gusto, quando perfettamente cotta e a temperatura ambiente(mai fredda la pastiera), arriverà a coronare con il suo sapore perfetto, la giornata dedicata alla famiglia.
Intanto penso alle mille difficoltà quotidiane, ai problemi che non ci risparmiano mai, alla stanchezza che si accumula attorno alle spalle che si fanno più chine ogni giorno che passa.
Ma nel momento in cui preparo un dolce o una pietanza, quella fatica non la sento. Non la ricordo, sono impegnata a preparare un momento di felicità.
Doso, impasto e assaporo. Ho sempre un sorriso leggero sulle labbra. Perché quando faccio qualcosa sapendo che altri ne saranno felici, sono felice.
E dimentico tutto, i passi incerti degli ultimi giorni, quelle nuvole che si sono affacciate all'improvviso e che non so come scacciar via.
Non ho altro che le mie spalle da tirare su ed andare avanti.
Per qualche giorno però, sarò leggera, quasi ballando sulle punte e mi distrarrò mentre cucino, canticchiando.
Vi auguro leggerezza, dolcezza e amore da assaporare con lentezza.
Ci risentiamo tra qualche giorno cari amici miei,
BUONA PASQUA.
 |
IL RISULTATO FINALE |