31 gennaio 2019

RECENSIONE: PAOLO GIORDANO - DIVORARE IL CIELO





AUTORE: PAOLO GIORDANO
TITOLO: DIVORARE IL CIELO
PAGINE: 430
PREZZO: 22,00
EDITORE: EINAUDI













Sinossi
Teresa passa le sue vacanze in Puglia, a casa di sua nonna.  Una sera scopre tre ragazzi, Bern, Nicola e Tommaso, fare il bagno nella sua piscina. Liberi e selvaggi, catturano la sua attenzione. Sono degli intrusi che ben presto cambieranno tutto il suo mondo. Le conseguenze di questa conoscenza le porterà con sé per tutta la vita. La campagna pugliese, la sua terra rossa e i suoi alberi di ulivi, fa da sfondo e da punto di riferimento a tutta la vicenda. L'amore, il coinvolgimento, la passione, la ribellione saranno la linea conduttrice di tutto il romanzo.

"Molti anni dopo saremmo rimasti soltanto Tommaso ed io a ricordare quelle estati. Eravamo adulti ormai, avevamo superato i trenta e ancora non avrei saputo dire se ci considerassimo amici oppure l'esatto contrario. Ma avevamo trascorso una lunga parte delle nostre vite insieme, quella più importante forse, e la quantità di ricordi in comune ci rendeva più simili, più intimi, di quanto entrambi saremmo stati disposti ad ammettere."



Paolo Giordano è un autore che sposta e che divide.
Lo si apprezza molto o lo si detesta. Su internet ho letto di tutto. Da proclami a suo favore a veri e propri attacchi senza esclusione di colpi.
A me piace. Non sempre mi è piaciuto tutto, ma alcuni libri mi hanno segnato molto.
Sicuramente il primo: La solitudine dei numeri primi. Lo lessi in una notte, dovrei dire e parafrasando il titolo del suo ultimo romanzo, lo divorai.
Aveva 25 anni e scriveva con rabbia, amarezza, disillusione. Il panorama editoriale italiano non poteva rimanere indifferente. E così (buona la prima) vinse il nostro premio più "importante".
Il premio Strega.
Poteva non crearsi dei nemici? E infatti... due milioni di copie vendute e decine di traduzioni in tutto il mondo, sortirono l'effetto di catapultarlo nell'universo planetario dei grandi scrittori e di farlo odiare da chi per tutta la vita non si avvicina nemmeno al premio "sottoscala".
Ho sempre pensato che si sia spaventato così tanto, da avere forse meditato di lasciar perdere.
Per cinque lunghi anni.
Fino al suo secondo romanzo: Il corpo umano.  Che, per quel che mi riguarda, fu un'altra deflagrazione.

Il suo terzo Il nero e l'argento invece, lo trovai debole e scippo sciapo, senza alcun sapore. Pensai ad un inaridirsi della vena LUCIDA e attenta che contraddistingueva i suoi scritti.


Poi è arrivato Divorare il cielo. A dieci anni dal premio Strega. La maturità. La pienezza.  Un libro complesso, con una protagonista che ci racconta dei cambiamenti, delle contraddizioni, delle scelte. Del coraggio di essere se stessi nonostante tutto. Di una crescita dolorosa ma necessaria. Un romanzo di formazione. Una botta allo stomaco. Vivido e bellissimo.









21 commenti:

  1. Dei libri di Giordano che hai citato, mi incuriosisce proprio quest'ultimo.
    La solitudine dei numeri primi fu un vero caso editoriale, non mi stupisce che ci siano molti recensori "contro", succede sempre così in questi casi di "boom" a sorpresa, che siano film, libri o canzoni. O sbaglio?

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    1. Non sbagli😁 il libro se ti incuriosisce leggilo e poi dimmi!

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  2. Dunque, Giordano mi manca. Accadde che avevo comprato La solitudine dei numeri primi quando già era in giro il film, e commisi la sciocchezza di guardare prima la pellicola - errore in cui, solitamente tento di non cadere.
    Bruttissimo. Un film pessimo. Con una Alba Rohrwacher che io ho sempre adorato e che in quell'interpretazione ha rischiato di farmi venire la nausea. Un film che mi ha lasciato addosso un'angoscia negativa e senza soluzione, senza appiglio. Mi ci sono voluti un paio di giorni per riprendermi, andavo in giro con quel peso sullo stomaco e non riuscivo ad accennare ad una svolta.
    Così, ho archiviato pure lo scrittore. Ma sono sempre rimasta con la curiosità di scoprirlo, di capire cosa effettivamente covasse tra le righe di quel romanzo...
    Chissà, magari prima o poi.

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    1. Io lessi prima il libro. Concordo sul film, forse il peggiore di Saverio Costanzo che ci "appioppa" sempre la compagna in tutte le salse. Per me un'attrice sopravvalutata e altamente inespressiva. Prova con il nuovo romanzo, più maturo. Bacio Irene cara.

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  3. Ciao Mariella!! Ti ringraziamo per la visita in Blog! Abbiamo letto della tua intervista, ci accomuna la passione per la lettura, ti seguiamo con piacere! Di Giordano ricordo sia il libro che il film, quest'ultimo romanzo mi incuriosisce..., Un caro saluto!!
    Carmela e Davide

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    1. Ciao, benvenuti da me. Felice di avervi incuriosito con la mia recensione!
      Un abbraccio e buona serata!

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  4. Confesso che il clamore intorno al primo libro di Giordano mi ha fatto l'effetto contrario e cioè mi ha tenuto a distanza, per cui non l'ho letto. E poi non ho seguito questo autore neppure successivamente.
    Certo arriverà anche il momento in cui lo andrò a consocere, lo so. Perchè io poi faccio ocsì, passano anche anni maari, ma poi cerco di conoscere man mano più autori possibili.
    Leggere ora questa tua recensione mi spinge a in quella direzione. Ma ci vorrà tempo ancora prima dell'incontro ufficiale, anche perchè ho appena iniziato il primo libro della serie di un certo commissario ambientata nella Napoli degli anni '30... ;)
    Buonanotte amica bella!

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  5. Si vede che ho un gran sonno nonostante non sia tardissimo, mi si sono incrociate le dita sulla tastiera più del solito... quanti errori :D Scusa!

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    1. Anche io sono simile. Di solito non mi faccio catturare dal clamore attorno ad un autore e aspetto un po' prima di decidermi a leggerlo. Solo due volte non mi è successo: con Saviano e Giordano. Saviano lo lessi appena uscito, convinta dalla quarta di copertina, dall'incipit perfetto e dal fatto che avrebbe raccontato della mia terra violata e abusata. È stato amore senza fine. Giordano invece fu una sfida, perché da subito ne parlarono malissimo e benissimo. È ti dirò di più, il secondo romanzo l'ho amato più del primo. Ma io credo che i libri arrivino quando è il momento. Per cui, se non hai sentito l'onda, aspetta. Specialmente ora che Ricciardi è entrato a far parte della tua "vita". Bacio grande.

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  6. Il primo libro mi deluse parecchio, nonostante la cagnara mediatica, il secondo anche... poi l'ho lasciato al suo destino... potrei riprovare ora.. magari lo leggo in libreria, e vedo se m'acchiappa... ;)

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    1. Vedi, invece a te non è piaciuto. Ci sta Chissà magari il nuovo ti convince...

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  7. Non tra i miei autori preferiti, ma si può sempre fare un'eccezione.
    Sereno giorno.

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    1. Perchè no? Potresti fare come Franco, provare a leggere qualche pagina e vedere se ti ispira... abbraccio Cav!

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  8. Il nome dell'autore mi diceva qualcosa ma non ricordavo cosa. Poi ti ho letto e ricordato una delle più cocenti delusioni letterarie dei miei ultimi anni. Ne "la solitudine dei numeri primi" potrei invidiargli solamente il titolo. Mi spiace,
    ma sono pronto a sostenere in una pubblica piazza che da questo libro è iniziata la decadenza dello Strega: ogni anno un sottoprodotto, vedi caso da quando della Mondadori si occupa Barbara Berlusconi. Ma tu lo sai che il giovane Giordano era il figlio di uno dei caporioni della più grande casa editrice nazionale? Il libro, una volta letto e digerito, non riesci a dimenticarlo più per lo schifo che ti rimane in bocca. Visto che tu dividi i suoi lettori in fanatici e invidiosi, ti ripeto che io sto Paolo Giordano non lo invidio proprio, al punto di non comperare nessun altro suo libro. Ho solo mestamente sorriso pensando al marchingegno sperimentato per lanciarlo -e pubblicarlo con tanta pompa- addirettura in brossure previlegiata. Il ragazzo ha messo insieme tutte le americanate che è riuscito a leggere degli scrittori americani un tanto al chilo. La protagonista che si caga addosso non riesco a levarmela di torno: nauseante.
    Lo so quello che mi obietterai, che non è giusto fermarsi mai all'opera prima eccetera eccetera, ma io sono scappato ululando "tu non mi freghi più", ché non avrei più letto nulla sotto quella firma e finora l'avevo fatto, ma oggi HO LETTO TE, altrimenti col cavolo mi avrebbe fregato.
    Con la letteratura e con le donne sono drastico: se sei volgare non ti tocco più, donna; se non mi piace il tuo primo libro tu non avrai mai più l'onore di venir letto da me, tu che sostieni di essere uno scrittore.

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    1. Ti diceva che lo avevi già letto e me lo avevi già distrutto in precedenza Ahahah. Non ho detto che i lettori sono invidiosi, parlavo di alcuni autori che per principio affogano chi arriva col botto perché hanno il dente avvelenato a prescindere... sai che non sapevo fosse il figlio di un pezzo grosso dell'editoria? So che è torinese ed è un fisico... no, io agli autori do sempre la seconda possibilità. Lo faccio anche nella vita con le persone. Se sbagliano di nuovo però, basta, con me hanno chiuso. Bacione.

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  9. Ammetto di conoscerlo ovviamente di fama ma di non aver mai letto nessuno dei suoi libri.

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    1. Anche con te non sarà scoccata la scintilla:-)
      Decisamente il pubblico con lui si divide nettamente.

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  10. Questo autore mi manca, se dovessi scegliere un suo libro per conoscerlo, credo propenderei proprio per questo, sarei più indecisa per La solitudine dei numeri primi, forse perché in diversi me ne hanno parlato malino...
    Buon pomeriggio :)

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    1. Parti da questo, è maturo.
      Magari poi, ne parliamo sul tuo blog...
      Bacio.

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  11. io ho letto "La solitudine dei numeri primi" e mi era piaciuto moltissimo, poi ho letto un altro libro di Paolo Giordano, non ricordo se era "Il corpo umano" o "Il nero e l'argento" , ricordo però che mi ha molto deluso e non ho più letto niente di suo. Questo nuovo libro, leggendo la trama e la tua recensione, mi tenta molto, vedrò...Saluti

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    1. Ciao Mirty,
      OHHHHH finalmente qualcuno che la pensa come me sulla "Solitudine dei numeri primi"!
      Sono propensa a credere che ti sia piaciuto poco il suo terzo romanzo "Il nero e l'argento".
      Spero di averti incuriosito abbastanza, se lo leggerai fammi sapere cosa ne pensi.
      Un abbraccio e buona serata.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)