17 ottobre 2020

SABATO DI POESIA: L'ISOLA DI ARTURO DI ELSA MORANTE






Quella che tu credevi un piccolo punto della terra,
fu tutto.

E non sarà mai rubato quest'unico tesoro
ai tuoi gelosi occhi dormienti.
Il tuo primo amore non sarà mai violato.

Virginea s'è rinchiusa nella notte
come una zingarella nel suo scialle nero.
Stella sospesa nel cielo boreale
eterna: non la tocca nessuna invidia.

Giovinetti amici,più belli d'Alessandro e D'Euridice
per sempre belli, difendo il sonno del mio ragazzo.
L'insegna paurosa non varcherà mai la soglia 
di quella isolotta celeste.

E tu non saprai la legge
ch'io, come tanti, imparo.
 e a me ha spezzato il cuore.

fuori del limbo non v'è eliso.

(L'isola di Arturo - 1956 - Alibi - 1958)


Note bibliografiche


Elsa Morante nacque a Roma nel 1912 e ivi morì nel 1985. 
È sicuramente tra le più grandi scrittrici italiane e mondiali del dopoguerra. Ma fu anche saggista, poetessa e traduttrice.  La prima donna a vincere il Premio Strega nel 1957 con il romanzo L'isola di Arturo di cui la poesia nel post è l'incipit. Niente meglio dei suoi scritti la raccontano, tratteggiano la donna, la sua musica interiore, il suo respiro libero, quasi animalesco. Se non l'avete mai letta è arrivato il momento, partite dal suo capolavoro, da ARTURO. Sempre proiettata verso il futuro e la conoscenza.  L'idea che il destino, pur pronto a travolgerla, riesca a sorprenderla facendola tornare quella ragazza sognatrice che era e che forse sarà per sempre, me la fece diventare cara, fin da subito. Una delle mie scrittrici preferite, che ritrovo anche nelle bellissime e magiche poesie della raccolta Album, pubblicata nel 1958.E voi, ce l'avete un isola a cui tornare?


17 commenti:

  1. Libro incredibile e isola - Procida - che adoro come poche altre.. ;)

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  2. ...anche se poi, la mia "isola" rimane Ponza.. ma sono diventato, col tempo, un cultore di isole... minime soprattutto, dove sentirsi davvero isolati, e dove ritrovare se stessi.. una sorta di protolockdown, che in troppi faticano a digerire, perché cercano luce da fuori, mentre la luce, sbuca da dentro. ;)

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    1. E pensa che io non isole fisiche del cuore, a parte Manhattan. Preferisco di gran lunga i borghi, alcune città che mi somigliano. Se però devo inoltrarmi nel simbolico, in quel posto fisso a cui da sempre brama di tornare la "piccola mari", ecco quello è casa e famiglia.

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  3. Io non saprei...
    Forse nessuna isola per davvero.
    Una poesia particolare che sembra non abbia collegamento la parte finale con l'iniziale. Ma sono io che probabilmente non comprendo. Ciao Mari.

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    1. Il collegamento è giusto quello tra la prima riga e l'ultima.
      L'isola è il centro, il fulcro del nostro divenire, il punto di partenza, il luogo da cui vogliamo spiccare il volo. Certi, lontano da lì, ci sia tutto quel che desideriamo.
      Ma quando siamo via dalla "terra di mezzo" è allora che ci accorgiamo che il paradiso non esiste. E che avevamo tutto nella nostra isola.
      BACIO.

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  4. Lessi L'isola di Arturo ai tempi universitari, forse "troppo in fretta" perchè faceva parte del programma di un esame; devo rileggerlo per gustarmelo davvero!!
    Grazie per aver riportato questa poesia, così emozionante.

    Buon fine settimana!!!

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  5. La mia mamma più volte nel tempo in cui ero ragazza mi ha nominato questo libro dicendo di averlo molto amato. Stranamente io non l'ho mai letto, nonostante poi ho quasi sempre seguito i suoi consigli a quell'epoca e infatti da adolescente ho letto e amato a mia volta un bel po' di libri di grandi scrittori italiani che lei adorava, quali Ignazio Silone o Giovanni Arpino.
    Adesso ritrovare qui da te questa citazione così bella mi fa venire voglia di farla quella lettura rimandata da una trentina di anni oramai.
    Io proprio da quando ero adolescente e poi ancora oggi se devo pensare ad una MIA isola intesa nel senso fisico non posso che dire San Benedetto del Tronto (che poi non è un'isola... lo so). Se poi voglio intendere in senso simbolico mi ritrovo nelle tue parole date in risposta a Franco: la mia isola è casa, è famiglia, dove sono le mie radici salde.
    Bacio grande.

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    1. La tua mamma, conoscendo la figlia, sapeva che avresti amato il libro. Anche io te lo consiglio, leggilo e parlane da te.
      Ti invito a conoscere Arturo e la sua isola, i suoi desideri, la sua speranza, le sue delusioni. La sua crescita. Hai una figlia adolescente, penso potresti trovare parole necessarie a capire quelle zone d'ombra tipiche di un'età cosi complicata ma in grado di trasformare ogni cosa.
      Riconosco che la tua idea di isola somigli alla mia, ma non potrebbe essere diverso amica mia.
      Ti abbraccio, buona domenica.

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  6. Lessi prima " La storia " di Elsa Morante perchè mi interessava molto l'argomento, ne rimasi entusiasta, quindi lessi- "L ìsola di Arturo", senza dubbio due capisaldi della letteratura italiana. 'Arturo' mi emozionò meno, forse perchè mi sento una cittadina del mondo , senza particolari radici con luoghi particolari. Com mio fagottino di esperienze e di amore , sarei potuta vivere ovunque (o quasi :).
    Ciao dolce 'campana'














    Ciao

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    1. La Storia, a differenza di Arturo, mi creò un senso d'angoscia tale, che non ho mai voluto rileggerlo. Ma forse ora, con la maturità riuscirei a meditare in modo diverso sulla vita di Ida e di Useppe. Grazie per averne parlato, lo inserisco nella mia wish list.
      Buona domenica Cri.

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  7. Che ricordi hai scoperchiato! Lessi e amai quel libro ai tempi del liceo. E le parole di quella poesia le ho sentite riecheggiare nella mia testa dopo il primo rigo, come una voce nota che arriva da lontano. Ricordo che l'avevo copiata sul diario scolastico e anche a me, come a Maris, faceva pensare a un luogo del cuore, al paesino dove trascorrevo e trascorro l'estate.

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    1. Sai che è uno di quei libri che rileggo metodicamente e ogni volta noto una sfumatura che non ricordavo?
      Mi hai fatto venire un'idea di cui parleremo a tempo debito. I luoghi del cuore sono parte di noi, che siano fisici o mentali, che ci regalino emozioni di pancia o di cuore. Però mi hai incuriosito e dato che conosco un po' la tua terra, mi dici qual è il paesino di cui parli? Se ti va naturalmente...
      Buona domenica!

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    2. Ti lascio un indizio...guarda il tacco...

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)