11 LUGLIO 1943
"In futuro, quando la mia casa non sarà più un giaciglio di ferro in un luogo circondato dal filo spinato, voglio avere una lampadina sopra il mio letto, così di notte ci sarà la luce ogni volta che lo vorrò. Spesso, nel mio dormiveglia, turbinano pensieri e piccoli racconti, vuoti e trasparenti come bolle di sapone, vorrei poterli catturare su un pezzo di carta.
Quando mi sveglio la mattina mi sento come dentro un bozzolo - è un ricco risveglio, sai! Ma poi comincia a volte una piccola Passione, pensieri e immagini si agitano intorno a me, sono così tangibili e vogliono esser messi sulla carta, ma non c'è nessun posto in cui si possa star seduti con calma, certe volte passo delle ore a cercarlo. Una volta, nel cuore della notte, una gatta randagia è entrata nella nostra baracca, le abbiamo messo una cappelliera sul gabinetto e là ha avuto i suoi piccoli. Certe volte mi sento come un gatto randagio senza cappelliera.
Stanotte è nato il figlio di Jopie. Si chiama Benjamin e dorme nel cassetto di un armadio. Vicino a mio padre hanno messo un malato di mente.
Sai, se qui tu non hai una grande forza interiore, se non guardi alle apparenze come a pittoreschi accessori che non intaccano il grande splendore( non mi viene in mente un'altra parola) che può essere una parte inalienabile della tua anima, - allora è proprio una situazione disperata. È così, così triste vedere tutte quelle persone abbandonate a se stesse, che perdono il loro ultimo asciugamano, che si arrabattano con scatoline, con scodelle di cibo, bicchieri, pane muffito e biancheria sporca sopra, sotto e di fianco alle loro cuccette, che sono infelici perché altre persone sono spesso sgarbate o urlano loro, ma che a loro volta urlano con altri e non se ne rendono conto; bambinetti lasciati soli dai genitori deportati, e trascurati dalle madri degli altri bambini: cioè, sono in pena per i propri pulcini, che hanno la diarrea e ogni sorta di malattie grandi e piccole, mentre prima erano sempre stati bene. Dovresti vedere la disperazione apatica e folle di quelle povere madri, sedute accanto al giaciglio dei loro figlioletti che piangono e che non vogliono crescere."
Amici cari, se avete avuto la pazienza di arrivare alla fine della paginetta che ho voluto riportare, sappiate che è stata scritta da Etty Hillesum, qualche settimana prima che morisse nel campo di concentramento di Auschwitz, dove era stata rinchiusa assieme a tutta la sua famiglia.
Il suo Diario 1941-1943 è stato pubblicato nel 1981 ed è scampato fortunosamente alla distruzione, riscuotendo un successo strepitoso, paragonabile a quello che accolse Il Diario di Anne Frank.
Sono otto quaderni scritti con una grafia minutissima e quasi indecifrabile e narrano la storia di una donna di Amsterdam di 27 anni, in un periodo di crescita importante per una persona che matura e si "libera" durante un periodo particolarmente triste e amaro della nostra storia.
Il 3 luglio del 1942 scriveva:
"Bene, io accetto questa nuova certezza: vogliono il nostro totale annientamento. Ora lo so. Non darò fastidio con le mie paure, non sarò amareggiata se altri non capiranno cos'è in gioco per noi ebrei. Una sicurezza non sarà corrosa o indebolita dall'altra. Continuo a lavorare e a vivere con la stessa convinzione e trovo la vita ugualmente ricca di significato."
La sua vita attraverso i suoi scritti è talmente franca, intensa e colma di amore e d'amicizia, che arricchisce chiunque la legga.
Mi pareva fosse importante parlarne oggi. Giornata della Memoria.
Per non dimenticare, mai.
Gli altri miei post dedicati alla Giornata della Memoria:
2018
2017
2016
2015
2014
2013
2012
FOSSOLI
Aggiornamento ore 14.30: mia sorella ha pubblicato un post solo per oggi,dedicato al Giorno della Memoria con la sensibilità che la contraddistingue. lo trovate cliccando qui.
Struggente il brano che riporti :((
RispondiEliminaHo letto il diario di etty (pubblicato da adelphi), e mi colpì, tra le altre cose, il suo guardare così in fondo nella propria anima e di voler credere, NONOSTANTE TUTTO, nell' (cit. Anna Frank).
“Un'altra cosa ancora dopo quella mattina: la mia consapevolezza di non essere capace di odiare gli uomini malgrado il dolore e l'ingiustizia che ci sono al mondo, la coscienza che tutti questi orrori non sono come un pericolo misterioso e lontano al di fuori di noi,
ma che si trovano vicinissimi e nascono dentro di noi.” (Etty Hillesum)
Ho scoperto Etty durante la mia maturità di lettrice. E mi sconvolse forse di più di quanto fece Anne Frank quando ero adolescente. Mi sconvolse per la sua consapevolezza, il suo rendersi conto della tragedia che stava vivendo e la sua voglia di non disperdersi ma di crescere e migliorarsi, nonostante il tempo che viveva. Il suo non arrendersi, dovrebbe essere un faro per noi. Un esempio per tutti quelli che hanno voglia di lasciarsi andare senza rendersi conto di quanto ricco è il nostro mondo interiore. A cui possiamo sempre attingere, per resistere e per dare il senso giusto al nostro futuro.
EliminaGrazie per le belle parole che hai trascritto e per essere qui, oggi.
Un abbraccio.
Tutte le volte che ti leggo su certi argomenti ni rendo conto di quanto io sia miseramente ignorante. Di Anna Frank e del suo diario, che ho letto, so quasi tutto. Su questa Etti Hillesum nemmeno il nome, perso tra sei milioni di nomi. E anche qui il mondo e il Vaticano tacquero. Se non avesse sctenato la guerra Hitler ce l'avrebbe fatta a distruggere tutti gli ebrei europei.
RispondiEliminaQuesta Etty scrive in modo splendido, con umiltà, come fosse una robetta di tutti i giorni far partorire una gatta randagia dentro una cappelliera in un cesso. Un'autentica emozione. Provvederò a leggere i suoi diari, grazie a te.
Io sono l'ignorante tra noi due. Resto sempre senza parole quanto ti leggo.
EliminaVero è ,però, che l'argomento mi ha trascinato con sé fin da quanto ero poco più di una bambina. Ho letto,studiato, visto. E non sono parole buttate al vento per impressionare. Le mie lacrime hanno bagnato la maggior parte dei libri sulla Shoah che ho letto. E sono innumerevoli le occasioni che avuto per approfondire l'argomento. Quando sono stata in Israele, osservavo gli ebrei di Gerusalemme e li invidiavo, per la forza che loro riescono a trarre dalla fede profonda che hanno.Amo profondamente i loro scrittori, poeti, testimoni. Quello che ho provato visitando Auschwitz (e ci ho messo una vita prima di trovare la forza di attraversare quel cancello) non sono in grado di descriverlo.ANCHE SE CI HO PROVATO. Lo stesso vale per Fossoli, per il Binario 21. Lo stesso lo provo, quando leggo di altri podgrom nel mondo. Le fosse comuni in Bosnia e in Armenia.La Siria. Le guerre civili in Africa che stanno togliendo dignità ad uomini, che disperati, affrontano viaggi per noi incomprensibili con l'intento di trovare il loro posto nel mondo.
Sono ignorante, ma ho il cuore colmo di quel dolore, di quelle barbarie, di quelle ingiustizie. E so, che posso almeno parlarne e di questo non mi stancherò mai.
Ti piacerà Etty, coraggiosa e sublime.
Grazie, Mariella!!! Ho letto anch'io anni fa il Diario di Etty Hillesum, un documento di rara luce in mezzo al buio.
RispondiEliminaEtty è profonda bellezza. Grazie a te per la tua testimonianza.
EliminaTi abbraccio Annamaria.
Non l'ho mai letto ma conoscevo l'esistenza di questo Diario. Una pagina davvero forte una scelta importante per far vivere quegli orrori a tutti affinché non li si dimentichi e non li si sottovaluti facendone scemare il ricordo col tempo.
RispondiEliminaMi farà molto piacere se approfondirai la conoscenza di Etty. Sono più che certa possa scaturirne una delle tue poesie più belle.
EliminaUn abbraccio caro Daniele.
Grazie per aver condiviso questo post, non conosco Etty Hillesum ma farò in modo di colmare questa mancanza!
RispondiEliminaBuona settimana
Grazie a te Roby per avere trovato interessante e stimolante il mio post. E per essere qui, assieme a noi, per ricordare.
EliminaTi abbraccio forte.
Mai dimenticare!
RispondiEliminaSereno pomeriggio.
Mai Vincenzo. Scriviamo e parliamone. Ogni giorno. Ti abbraccio, sereno pomeriggio a te.
EliminaIo mi vergogno Mariella.
RispondiEliminaMi vergogno delle valutazioni sbagliate e di chi, come capita anche a me (perché tutti erriamo e non ci rendiamo conto di ciò), fraintende ed offende. Mi vergogno di chi vuole manovrare le azioni ed i pensieri altrui per portarli dalla loro parte. Mi vergogno di chi pensa solo al proprio tornaconto personale, di chi non chiede scusa se sbaglia, di chi vuole approvazione e pubblico senza un meritato valore.
Mi vergogno di essere timida (la timidezza limita le mie azioni) e mi vergogno di non essere capace di agire come vorrei.
Lotto per migliorare ma non sempre ci riesco (ed anche di questo mi vergogno). Ma sono consapevole di tutto ciò e mi spaventa chi invece finge. Finge amicizia, finge emozioni, finge condivisioni, finge allegria, finge di odiare l'olocausto...insomma finge.
Chi di voi si vergogna di qualcosa si faccia avanti. Ma dubito che ciò accada,
Mi vergogno anche per la mancanza di coraggio nelle azioni, che dovrebbero essere più decise verso il male evidente in tutte le sue forme.
Scusa il mio sfogo Mari. Forse mi odiano per questo ma chi mi conosce sa che amo la vita e l'allegria; non intendo cambiare ed inoltre conosco Etta e mi piace moltissimo (avrei tenuto molto averla come amica ma qualcuno ha voluto eliminarla e ci è riuscito).
Bacio super sorella e grazie per tutto ciò che di speciale scrivi (come questo post maturo, consapevole ed intelligente).
Anche io mi vergogno ogni giorno per non riuscire a trovare il coraggio di fare il necessario, l'appena sufficiente.
EliminaMa penso che io e te, nel nostro piccolo, facciamo tanti piccoli passi per migliorare il nostro mondo. Con le parole, con il renderci conto che siamo nulla in confronto ad altri. Nel parlare, nel sollevare questioni, nel metterci sempre in gioco tra mille dubbi. Nel non sentirci superiori a nessuno, nel non lodarci invano.
Nel riconoscerci imperfette.
Grazie a te per essere qui e per il bel post che hai pubblicato oggi. E meno male che ti vergogni eh...
io credo che siano importanti questi diari, queste testimonianze dirette che ci parlano di quei tragici fatti . Così come il diario di Anna Frank, anche il diario di Etty colpisce per l'amore, l'amicizia la semplicità, in tempi così duri. Saluti.
RispondiEliminaHai perfettamente ragione Mirtillo.
EliminaLe testimonianze sono fondamentali. Anche e solo per farci riflettete che non siamo al sicuro. Oggi come ieri. I venti dell'intolleranza soffiano forte, in Europa e nel mondo. E quello che è passato, potrebbe tornare. Un abbraccio grande e grazie di essere qui, oggi.
Per ricordare e non dimenticare mai gli orrori e le atrocità del passato...
RispondiEliminaPer fortuna, cara Gianna, l'esercito di chi non dimentica è enorme.
EliminaUn abbraccio e buona domenica.
Non ci sono davvero parole.
RispondiEliminaOggi mi sono guardata “Il bambino con il pigiama a righe” e ho pianto per tutta la durata del film.
È un film toccante, tratto da un libro che ci mette tutti dall'altra parte del filo spinato.
EliminaUn abbraccio.
blogspot s'è mangiato il mio commento, riprovo.
RispondiEliminanon vorrei dire una castroneria ma mi sembra di ricordare che la Hillesum, donna d'intelletto straordinario, avesse deciso di entrare volontariamente nel campo per condividere l'esperienza degli altri e forse per spregio verso i nazisti (e in effetti da questi stralci drammatici si evince una personalità che non si piega al dramma)
massimolegnani
Ricordi bene.
EliminaNon credo fosse spregio al nazismo, ma comunione di intenti. Lei non voleva sottrarsi al destino comune e si fece internare nel campo di smistamento di Amsterdam che era l'anticamera per Auschwitz. Dopo qualche mese fu deportata in Polonia assieme alla sua famiglia e lì morì.
Una personalità unica. Ciao e grazie.
Hai scelto un brano molto forte, Mari, quest'oggi. Etty Hillesum è una testimone preziosa, straordinaria, ci fa luce in quell'orrore che lei stessa racconta.
RispondiEliminaHo visto poco fa in TV Andra e Tatiana Bucci e ora sono qui da te a leggere le parole di Etty e lascio che tutto questo mare di pensieri ed emozioni e paure e nonostante tutto barlumi di speranza resti in me, si sedimenti una volta ancora, anche se in tanti anni da che ero solo una ragazzina come la mia monella ormai ho letto e visto e ascoltato tante testimoniannze.
Mai, mai, mai smettere di conoscere e ricordare.
Ti abbraccio.
Di Etty e i suoi diari vi parlerò ancora. Perché parlare di questa tragedia non deve e non può esaurirsi con il Giorno della Memoria.
EliminaCome dici bene tu, mai smettere di conoscere e ricordare.
Layla tov, Khaverah. Buona notte amica mia.
Pecco d'ignoranza e non consocevo questa donna e il suo lascito! Grazie mille per averla ricordata, non tarderò a leggere il suo diario!
RispondiEliminaGrazie a te per avere apprezzato e condiviso l'importanza della giornata e la "bellezza" di Etty.
EliminaSe lo leggerai non dimenticarti di passare a dirmi cosa ti ha regalato.
Abbraccio grande.
Thank you so much, dear Karolina. As soon as possible i'm following you. Have a nice day🌻
RispondiElimina