UNA NUOVA VITA

Titolo: Una nuova vita
Titolo originale: Making Toast
Titolo originale: Making Toast
Edizioni: Nutrimenti
Traduzione: Nicola Manuppelli
Traduzione: Nicola Manuppelli
Pagine: 121
Prezzo: 15 euro
"Per Amy la vita non si misurava mai in ciò che le mancava."
Ritengo che per leggere un libro come questo, bisogna di sicuro trovare il momento adatto. Una condizione di serenità che ci predisponga alla lettura di una storia particolarmente difficile. Lo scorso anno mi era successo leggendo il romanzo di Maylis de Kerangal - Riparare i viventi. Portando avanti la lettura, davanti al racconto che arrivava ad una scelta finale dura, devastante eppure illuminata, piano piano la serenità aveva preso il sopravvento sull'amarezza. Resta uno dei migliori romanzi che io abbia letto negli ultimi anni.
Nel romanzo di Roger Rosenblatt, celebre giornalista americano, penna di punta di New York Times, Time, Washington Post, e poi successivamente scrittore, ho scoperto quanta serenità si possa e si deve raccogliere dopo una tragedia, nel momento in cui bisogna ricominciare daccapo e ricostruire, la propria vita e soprattutto quella di chi ci sta attorno. E' vissuto. La morte della figlia Amy, impone a lui e alla moglie Ginny, il mettere da parte il dolore e far fronte all'emergenza: aiutare il genero Harris a crescere i tre figli che all'improvviso si trovano senza la propria madre.Il racconto di questo nuovo inizio è semplice. Un quotidiano affrontato con compostezza, senza rigurgiti di dolore, con serenità e consapevolezza. Il dramma lo si affronta guardando avanti, pensando a quello che è la cosa migliore: la serenità di tre bambini che dovranno affrontare tutta la loro vita senza il punto focale, il centro del loro mondo: la madre.Allo stesso tempo, l'autore ci fa ben scorgere il dolore nei gesti, nelle poche parole scambiate con la moglie e il marito della figlia. Vediamo tutto, sentiamo tutto, ma senza farci travolgere dal dolore. Un libro accurato e immediato, nonostante tutto molto sereno. Un libro sentito, mostrato senza sentimentalismi vacui e senza cedimenti. Quasi senza cedimenti. Una bellissima dimostrazione di come essere genitori è complicato. Sempre. Ma essere genitori è anche superare lo stadio del dolore,per amore dei propri figli. Al di là di una panchina dedicata ad una madre che continuerà a vivere nello sguardo e nel cuore dei propri bimbi. Ed è per quello che si continuerà a lottare. Un vero inno alla vita, nonostante tutto.
"Mentre Ligaya e Ginny si occupano di Bubbies e Sammy, accompagno Jessie alla fermata dello scuolabus. È una mattina grigia e umida e siamo fermi, uno accanto all'altra, a un angolo della strada di casa. In rapida sequenza, giù dalla collina ecco arrivare le mamme del quartiere, con i bambini che corrono accanto a loro. Si improvvisa una partita di calcio e Jessie si unisce agli altri. La scena può sembrare piacevole e normale, a meno che non si noti la strana presenza di quel nonno solitario. Con un po' di fortuna, io e Ginny vivremo abbastanza da vedere tutti e tre i bambini farsi adulti, e Jessie diventare un'adolescente, fra i capricci per i ragazzi, pestare i piedi e urlarci che non capiamo nulla, niente. Ma oggi l'aiuto a caricarsi l'enorme zainetto rosa e il piccolo ombrello con le farfalle rosa, prima di vederla salire a bordo. Rimango immobile a fissare lo scuolabus che si allontana, poi auguro alle madri una buona giornata."
LA STORIA DI MORTIMER GRIFFIN.

" Ho visto ragazze più giovani di queste reggere l'assalto un numero più grande di robusti cazzi: il coraggio e la pazienza fanno superare anche i maggiori ostacoli che la vita ci mette davanti..."

Autore: Mordecai Richler
Titolo: La storia di Mortimer Griffin
Titolo originale: Cocksure
Titolo originale: Cocksure
Edizioni: Adelphi
Traduzione: Giovanni Ferrari degli Uberti
Pagine: 242
Traduzione: Giovanni Ferrari degli Uberti
Pagine: 242
Prezzo: 18,00 euro
" Ho visto ragazze più giovani di queste reggere l'assalto un numero più grande di robusti cazzi: il coraggio e la pazienza fanno superare anche i maggiori ostacoli che la vita ci mette davanti..."
Ho sprecato una settimana del mio tempo, per leggere un romanzo dell'osannato (troppo) autore canadese Mordecai Richler, celebrato oltremodo per la "Versione di Barney".
Mi sono detta che, partita da questo romanzo, avrei compreso se valeva o meno la pena di leggere altro di lui, compreso il suo capolavoro.
Un libro che valica ben presto il confine della scabrosità letterale, diventando, molto semplicemente, volgare. Altri vi parleranno di grandiosa satira, di lucentezza, di ironia, di genialità. Io vi dico di lasciar stare. Non perdete tempo. Leggete altro.
"Chissà, pensò Mortimer, se la nostra vita sessuale è conformista forse non è tutta colpa mia. Forse Joyce ha la sua parte di responsabilità. Non era successo nemmeno una volta che, travolta dalla passione, gli mordesse un orecchio fino a farlo sanguinare. O che gli gridasse: <Sì,sì, scopami mandrillo!>. Perché? Forse lui la inibiva? Avrebbe fatto licenziose sollecitazioni di questo tipo ad altri partner? Mortimer non lo sapeva. Una volta, un'unica volta, ispirato da un romanzo che aveva appena finito di leggere subito prima che si mettessero a letto, aveva menato una gran botta sul fondoschiena di Joyce mentre erano allacciati nella più banale delle posizioni dell'amore. Se ne stavano così, ricordava, lui pensando alle incursioni di Gordie Howe, lei pensando a dio sa che cosa,quando Mortimer si sollevò di scatto e le assestò una manata sulle natiche, ma invece di scatenare le voglie animali di Joyce l'aveva fatta piangere. Joyce pianse e pianse, scansandolo con violenza e affibbiandogli non tonificanti epiteti osceni, ma fredde qualificazioni cliniche. Stronza."