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25 febbraio 2020

MILANO È UN FANTASMA


Milano è un fantasma gelido.
In questi giorni di isteria collettiva ti accoglie ancora più fredda e guardinga del solito.
Sali sul treno pendolare e lo scopri vuoto. 
Resti in piedi a guardarti attorno senza bisogno di chiederti perché.
I sedili di plasticaccia azzurra finalmente liberi a cui hai sempre agognato nelle mattine da sardina rassegnata, li lasci a prendere freddo.
Arrivi alla metro e la sensazione di gelo rimane identica. 
Nel vagone ti siedi, attorno poche persone, sembriamo tutti un po' spaesati e increduli.
Alla fermata solita scendi, sali di corsa le scale pedonali, quella mobile è di nuovo in manutenzione, ma questo non dipende dal virus

Entri nel "tuo" bar e lì, ritrovi il calore familiare che da anni ti avvolge. I sorrisi identici, il tuo caffè e brioche che da molto tempo non hai più bisogno di ordinare. 
Si chiacchiera, ma non c'è folla, al di qua del bancone solo due avventori.
Così aggiungi altre informazioni a quel che già conosci della vita privata dei tuoi amici baristi.
Parliamo di casa, di vacanze, di concerti.
Eppure c'è malinconia, quasi fossimo in bilico tra speranza e delusione.
È tutto distante, refrattario come un un raggio di sole che non riesce a riflettersi nello specchio.
Al lavoro l'atmosfera è identica, decimati dalle restrizioni comunali, teste chine  a terminare le scadenze in corso.
Non si parla per intere ore. Sospesi navighiamo a vista.
Nelle strade attorno, molti esercizi sono rimasti chiusi, altri alle 18.00 tireranno giù le saracinesche, il traffico è da domenica.
Questa sera, alla fermata del tram, c'era un signore con la mascherina e un altro con una tuta  bianca che gli lascia fuori solo gli occhi.

Dove finisce la paura e comincia la follia?

Stiamo perdendo il senso della realtà, finendo in un film dell'orrore.

Voglio svegliarmi presto.