20 ottobre 2019

I VINILI DELLA DOMENICA : THE JOSHUA TREE - U2



Questo è un post lungo.


Tutto cominciò nel lontano 1976, con Larry (Mullen Jr.)  e il suo annuncio sulla bacheca della scuola a Dublino: cercava dei musicisti per formare un complesso rock. Risposero Adam Clayton, David Howell Evans(The Edge), suo fratello Dick Evans e Paul David Hewson (Bono Vox). Il fratello di The Edge, uscirà dalla formazione un anno dopo. Rimasero in quattro.
Il primo nome del gruppo è Feedback. Un anno dopo lo cambiano e prendono quello di The Hyde. Ma anche questo nome non li soddisfa appieno. Ci sono due versioni per il nome definitivo: la prima ci riconduce al cantante dei Radiators from Space, Steve Averill, il quale suggerisce il nome del celebre aereo spia americano che fu abbattuto mentre era in missione segreta in Unione Sovietica; la seconda al nome dalla linea metropolitana di Berlino: la U2.
Io propendo per la seconda versione, visto l'insana passione per la città che poi li vide rinascere dalle loro ceneri, Berlino appunto.
Dal 1976 ad oggi hanno venduto 170 milioni di dischi, vinto non so quanti Grammy Awards e Golden Globe, varie nomination allo "zio Oscar". Si dice, voci di corridoio eh,  siano tra i  più grandi gruppi rock in attività  al mondo. Ma saranno illazioni...
Non è la prima volta che ve ne parlo, dalle mie etichette sembra che vi abbia già stressato ben 13 volte, questa sarà la 14ma.

Ritornando alla rubrica della domenica, voglio parlarvi del loro quinto album,  un capolavoro, così come viene riconosciuto all'unanimità: THE JOSHUA TREE.  
Il titolo fu definito da Bono "una vera e propria opera d'arte visto che suonava così bene". 
Se lo dice lui...
Le influenze blues, country e gospel lo attraversano tutto.  Verrà registrato nella maggior parte a Memphis, patria di Elvis Presley, dopo una fase iniziale a Dublino, in una casa  in stile georgiano che poi fu acquistata da Adam.


Dalle foto che vedete, si capisce come io abbia consumato il DISCO a forza di ascoltarlo. Con il senno di poi, posso confessarvi che non è il mio preferito. Sicuramente ha fatto conoscere la musica della band irlandese in tutto il mondo piazzandoli saldamente nell'olimpo del ROCK. No, dai scherzo ...


E' un album che raccoglie un quantitativo  notevole di simbolismi a partire dall'albero della copertina, che non è quello  fotografato da milioni di persone nel deserto californiano, all'interno del Joshua National Park,  bensì una Jucca Brevifolia vista nella Death Valley. Ora giace esanime a terra,distrutto  dai vandali, esattamente nel punto in cui si stagliava nello scatto fotografico di Anton Corbin.
Altro simbolismo ricorrente  sarà il ricordo dei conflitti interni dei paesi americani  che avevano visitato in precedenza, traendone ispirazione, come San Salvador e Nicaragua. I soprusi subiti da quelle popolazioni sono ben accentuati in Bullet the Blue Sky e Mothers of Disappeared. Il sociale e l'impegno civile, mischiato al disgusto per la politica americana, è molto presente in questo lavoro, come in tutti i lavori degli U2, Bono ha sempre posto l'accento, grazie alla grande capacità di trasformare il suo pensiero in parole di denuncia forti e importanti, sui deliri del mondo contemporaneo e su tutte le sue contraddizioni. Del resto, lui, è un poeta, che si tratti di ingiustizie sociali o di amore. Diciamo più sincero allora, privo dell'ipocrisia di cui si è ammantato poi, negli ultimi anni da rock star.
Si parla di droga in Running to Stand Hill e della precaria situazione del lavoro in miniera, in Red Hill Mining Town.Ricorderanno un caro amico morto in un incidente in moto a Dublino, Greg Carrol, nella canzone One Tree Hill.
Fino ad arrivare alle sonorità gospel-rock che si sentono in una delle mie preferite: I Still Haven't Found What I'm Looking For. Il titolo se lo inventò di sana pianta The Edge, assieme ad una parte del testo mentre Bono creò la base musicale e completò le parole. Ma la versione migliore del brano si può ascoltare in Rattle and Hum, album successivo molto controverso,  accompagnata da un coro gospel da brividi. Vale la pena anche di vedere il video, in bianco e nero, girato in una chiesa ad Harlem.
Le influenze americane si fanno sentire forte e chiaro in un altro brano: Trip Through Your Wires.
Tutto l'album venne realizzato non senza superare diversi ostacoli, come quando Brian Eno (uno dei due produttori assieme a Daniel Lanois)  minacciò di scartare una delle canzoni più belle, Where The Street Have no Name, perché le molteplici demo rimanevano incompiute a causa delle difficoltà di registrazione. Dallo stesso album fu eliminato un altro pezzo, The Sweetest Thing, che Bono scrisse dedicandolo alla moglie, per ringraziarla di tutta la pazienza avuta nell'aspettarlo durante le sue lunghe assenze. La bellissima canzone fu pubblicata dieci anni dopo, con un video in cui l'amore di Bono per Ali è evidentissimo. Altro esempio è il brano che Bono dichiarò nato per narrare della sua Irlanda e che invece  fu dedicato agli Stati Uniti d'America: In God's Country. Fu ripubblicato in Ruttle and Hum, con un testo modificato.

E arriviamo a  With or Without You. La canzone d'amore perfetta, che al primo ascolto provoca emozioni fortissime. Eppure non è una canzonetta banale di quelle che Bono detesta: ai successivi ascolti ci si accorge che è un brano che provoca ansia pura innalzata all'ennesima potenza, grazie ai due temi principali, la resa e l'abbandono. Alcuni dicono si tratti di qualcosa di più puro, un inno alla religione, vista la fissazione di Bono Vox, lui riteneva fosse quasi più adatta ad una chiesa che ad ascoltarla alla radio, fu una vera è propria sfida farla uscire come singolo. È un brano che arriva fino alla fine del mondo. Ah, no, quella è un'altra delle loro...

Il finale forse, è la parte migliore, i puristi del rock saranno d'accordo con me: con Exit  e Mothers Of The Disappeared (già citata). La prima, in particolare, dal punto di vista musicale era quanto di più lontano da quel che avevano fatto gli U2 fino a quel momento. Un pezzo sporco, arrabbiato, ripetitivo e rumoroso. Bisognava trovare il modo per evocare la malvagità, lo stato mentale di qualcuno spinto da potenti impulsi, sull'orlo della disperazione. Questo riesce loro perfettamente grazie alla possente batteria di Larry e al suono melmoso del basso di Adam. L'obiettivo di Exit era raggiunto. Quasi un esorcismo, un modo per scacciare i loro demoni.


Sicuramente,  l'album segna il punto più alto della loro storia artistica e musicale, quasi eguagliato da ACTUNG BABY. Che mi piaccia più il secondo è un dato certo. Ma è una storia che vi ho già raccontato.





THE JOSHUA TREE:
pubblicato il 9 marzo del 1987 al 27°mo posto nella lista dei 500 migliori album del mondo, pubblicata da Rolling Stone.

SIDE ONE
1) Where The Streets Have No Name
2) I Still Haven't Found What I'M Looking For
3) With Or Without You
4) Bullet The Blue Sky
5) Running To Stand Still

SIDE TWO
1) Red Hill Mining Town
2) In God's Country
3) Trip Through Your Wires
4) One Tree Hill
5) Exit
6) Mothers Of The Disappeared.











Fonti: Wikipedia, The Rolling Stone, Rockrol, U2 dentro al cuore.

25 commenti:

  1. Che albumone che hai pescato e mi sembra proprio lo spartiacque tra una certa "naturalità" e lo stile successivo, forse un po' troppo artefatto, anche se Achtung Baby è bellissimo. E in tempi recenti io devo aver consumato il cd ascoltando in loop "in a little while"!
    Che tristezza la storia della yucca distrutta dai vandali. Gente pessima.

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    1. Man mano nel tempo, hanno perso la grinta che contraddistingueva i loro primi album. Quel "nero" che deviava verso il punk rock iniziale.
      E sono diventati più "commerciali", aggettivo che i fan delusi utilizzano per sminuire tutto quel che di buono hanno fatto successivamente a The Joshua Tree. Io personalmente, preferisco le atmosfere intimistiche, personali ed emozionali di Achtung Baby. Ma non si può negare che questo album sia un vero e proprio capolavoro. "In a little while" lo ho ascoltato anche io decine e decine di volte, struggente. Album complicato e bellissimo anche "All that you can leave behind".
      Cretini e vandali, sì.
      Un abbraccio e buona domenica!

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  2. Cara Mariella, un post molto lungo che ci vuole molto tempo, ma alla fine scopri che èmolto bello.
    Ciao e buona domenica,con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ed è il motivo per cui, caro Tomaso, ho specificato che era un post più lungo del solito. Quando si tratta di parlare del mio gruppo rock preferito, di solito mi dilungo abbastanza. Incrocio le dita sperando di non annoiarvi, cosa piuttosto naturale almeno per chi ha altri interessi.
      Grazie per avere avuto la pazienza di leggerlo e di scoprirlo bello.
      Buona domenica e un abbraccio a te e Danila.

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  3. Mi hanno colpito varie cose:
    l'albero ora caduto. Ma la gente perché fotografa un albero da tutt'altra parte?
    ipocrisia: perché dici che ora Bono non è più sincero?
    il nome della band: credevo fosse you too (anche tu).

    Moz-

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    1. Se il mio post ti ha incuriosito vuol dire che non ti ha annoiato!
      Vediamo di rispondere alle tue domande:
      1)L'albero è molto comune nel deserto californiano e i fan degli U2 si riversano nel parco che nacque qualche anno dopo, in onore degli U2, il Joshua Tree National Park. Ci fanno anche un festival rock molto famoso. Quando loro visitarono la California, anni prima, l'albero di yucca che li ispirò e poi fu fotografato nella copertina, era a qualche centinaio di chilometri da lì.
      2)Perché come tutti i grandi artisti dall'enorme successo è diventato abbastanza paraculo. Predica sempre benissimo, ma razzola male ahahah
      3) Beh, una traduzione dall'inglese all'italiano che mi pare perfetta :-))))

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    2. Ok, credevo che molti pensavano che l'albero fosse quello ancora in piedi, e ritenendolo quello del disco, lo fotografano! 😂
      Ci sta che col successo si diventi paraculo ahaha!
      Ma quindi è you too? Non ti seguo! 🤔

      Assolutamente non annoiato! 💪

      Moz-

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    3. No, non è you too (poi mi dirai perché ne eri convinto...)ma come dicevo le versioni ufficiali sono le due di cui ho scritto.

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    4. PS: a proposito dell'albero, qualche anno fa, una coppia di turisti morì mentre lo cercava...

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    5. Boh, perché spesso la gente scrive U per you, e 2 per too.
      Quindi ho sempre pensato che fosse un modo "slanghistico" per dire you too.
      Assurdo... morti di cosa?

      Moz-

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    6. Sono andata a ripescare la notizia che avevo letto tempo fa: morti d'infarto mentre cercavano il "celebre albero".
      Assurdo sì.

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  4. Con questo post mi hai dato la possibilità di conoscere un album che non avevo mai ascoltato. Condivido il tuo pensiero su Bono, ma non è solo lui ad essere un gran paraculo, è in buona compagnia.
    Buona domenica.

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    1. Mi sorprendo sempre quando incontro qualcuno che non conosce questo album...
      Tutti i grandi (musica e altro) a quel livello di celebrità sono dei gran paraculi ahahah
      Una buona domenica a te.

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  5. Con questo tuo post ,hai ulteriormente aggiunto valore al loro gia' grande carriera , complimenti cara Mariella.

    Buona Domenica pomeriggio un abbraccio.
    Rosy

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    1. Infatti, se Bono non posta un commento anche breve, sarà la volta che mi inc.... davvero :-)
      Grazie di cuore Rosy, buona domenica a te.

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  6. Cavolo Mari, ho già dimenticato tutti i nomi. Per fortuna mi ricordo Bono...Ahahahah...
    Comunque "With or Without you" è fantastica, punto.
    Tutto molto interessante. Devo ammettere che ultimamente non li ho seguiti più tanto ma da quel che ho capito non mi son persa nulla.
    Bacio e buon Domenica sera. Ciao!

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    1. Del gruppo dici? Per forza, non sono per nulla semplici, meno male che ci aiutano i soprannomi!
      Diciamo che, negli ultimi 30 anni, ci sono stati alti e bassi nella loro discografia. Alcuni album davvero dimenticabili.
      L'ultimo invece, segna una nuova svolta e vale la pena di essere ascoltato e bene.
      Buona settimana a te!

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  7. Anch'io adoro di più Achtung Baby ma questo lavoro di cui scrivi oggi è cmq un capolavoro. Concordo con te che I still haven't found what I'm looking for sia da ascoltare nella versione realizzata in Rattle and Hum. Anch'io come Moz pensavo che U2 fosse you too ed invece è la linea della metro di Berlino. Post lungo ma che si legge tutto d'un fiato.

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    1. Acthung Baby tocca le corde più profonde di chi lo ascolta ed è in grado di riconoscere l'unico filo conduttore, non mi stupisce che ti sia piaciuto di più.
      Mi fa piacere avervi tolto il dubbio sulle origini del nome del gruppo.
      Grazie per avere apprezzato il post. Dietro c'è un lungo lavoro di ricerca, non è improvvisato e anche se viene meno commentato, non ho dubbi di essere sulla via giusta a proposito della musica e di quello di cui voglio continuare a scrivere sul mio blog.
      Buona settimana.

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  8. Credo sia stato l'album degli U2 che io abbia più amato probabilmente perché ha rappresentato una loro definitiva maturazione.I pezzi presenti poi erano tutti l'uno migliore dell'altro.

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    1. Sicuramente rappresenta il punto più alto del ciclo anni '80. Probabilmente molti fan si risentirono del cambiamento radicale, da alcuni definito "troppo commerciale" degli album successivi, a partire da Acthung Baby. Vero è che, dopo gli anni '90, non sono più riusciti a toccare quelle vette artistiche e geniali.
      Abbraccio Nick.

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  9. L’ho preso un mese fa’ al supermercato.
    In cd originale rimasterizzato a 4,99 €
    Adesso sei mio , ho detto!
    Diciamo che se li vale tutti quegli euro 😀
    L’ho ascoltato per la prima volta ( conoscevo solo i singoli estratti) la migliore è Red Hill..bellissima.
    Ok per With or Without you...ma per il resto passo.
    Gli U2 che mi piacciono sono quelli di Sunday bloody sunday e di One.
    Magari se al supermercato mi trovassi Acthung baby a 5 € ci farei pure un altro pensierino.
    Che dirti Mariella io non ho mai amato la musica di artisti troppo “impegnati”...son stato sempre tanto frivolo nei gusti musicali.
    Pure crescendo non son migliorato.
    Si ascolto un po’ di tutto ma non è che abbia grossi rimpianti di quello che non ascoltavo allora.
    Poi se sti qua fan musica che mi da la noia ..che posso farci.
    Nel 1987 avevo sicuramente il nuovo disco di Madonna anche se adesso a mente fredda non ricordo il titolo , forse Like a prayer mah?
    Ecco allora mi piaceva di più veder la rivoluzione sessuale di Miss Ciccone che ascoltare i sermoni di Bono.
    Ciao

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    1. uhm, non so se picchiarti dopo avere letto che il cd vale tutta la "cifra" che hai speso o ignorare questa provocazione...
      Fammi capire, ti piacciono gli U2 della prima ora, quelli di "War"per intenderci e quelli della rinascita "Achtung Baby". Un bel miscuglio direi o forse solo alcune canzoni... a me i "sermoni" di Bono piacevano, quando erano sinceri.
      Sei molto più pop ma questo l'ho sempre pensato.
      Per quel che riguarda la signora Madonna Veronica Ciccone, ti stai riferendo a True Blue. L'unico album che ho mai comprato della pop star americana e pure il mio preferito.

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  10. Mi piacciono gli U2 delle canzoni giuste.
    Di certi artisti mi colpivano i singoli ma non abbastanza da convincermi ad ascoltare l’intero LP.
    Si son più pop che rock.
    Non ho manco un disco di Vasco.
    Però conosco quasi tutte le sue canzoni .
    Poi mi piacciono di più le donne...che devo farci?
    La musica per me è femmina.
    Si True Blue...bellissimo!
    Uno dei migliori di Madonna , per me il suo più completo è Ray of light.
    Poi son gusti.
    Se dedicherai un post a True Blue , sarò il primo a commentare.

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  11. Articolo dettagliato e strutturalmente molto simile al mio. Ottimo lavoro anche nella breve ricostruzione storica della band. Sicuramente un album d'altri tempi che ha scritto pagine importanti di musica. Rock o pop? Gli U2 si possono reputare ambo le cose, anche se il loro rock è sempre stato più leggero e meno tecnico degli altri, quindi per questo sfociano in qualcosa che si avvicina più al pop. Sono una via di mezzo secondo me, senza dimenticare che Edge non è poi così mostruoso e inventivo negli assoli

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)