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13 novembre 2023

[CINEMA] "C'è ancora domani" per Delia e per noi






Io vi avverto, non sarà una recensione cinematografica anche se si parte proprio da lì, dal film di Paola Cortellesi che ha sbancato i botteghini superando negli incassi tutti gli altri film del momento e probabilmente anche il film Barbie. Sembrano  quanto mai lontane  le due pellicole o forse no. Io ci ho trovato un parallelismo che mi ha sorpreso.

Scrivo queste righe sull'onda dell'emozione che mi ha procurato la visione del film. Sono appena tornata a casa e batto velocemente sui tasti del mio mac. Non avrei mai pensato che sarei uscita dal cinema con il cuore in subbuglio e parole straripanti. 

Le parole. Quelle che le donne di allora dovevano tenere a freno. La bocca chiusa e e la  testa china.  E poi badare ai figli, ai mariti, ai genitori ormai anziani. Lavorando come si poteva, venendo pagate sempre meno degli uomini, per la sola ragione che, erano donne. Pronte alle botte, che arrivavano al mattino appena sveglie, schiaffi presi solo per tenere bene a mente che dovevano stare al loro posto. Un passo indietro, silenziose. In piedi perfino a tavola, mentre tutto il resto della famiglia mangiava. 

Quelle donne che, come Delia, la protagonista del film, accettavano ogni cosa, pronte ad umiliarsi per il bene della famiglia, per le loro figlie. Quelle donne che, con il loro silenzio, spiegarono alle generazioni successive, che il mondo bisognava prenderselo. Con il coraggio del silenzio, con la determinazione, con il loro esempio. Perché il semplice gesto di andare a votare per scegliere la democrazia, fu  un'incredibile rivoluzione. Un diritto che si presero  e che hanno regalato alle donne del futuro. 

A quelle che dopo di loro e grazie a loro, hanno potuto studiare, hanno scelto di vivere la vita come desideravano. Hanno ottenuto gli stessi diritti degli uomini, gli stessi salari, lo stesso peso.

Ah, dite che non è così, mi sto sbagliando? Che ci sono ancora troppe donne maltrattate, violentate, ricattate, lasciate in un angolo, figlie di un dio minore? Senza istruzione, senza diritti, senza peso? Che non si sentono abbastanza?

Sono passati quasi ottant'anni e quell'esempio non è servito? Allora sì, sono necessari film come quello meraviglioso che ho appena visto al profumo di oscar, diretto da una donna con gli  occhi colmi di coraggio, che ti lascia squassata per la sua bravura, davanti e dietro la cinepresa. Ci ricorda che nulla è perduto e ci sarà tanto da lottare, la strada da percorrere assieme e dico assieme, è ancora in salita ma abbiamo testa e cuore per poterlo fare. 

C'è ancora domani per Delia  e per noi.



PS: andate a vedere il film e alla fine non abbiate timore di applaudire forte più che mai.




06 giugno 2021

[EVERYDAY IS THE RIGHT DAY] DA UN'IDEA DI DANIELE VERZETTI: STORIA DI REGINA


LaRepubblica.it


"Mi chiamo Regina e domani mi sposo. Ho 36 anni e sono arrivata in Italia 25 anni fa su un "barcone" di migranti provenienti  dalla Nigeria, il  mio paese di origine. Ero poco più di una bambina, sola e sperduta alla ricerca di un posto dove vivere e nella speranza di realizzare i miei sogni. Avevo subito atti di inenarrabile violenza praticati con estrema facilità  in un paese dove le donne,  fin da bambine, sono continuamente vessate e abusate. All'arrivo in Italia fui portata in una struttura protetta  ad Ascoli Satriano. E lì, conobbi l'ispettore Antonio D'Amore, che si occupava del recupero dei minori. Antonio e la sua famiglia si sono presi cura di me fin da subito. Sono stata accolta come una figlia  e  amata. Loro sono diventati la mia famiglia Italiana. Hanno saputo sostenermi, mi hanno colmato di affetto e premure. Grazie a loro ho buttato giù il muro che mi ero costruita per proteggermi dal dolore e dalla sofferenza.  Sono riuscita ad integrarmi e sono diventata mediatrice culturale presso l'Associazione Intersos. Qualche anno fa ho conosciuto Daniel, l'amore della mia vita. I miei sogni si sono realizzati ma non avrei avuto tutte queste possibilità, senza Antonio.  E domani sarà proprio lui ad accompagnarmi all'altare nella bella chiesa di Gesù e Maria a Foggia. Il mio papà italiano. Colui che mi ha salvato e mi ha ridato speranza  e fiducia nell'essere umano."

Regina e Daniel si sono sposati sabato 22 maggio.  La storia di Regina mi è sembrata perfetta per partecipare all'iniziativa lanciata da  Daniele Verzetti (i dettagli QUI) e continuare a parlare di quel che subiscono le donne in tutto il mondo. E quanto ancora c'è da fare fino a quando le violenze di ogni genere perpetuate su donne e bambine, saranno solo un brutto ricordo del passato. 

  

FONTI: La Repubblica/Foggia Today