Doremifasol, libri e caffè
Scrivo perché mi scappa da scrivere...
16 novembre 2024
[SABATO DI POESIA] Inventario di Dorothy Parker
26 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Happy new year di Julio Cortázar
Guarda, non chiedo molto, solamente la tua mano, tenerla come una piccola rana che così dorme contenta.Io ho bisogno di questa porta che aprivi perché vi entrassi, nel tuo mondo, questo pezzetto di zucchero verde, di tonda allegria.Non mi presti la mano questa notte di fine d´anno, di civette rauche? Tu per ragioni tecniche non puoi.Allora io la tesso nell´aria, ordendo ogni dito,e la pesca setosa della palma e il dorso, questo paese d´alberi azzurri.così la prendo così la sostengo, come se da ciò dipendesse moltissimo del mondo,il succedersi delle stagioni,il canto dei galli, l´amore degli uomini.
(da Salvo il crepuscolo, 1984 – Traduzione di Gianni Toti)
Note biografiche e riflessioni
Julio Florentio Cortazar
Di origini argentine nasce in Belgio e vive la sua vita tra Argentina e Francia. Considerato tra i più grandi autori,poeti, drammaturghi e saggisti al mondo, è spesso definito lo scrittore del mistero e avvicinato ad Edgar Allan Poe. Celebre per avere scritto un romanzo formato da 155 capitoli che si possono leggere anche partendo da metà o dalla fine, io mi sono avvicinata alla sua poesia, che considera un rifugio, perché ne ha una visione simile alla mia. Potevo non amarlo?
19 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Rosa di Rita Dove
How she sat there,
the time right inside a place
so wrong it was ready.
That trim name with
its dream of a bench
to rest on. Her sensible coat.
Doing nothing was the doing.
The clean flame of her gaze
carved by a camera flash.
How she stood up
when they bent down to retrieve
her purse. That courtesy.
Traduzione:
Il modo in cui era seduta lì,
il momento giusto in un posto così sbagliato.
Quel nome curato che sogna una panchina su cui riposare. Il suo cappotto pratico.
Non bisognava fare nulla.
La fiamma pulita del suo sguardo scolpita dal flash di una macchina fotografica.
Come si è alzata quando si sono chinati per recuperare la sua borsa.
Che cortesia.
da: On the Bus with Rosa Parks (W W Norton & Co. Inc., 1999)
Note biografiche e riflessioni
RITA FRANCES DOVE
Poeta americano, seconda afroamericana a vincere il Premio Pulitzer per la poesia nel 1987, è una delle voci più rappresentative dell'era contemporanea. La sua lirica spazia e attraversa in un modo molto personale la storia e la letteratura. Partendo dalle sue radici, riesce a librarsi attraverso spazio e tempo raccontando la vita trasversalmente, facendo confluire nelle sue righe esistenza e sopravvivenza. I versi di oggi, raccontano in modo superbo un episodio simbolo della rinascita afroamericana, dal punto di vista di Rosa Sparks, avvicinandoci a lei con delicatezza e scoprendo tutta la forza nella sua pacatezza e determinazione.
12 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Errori di Antonia Pozzi
Fiocca la neve leggiadramente
sui cesti delle fioraie: imbianca
le giunchiglie e le viole,
le fresie magre, venute
dai paesi del sole.
A guardarle si pensa
dei tanti destini errati
che dolgono
per le vie della terra
ed un furore nostalgico serra
per le vie d’oro dell’anima
a cui neve non giunge.
Milano 2 marzo 1932
Note biografiche e riflessioni
Antonia Pozzi
Ritorna sul mio blog anche la poesia di Antonia Pozzi, che io amo profondamente. La trovo attuale e contemporanea. Ogni volta che leggo i suoi versi rivedo la donna, l'anima fiera e disillusa dalla vita. E tra i fiocchi di neve e i cestini di fiori, si intravede tutta la sua pena e il suo furore Convinta di avere sbagliato ogni cosa, colpita dolorosamente dai meschini tradimenti di chi consapevolmente la illuse. Come tutti noi ambiva all'amore e alla comprensione. Non ebbe questa gioia e il trovarsi sola, dispersa in un mondo che non comprendeva questo suo desiderio, la convinse a lasciarlo in una fragile giornata del 1938.
05 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Paris di Charles Bukowski
mai,
nemmeno in tempi più tranquilli,
mi sono sognato
di attraversare in bicicletta
quella città
con indosso un berretto
e
Camus
mi ha sempre fatto incazzare.
(1987)
Note biografiche e riflessioni
Charles Bukowski
Continuo, anche questa settimana, a parlarvi di Parigi attraverso alcune poesie di grandi poeti. Oggi è la volta di Charles Bukowski, un poeta più volte celebrato nel mio spazio. Come di consueto, aggredisce con le sue parole. Feroce e vorace, come piace a me. Non condivido del tutto la sua opinione. Avverso alla versione romantica della città, di cui disprezza la visione bohémien, ce ne regala un'immagine vivida e brutale. Attraverso il disprezzo, lui in realtà sta criticando il mondo intellettuale dell'epoca, con il chiaro riferimento a Camus. Ma io, donna gentile, resto legata alla visione dolce e senzatempo di una città che si può benissimo attraversare in bicicletta con un bel cappellino in testa e un cestino pieno di fiori.
Buon sabato amici.
28 settembre 2024
[SABATO DI POESIA] Parigi di Gregory Corso
Spiriti d’angeli rannicchiati negli androni,
Poeti, vermi nei capelli, bellissimo Baudelaire,
Altaud, Rimbaud, Apollinaire,
Guardate la città notturna-
Portieri e informatori,
Montpanassiano affanno, mortuaria Notre Dame,
La vista della notte in cerchio, cupola di padre in figlio,
Hugo e Zola inumati insieme,
Mortale trappola arlecchina,
Senna genera minaccioso fango,
Eiffel guarda di sotto-vede l’Apocalittico formicolio,
Città non newyorcata,
Città di tedeschi morti e sepolti,
Casa di bambola di Mamma Guerra."
Note biografiche e riflessioni
GREGORY CORSO
Poeta nato e cresciuto a New York figlio di italiani, è ritenuto uno dei "grandi" della Beat Generation. Mia scoperta recente, ho trovato questa poesia in un libro acquistato a Parigi quest'estate, nella libreria più famosa del mondo Shakespeare & Co, che io adoro e dove non manco mai di fare un salto quando torno nella Ville Lumiere. Ha avuto trascorsi turbolenti, in gioventù entrava e usciva dalle galere americane. Ed è proprio lì, nei carceri minorili, che si è avvicinato alla poesia e alla letteratura, facendosi travolgere. Nella maturità, visse diversi anni a Parigi, nel quartiere latino e più tardi anche a Roma. Le sue ceneri, dopo la morte avvenuta nel 2001, sono tornate in Italia e lui riposa nel cimitero cattolico del Testaccio accanto alla tomba del suo amato Shelley. Insomma, una vita errabonda e sopra le righe, segnata da una poesia di ribellione, violenza ed ironia che sono il punto vitale della sua epica.
Di lui Fernanda Pivano diceva:" insolente al di là del sopportabile e strafottente nella più assoluta imprevedibilità qualunque cosa abbia detto o scritto ha sempre rivelato il dono di non dire mai una sciocchezza". (Wikipedia)
Mi ha stupito trovare in questi versi uno sguardo sulla città così diverso dal mio eppur condivisibile. E questa lontananza mi ha riempito il cuore. Perché Parigi è così, bella ed emozionante come una poesia che ci ruba l'anima ma allo stesso tempo gotica e quasi spettrale. Così è come vi pare.
08 agosto 2024
AGOSTO
Ciao a tutti, non vi ho dimenticato. Ma questi mesi sono stati molto complicati per me. Non ho avuto tanta voglia di scrivere, ho preferito dedicare il poco tempo che avevo a disposizione, alla famiglia e agli affetti più cari. Alle abitudini di vita. Spero per voi che tutto vada per il meglio. E spero di rileggervi a settembre. Un abbraccio e buona estate.
MARIELLA🌻
Ps: per qualche motivo che mi è ignoto, non riesco più a rispondere ai vostri commenti in alcun modo, neppure come anonimo. Per cui scusate il silenzio non voluto. Sappiate che vi leggo tutti!
08 giugno 2024
28 aprile 2024
[ARTE] Gli Impressionisti al Palazzo Reale di Milano: tra Cézanne, Renoir e De Nittis
Giuseppe De Nittis - Colazione in giardino - 1884 |
20 aprile 2024
IL MONOLOGO DI ANTONIO SCURATI: VIVA IL 25 APRILE, VIVA L'ITALIA ANTIFASCISTA
Antonio Scurati |
Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.
Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.
Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?
Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.
Il testo integrale del monologo di Antonio Scurati che è stato censurato dalla RAI. Questa sera doveva partecipare al programma di Serena Bortone su Rai 3 ma il suo intervento è stato cancellato. Un altro duro colpo alla libertà di pensiero e alla nostra "malandata" democrazia.