“Un Natale senza regali non sarà Natale”!
La ragazzina ribelle e un po’ maschiaccio che sbatteva i piedi a terra e si ribellava alla decisione della madre di festeggiare il Natale un po’ in sordina, mi aveva conquistato all’istante.
Avevo 5 anni e mezzo, sapevo già leggere e il regalo di Natale portato dalla mia madrina, era appunto questo libro insieme al “Circolo Pickwick” di Charles Dickens.
Naturalmente era la versione per ragazzi, non sono stata un piccolo genio.
Da grande poi, la mia passione per il ciclo creato dall’autrice americana, mi ha portato a comprare la versione integrale e completa dei romanzi.
Il mio sogno era essere esattamente come lei, a dire il vero da bimbetta le assomigliavo abbastanza, ma non avevo la battuta pronta come lei e la sua grinta nell’affrontare ogni situazione.
Ero leggermente più dolce e timida.
Ho amato quel libro profondamente.
Mi sono immedesimata in lei quasi completamente, era la mia eroina.
Mi sorprendevo a sognare ad occhi aperti, di vivere le sue avventure, e già allora sognavo l’America.
La provincia però non mi attraeva, preferivo la città NYC dove si era trasferita nel secondo libro, quando cercava di sfondare come scrittrice.
Lei fece la scelta di tornare a casa, e il suo amore la raggiunse lì.
Dei romanzi, che sono una trilogia, hanno fatto diverse trasposizioni cinematografiche.
La prima versione è del 1933, nella parte di Jo c'era una strepitosa Catherine Hepburn.
La seconda del 1949, forse la più famosa, la versione che ci ripropongono sempre a Natale, quella con June Allison, Vivien Leigh nei panni di Meg e soprattutto Elisabeth Taylor nella parte di Amy.
La terza e' del 1994, la versione più femminista.
Un cast eccellente da mamma March interpretata da Susan Sarandon, a Kirsten Dust nella parte di Amy a Winona Ryder nella parte di Jo.
E uno spettacolare Christian Bale nella parte del romantico Laurie.
La prima versione è del 1933, nella parte di Jo c'era una strepitosa Catherine Hepburn.
La seconda del 1949, forse la più famosa, la versione che ci ripropongono sempre a Natale, quella con June Allison, Vivien Leigh nei panni di Meg e soprattutto Elisabeth Taylor nella parte di Amy.
La terza e' del 1994, la versione più femminista.
Un cast eccellente da mamma March interpretata da Susan Sarandon, a Kirsten Dust nella parte di Amy a Winona Ryder nella parte di Jo.
E uno spettacolare Christian Bale nella parte del romantico Laurie.
Io, poi mi sono trovata davanti allo stesso bivio, dovevo scegliere e decisi diversamente.
Non mi sono pentita, ma la mia casa e la mia famiglia mi mancano.
Sempre di più, con il passar del tempo mi accorgo che ho realizzato tante cose nella mia vita, ma ho perso tante altre.
Veder crescere i miei fratelli, poter condividere le loro esperienze e consigliarli, accompagnare i miei genitori nei lento e dolce cammino verso la vecchiaia, tutte le feste familiari a cui non sono stata presente.
I loro momenti di felicità e i loro momenti di sofferenza.
Sono stata quasi sempre lontana.
I loro momenti di felicità e i loro momenti di sofferenza.
Sono stata quasi sempre lontana.
Ho perso tanto della mia vita e della loro.
E questa sera che sono particolarmente triste perchè vorrei tenere stretta la mano di mia madre per farle sentire quanto la amo, rifletto sulla scelta di Jo che all’epoca della lettura non avevo capito, mi chiedo se non avesse avuto ragione lei.
Home sweet home.
La casa è lì dove è il nostro cuore, ma talvolta non è abbastanza.
maddai, lo sto rileggendo proprio in questi giorni ( e dopo rileggerò La casa degli spiriti)
RispondiEliminaMi spiace saperti triste, un abbraccio grande Mari!!
Anna
No, è che quando un cuore è troppo grande una casa sola non basta a contenerlo tutto.
RispondiEliminaBacio
Mariella però tu lo sai che sotto la mia scorzetta si nasconde una piangiona.
RispondiEliminaMi ha commosso questo post.
Essendo una mammona,e non me ne vergogno,ho compreso perfettamente il dolore che lòa tua scelta ha comportato.
Dall'altra parte ti ammiro profondamente.
Riguardo "Piccole donne" trilogias che ho nel cuore.
Ma la leggono ancora le ragazzine di oggi?
Sarebbe un peccato se così non fosse.
bacio grande veru
Veru, purtroppo no!!!
RispondiEliminaTe ti vedrei nei panni di Jo, sbaglio?? :-))
Come va oggi, Mari??
Un abbraccio a tutte e due!
Anna
Cara Mariella, la vita comporta sempre delle scelte: non sempre si può avere tutto.
RispondiEliminaAnche a me è capitato di trovarmi di fronte a un bivio e imboccare una strada piuttosto di un'altra.
Poi si va avanti.
Come diceva Gibran il Profeta: i genitori sono l'arco, i figli le frecce. Una volta lanciati prendono la loro strada.
E' già tanto se i tuoi comprendono e non ti rinfacciano niente. Credo che tu sia stata da questo punto di vista molto fortunata.
Ciao Anna ti pensavo proprio in questi giorni.
RispondiEliminaOgni tanto mi sparisci ;-)
Un abbraccio anche a te!veru
Ciao Anna,
RispondiEliminaieri mentre scrivevo il post ho preso dalla libreria il libro che raccoglie la trilogia di Piccole Donne.
Appena finisco il libro che sto leggendo, mi rimetto all'opera e lo rileggo per l'ennesima volta nell'attesa del Natale.
Grazie cara, un abbraccio grandissimo e non ci sparire di nuovo come dice Veru.
E' vero che non puoi più lasciare le tue cartoline, ma è anche vero che appena leggo le tue parole sorrido, è automatico!
Mariella
Ale,
RispondiEliminail cuore è grande, bellissima la tua frase, ma sempre più provato dalla distanza.
un bacio a te e grazie.
Veruskina,
RispondiEliminaquì come dice qualcuno la piangiona sono solo io!
Anzi come si dice a Roma, la piagnona...
Che fai perdi la corazza dietro la quale ti nascondi?
Per me Piccole Donne è un capolavoro da scoprire a qualunque età.
Oggi le ragazzine pensano di essere toste, ( anche noi del resto a quell'età...) ma un libro così si può solo amare.
Lo si legge meno nell'adolescenza, ma si fa in tempo a recuperare.
Mi è venuto in mente che si diceva la stessa cosa quando io ero ragazzina dei romanzi di Liala,
Ci si vergognava a dire che li si leggeva ma alzi la mano chi tra noi non ha mai letto "Dormire e non Sognare" e non ha sperato che Lalla tornasse.
Bacetti Veru.
PS: sto guardando Fiore, quanto mi è mancato!!!
Ciao Paola,
RispondiEliminai miei genitori, pur con tanta sofferenza, mi hanno spinto verso il mio futuro.
Mio padre per primo.
La sofferenza per la mia partenza è impressa nei loro occhi già al mio arrivo.
E io li amo immensamente, e questo dolore viene via con me, si accumula e ogni tanto straborda, quando come ieri sera mi rendo conto che hanno tanto bisogno di me e io non posso esserci.
Tutto qui.
Buona serata.
Mari... :-))
RispondiEliminaPerò devo alzare la mano..:-(
Anna
Io sono sicura che nonostante il dolore della tua lontananza gli provochi sofferenza , sia più la gioia della consapevolezza del tuo grandissimo amore per loro...
RispondiEliminaNo che non sparisco, è solo che a volte magari non ho un apporto da dare alla conversazione. Magari non conosco il libro o il film di cui parli, o non ho nulla di interessante da dire.
Bacione e buona notte!
Anna
Certo Mariella che è imbarazzante indossare grembiulino e fiocchetto e venire a giocare con voi a Piccole Donne.
RispondiEliminaTra l' altro con la presenza di tue amichette che non mi salutano più.
Tranquilla!
Faccio il bravo.
Ma sai: sento disagio.
Comunque - cara mia secchiona - se a Natale , cinquenne, mi avessero regalato un libro di tale portata ( seppur bambinato) come minimo mi sarei rotolato sul pavimento a frignare.
A parte che nelle mie zone i doni arrivano a S. Lucia ( 13 dicembre)... ma i giocattoli dovevano essere fucili, pistole, macchinine, soldatini , palloni: mica libri !
Anche andando avanti con l' età mi frullava la bile se tra i regali trovavo sciarpe, guanti, cappellini di lana e roba simile.
Tuttavia, ad otto o nove anni, riuscii a digerire l' arrivo di “Cuore”, di De Amicis: ha rappresentato il mio primo libro letto.
Allora parteggiavo per Enrico Bottini: oggigiorno mi entusiasma di più il Franti.
Va be', vado: non vorrei che così conciato mi vedessero gli amici.
Ciao Mari.
Ciao!
Paolino Paperino
Anna capisco perfettamente,
RispondiEliminanessuno vuole forzarti.
Sii sempre te stessa e torna quando vuoi.
Ma non restare in silenzio troppo a lungo che ci fai preoccupare.
Ti abbraccio, buona giornata.
ero io prima!
RispondiEliminaun po' influenzata...
Certo è Paolino, che in Piccole Donne, anche a volerlo mettere sotto la lente d'ingrandimento, personaggi per te non ce ne sono proprio.
RispondiEliminaForse qualche piccola peste nei Ragazzi di jo, terzo libro di minor caratura rispetto agli altri, si potrebbe trovare, di sicuro niente in confronto a Franti, riconosco.
Come sempre mi fai riflettere, sto virando un po' troppo verso il circolo del cucito e della maglia.
Devo rimediare.
Passiamo subito al prossimo post.
Ciao Paolino, a me piaci così come sei.
Il libro Cuore.
RispondiEliminaEcco quando si citano questi libri ti viene proprio la voglia di andarli a riprendere per rileggerli pagina per pagina.
Paoliono,Franti era anche il personaggio preferito di De Amicis.
Però io ho voluto tanto bene anche a Garrone.
Ma dai non è vero che è il circolo del cucito.
A me i tuoi post piacciono tanto.
Anche perchè se un libro non l'ho letto una tua recensione m'incuriosisce sempre.
Certo il Papero rispetta la tua delicatezza nell'esprimerti e quindi si contiene.
Sperando che gli amici non lo prendano per il culo...ghghghghghg.
bacio veru
Ecco, io rimango qui, perché al piano di X factor mi sento un pesce fuor d'acqua.
RispondiEliminaPerò, Mariella, devi anche considerare che comunque hai dei fratelli, qualcuno che mi pare sia rimasto accanto ai genitori.
Certo, più invecchieranno più sentiranno la tua mancanza e più tu sentirai che magari la tua presenza sarebbe utile.
Ma la vicinanza comporta anche tanti problemi, tanti attriti. Non dimenticare che non sei solo tu ma hai un marito. I genitori sono genitori, ma i suoceri sono un'altra cosa.
Poi guarda, io sono l'ultima che può dare consigli perché insomma, con mia madre è un conflitto continuo e certe volte avrei proprio voluto avere un fratello, una sorella, qualcuno per poter scaricare un po' questo peso.
Per me è davvero una responsabilità che non so come gestire, non perché non lo voglia fare, ma perché con mia madre è davvero difficile.
Difficile perfino da spiegare. Sicuramente le coppie lontane dalle famiglie a mio parere hanno meno problemi.
Paola, ho visto adesso il tuo commento.
RispondiEliminaSì, hai ragione, non sono soli, fortunatamente una delle mie sorelle vive vicino e mio fratello è a poca distanza, vive a Napoli.
Ma loro da indipendenti come sono, difficilmente richiedono aiuto anche quando ne hanno bisogno.
In questi giorni poi sono particolarmente preoccupata, per una questione di salute di mia mamma, che speriamo non sia grave.
E' questo che mi fa sentire quasi impotente a volte, perchè vorrei correre da loro, e non sempre mi è possibile.
Gli attriti ci sono stati, mica siamo una famiglia da Mulino Bianco!
Ma con l'età e con la nostra maturità sia io che mio marito affrontiamo i problemi genitoriali in maniera più tollerante.
E se un tempo l'intransigenza di mio padre o l'invadenza dei suoceri, ci portava a discutere anche fra di noi, oggi posso dire che li affrontiamo in maniera più serena, a volte anche ridendone.
Condivido poi il fatto che un fratello o una sorella sono un sostegno, almeno per me è così.
E non avere una spalla del genere, indubbiamente rende più dura la strada.
Forse le coppie lontane dalla famiglia in alcuni casi hanno meno problemi di convivenza, ma ti assicuro che la solitudine e la lontananza
da chi ci vuole bene fa male e non passa mai.
Sì, Mariella, immagino che la lontananza faccia male. Le preoccupazioni ingigantiscono...
RispondiEliminaMa prendi stamattina: a casa di mia madre, quella di origine, devono potare gli alberi, e lei, bronchitica cronica e asmatica, perennemente in cura e che ogni tot deve prendere cortisone altrimenti non respira, e che dovrebbe trascorrere l'inverno in casa al caldo, che ha voluto fare?
Andare su, perché deve controllare.
E allora vai domenica ad accendere il riscaldamento, vai stamattina alle 7.30 a prenderla, vai ad accompagnarla fin là, che non è lontano, ma alla fine due ore sono andate.
Arrivi là e lei non ha le chiavi, e per fortuna le avevo io, e non si era portata niente da mangiare, e per fortuna ci avevo pensato io, e nel pomeriggio torna su a prenderla, ma non a sera quando hanno finito, no, alle 15.30 perché vengono a fare la revisione della caldaia, ma lei non saprebbe che fare, come pagare, capire alcune cose che devo chiedere perché la caldaia è nuova, ma abbiamo dovuto cambiarla perchè lei vuole tenere la casa, che però non sa gestire. e poi rimarrò là fino a quando i giardinieri avranno finito, per riportarla a casa e portarla a fare la spesa, perché se la faccio io non va bene quello che compero.
E sono pronta a scommettere che oggi sarà un continuo denro e fuori, senza coprirsi e in settimana starà male, e allora dovrò ancora correre io.
Ma nel frattempo il tutto mentre mi tiene il muso perché ha saputo che quando sono andata ad accendere ho pulito la sua casa...e sai perché? Perché quando a inizio ottobre è venuta giù vicino a me, mi sono accorta che aveva dimenticato le pattumiere in cucina, e te l'immagini cosa ho trovato dopo un mese? E l'odore che c'era? ma lei questo lo vede come un'invasione e un'intrusione nel suo spazio, perché vorrebbe che io la portassi con me ogni volta che vado a controllare casa sua.
E io come posso gestire una situazione così?
Mari, a volte ci provo a ridere, ma credimi, non è semplice....
Mia madre sarebbe una donna che deve vivere con una badante, ma non la vuole.
con noi, neanche parlarne. Il ricovero, per carità, dice che si butterebbe dal balcone.
Capisco benissimo, è difficile.
RispondiEliminaTi racconto allora cosa ha fatto mio padre ieri...
Mio padre ha avuto un infarto 3 anni fa mentre era in campagna nell'orto della casa di mia sorella, perchè a oltre 75 anni i crede di essere un ragazzino,
Non fidandosi del contadino che gli sistemava orto e giardino, aveva deciso di portare da solo la terra nuova dal cortile con la carriola fino all'orto.
La fatica incredibile fatta lo ha portato all'infarto.
La paura di quel giorno dovrebbe averlo moderato che dici?
E invece dopo il primo anno in cui è stato tranquillo, prima ha ripreso ad andare a controllare che tutto venisse fatto a regola ( ovvero come dice lui), poi ci rimesso di nuovo testa gambe e braccia.
E ieri, ha fatto da solo i nuovi solchi per l'inverno!
E mentre me lo raccontava al telefono se la rideva... non ti dico la rabbia, ma cosa ci possiamo fare lo leghiamo alla sedia?
Se gli togli lo svago della terra lui ci muore!
Quindi ci tocca ripetergli sempre le stesse cose e sapere che tanto non ti ascolta.
Poi va a fare i controlli dal cardiologo a Napoli e si dimentica gli esami e la cartella clinica, non racconta tutta la verità, non dice che per esempio dopo questi sforzi ha dei dolori al petto e inventa che va tutto bene...
A quel punto tocca a mio fratello che lo accompagna e lo conosce costringerlo a raccontare la realtà.
Si prende l'ennesimo cazziatone dal medico, torna a casa, sta calmo qualche giorno e ricomincia come prima...
stare vicino o lontano dai familiari fa sempre male. se ti stanno vicino, direi anche troppo vicino nel mio caso, visto che ci divide una semplice porta centrale con chiave che abbiamo tutti,dicevo, se ti stanno vicino invadono la tua privacy, ti chiamano a tutte le ore, direi tutti i minuti, fregandosene se sei a tavola, se stai facendo mangiare tuo figlio piccolo o se stai discutendo con tuo marito nell'ultima stanza il più lontano possibile dalle loro stanze. se hanno deciso di dirti una cosa nulla li ferma, perchè poi si dimenticano e non serve a niente ricordare loro che possono scriverla. anche con i miei suoceri, che vivono ad un'ora non serve a nulla ricordare che noi alle 14 pranziamo, alle 22 abbiamo finalmente l'ora di tranquillità e la domenica mattina è l'unico giorno della settimana in cui si può dormire fino alle 9, se hanno deciso di telefonarti niente li ferma...e non dico le cazziate quando non rispondiamo subito o ADDIRITTURA non rispondiamo proprio perchè magari siamo usciti o più semplicemente siamo nel bagno!
RispondiEliminai miei mi sono vicini ma alle volte vorrei che quella porta stesse a km di distanza. sono io che li accompagno ovunque serve, mi prendo tutti i cazziatoni anche davanti ai bambini quando potrebbero evitarsi, mi preoccupo maggiormente per loro e conseguenza per me "riconoscenza" per i miei fratelli "supporto economico" (per il piccolo che non lavora ma non aiuta e non fa un cavolo-tipico 19enne di oggi) "tante chiacchiere e mi manchi" per l'altra che è al nord.
stare vicino o lontano dai familiari fa sempre male. Mia sorella e mia madre si sentono almeno tre volte al giorno, parlano tanto, l'una manca all'altra. una si sente sola, l'altra impensierita. Di mio so che sarò disponibile e presente con tutti, genitori suoceri parenti, ma continuerò a sognare la Valle d'Aosta e Kangaroo Island e fare tanti piccoli viaggetti per ritagliarmi quella privacy che in casa sembra non riesca a trovare.
Comprendo pienamente Paola ed il suo rapporto con la madre e posso dire che il mio è sulla stessa lunghezza d'onda. SONO SODDISFAZIONI! Ai genitori vogliamo un mondo di bene, per loro e per i figli daremmo la vita, ma non provare mai a rinfacciargli qualcosa o a ricordare loro che "tu c'eri" "li hai accompagnati" "glielo hai regalato tu" "ti disturbano troppe volte" ti diranno sempre che non è vero e che fanno tutto da soli.
Penso che siamo destinati ad invidiarci sempre. chi vive lontano vorrebbe essere più vicino e chi è vicino vorrebbe essere più lontano. Nel mio caso aggiungiamo anche che vivo in una città fatta diventare di merda!
Vorrei aggiungere: in piccole donne Jo era il mio personaggio preferito, ma troppo coraggiosa, Amy l'avrei preso volentieri a schiaffi ma mi sono sempre sentita molto Meg, eccetto rari momenti di "BETtitudine"
RispondiEliminaAi cara, tu sembri Meg, ma in realtà sei Jo.
RispondiEliminaPrima o poi ti sarà chiaro come è chiaro a tutti noi!
Io poi ti chiamo già Jo.
Ai non ho molto da aggiungere al tuo sfogo, forse perchè so davvero bene di cosa stai parlando e di chi.
RispondiEliminaMa sono entrata nel circolo del mi mancano e li tollero perchè non so ancora per quanto tempo potrò godere di loro.
E questo me ne fa inghiottire di bocconi amari.
E vero anche che anni fa, reagivo esattamente come te.
Specialmente la domenica mattina.
Le chiavi delle porte comunicanti si possono togliere e pretendere la privacy da chi ci sta vicino.
Anche reagendo male se serve.
O fare con il telefono come qualcuno che conosciamo che lo stacca, prima o poi si stancheranno. Forse...
Mari