Ho già affrontato più volte l'argomento della violenza contro le donne. Lo faccio con frequenza perché non basta parlarne il 25 novembre. Quello che mi fa tanta paura è l'incrementarsi dei femminicidi nel 2021 dopo che non si erano placati nemmeno durante la pandemia. Ne ho parlato QUI.
Proprio durante l'ultimo weekend, solo nelle 24 ore di domenica 7 febbraio, ben tre donne, sono morte ammazzate da qualcuno che conoscevano bene. Mariti, compagni, ex.
Queste donne si chiamavano, PIERA, ILENIA, LULJETA. Hanno storie molto diverse tra loro ma sono unite da un unico comune denominatore: la morte violenta per mano di chi avrebbe dovuto rispettarle e proteggere.
E voglio raccontarvi le loro storie a modo mio.
Piera è di Palermo, ha un sorriso dolce,nella foto in cui è a cavalcioni di una vespa azzurra. Capelli lunghi e biondi, occhi profondi, tre bambini e un lavoro che ama: lei canta. Un matrimonio arrivato al capolinea, un nuovo amore. È forse una colpa cercare di trovare la felicità altrove, se chi hai accanto probabilmente ti fa tanta paura? Piera è stata colpita in casa dal marito che le ha sferrato dieci coltellate con un coltello lungo venti centimetri. Perché lei "non lo voleva più".
Ilenia è di Faenza. Ha una figlia grande, due enormi occhi azzurri e una vita che aveva ripreso a percorrere in autonomia, dopo essersi separata dal marito. Indipendente, sicura di sé. Allegra e piena di vita. I problemi con l'ex consorte erano molti, probabile ci fossero delle pendenze economiche da risolvere. Ammazzata con una coltellata alla gola, brutalmente.
Luljeta è albanese, ma vive in Italia da molto tempo. Ha un nome dolcissimo come lo sguardo. Ha avuto una vita complicata che non starò qui a spiegare e poi non importa. Tante difficoltà assieme a sogni che non si saranno realizzati. Il vivere ai margini nulla toglie all'anima di una persona. È stata ammazzata sul ciglio di una strada, colpita alle spalle e lasciata a terra dal compagno ubriaco, che poi si è dileguato.
BASTA
È terribile e purtroppo questa reclusione forzata aumenta i rischi per le donne di subire violenze, maltrattamenti quando non la morte per mano di autentici bastardi che uomini non sono, saranno qualunque cosa ma uomini no! Molto toccante il ritratto che hai fatto di queste tre donne, toccante e straziante allo stesso tempo.
RispondiEliminaParlare di femminicidio è sempre attuale e anzi sta diventando una vera emergenza sociale. Ho cercato il loro punto di vista. Persone non un numero in progressivo aumento.
EliminaGrazie di cuore per le tue parole.
Mamma mia...
RispondiEliminaBrividi di rabbia e ingiustizia, e la sensibilità del tuo punto di vista li ha accentuati ulteriormente. Bellissimo post.
Un'Ingiustizia forte che cozza con quei diritti di cui il mondo intero si riempie la bocca facendo ben poco. Sarebbero tanti gli strumenti da attuare. Invece nulla. Qualche foto sui giornali, il titolo in prima pagina il primo giorno e poi silenzio.
EliminaGrazie a te, di cuore.
Bel post anche se l'argomento è così tragico!
RispondiEliminaLo è, ma è ancora più orrendo il silenzio che cala tutte le volte fino all'omicidio successivo.
EliminaCiao Mariella...l'argomento, purtroppo è tragico ed emozionante, anche perché mi coinvolge appartenendo al genere. In merito penso che non ci sia soluzione. Non voglio generalizzare perché non sarebbe giusto e nemmeno sensato, ma credo fermamente che l'uomo sia portato alla violenza e che ne faccia uso per dimostrare la propria superiorità fisica, senza però pensare che mette solo in mostra la propria insignificante essenza e grettezza mentale. L'uomo che ricorre alla forza è sempre perché possiede poco cervello e, nel caso di assassini, anche poca coscienza. Noi donne dovremmo imparare da bambine a farci rispettare e a difenderci fisicamente dai soprusi e ai maschi, dovrebbe essere inculcato nelle scuole e nelle famiglie il rispetto e la stima per il genere femminile. Ciao Mariella...il tuo post mi ha commosso.
RispondiEliminaPermettimi di aggiungere una postilla al tuo commento che condivido: non stiamo parlando di uomini, ma di bestie. Io non credo che in generale tutti gli uomini siano portati alla violenza. Credo che ci siano alcuni maschi predisposti e allevati con la presunzione di essere superiori a chiunque, non solo alle donne. Questa presunzione atavica si scatena particolarmente in ambito familiare, lì dove pensano di avere maggiore potere. Come dici tu, parte del cambiamento dovrebbe partire dall'educazione in famiglia. Educazione che dovrebbe comprendere il far capire soprattutto alle donne che il tempo dello schiavismo è finito e che va preteso il rispetto. Famiglia, scuola e società devono adeguarsi.
EliminaGrazie di cuore Vivì, buona giornata.
Fai benissimo a parlarne ogni volta che occorre, perché questa piaga deve finire e questi maschi che non sono uomini devono pagare in maniera esemplare! Tipo usati come cavie per sperimentare medicinali e vaccini al posto degli innocenti animali.
RispondiEliminaE la giustizia che concede attenuanti a questi assassini ammazza una seconda volta queste donne! Bastardi con la toga, vili complici di vigliacchi senza attributi!
Grazie. Io ne parlo ogni volta che voglio perché è un argomento scomodo che sarebbe meglio relegare una volta all'anno. E invece no, lascio la luce sempre accesa. Giusto, non sono uomini, ma maschi violenti. Mi piace l'idea di farli diventare delle cavie, ancora di più mi piacerebbe renderli "innocui" per sempre. Quella sì che sarebbe una punizione esemplare.
EliminaE poi li metterei in un recinto alla mercè dello scherno altrui.
Sulla giustizia che è al palo dal 2013, nonostante i ripetuti appelli della Corte Europea, (parlo dell'Italia) non mi pronuncio altrimenti partono gli insulti.
cristiana marzocchi ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "[ATTUALITÀ] LA CORSA DEI FEMMINICIDI NON SI FERMA":
RispondiEliminainnanzi tutto cambiare l'educazione famigliare. Il 90% dei futuri genitori vorrebbe un primogenito maschio; i padri desiderano continuare il nome della "casata", le madri incontrano , finalmente il 'Principe azzurro" E' ancora radicato il concetto che il maschio potrà essere un valido sostegno, mentre la figlia prenderà il volo e penserà alla propria famiglia. Inoltre , secondo una statistica,
allevare una figlia femmina costa molto di più.Insomma, siamo alle solite, il maschio è più libero di agire e la donna , più sottomessa, per cui, come osa criticare il marito , chiedere magari il divorzio? L'adulterio poi,...il maschio è cacciatore, la femmina , una puttana e zitta e a cuccia
Siamo ancora a questo punto, per molti casi. È desolante, ma tristemente vero.
EliminaSi continua a sbagliare. Per non parlare del fatto che, negli ultimi anni, le responsabilità nell'educazione dei figli, si rimandano sempre più alla società. Insomma le famiglie si sottraggono e consegnano le chiavi ad agenti esterni. Terribile...
Maschi o bestie, diciamo che propendo per il secondo.
RispondiEliminaCiao Valeria, buona giornata.
Dovrebbero chiuderli in cella e buttare la chiave. Purtroppo il problema è che la giustizia italiana spesso è stranamente morbida con gli assassini e i criminali in genere...
RispondiEliminaIn Italia si percorre il cammino di presunta redenzione e pentimento, palesemente influenzato dalla Chiesa.
EliminaPurtroppo.
@Ariano, la giustizia e lo Stato fanno poco. Ma credo che sia un problema da estirpare alla radice ,partendo dall'educazione. Mi ripeterò fino all'infinito ma ancora oggi sento mamme che lasciano fare tutto quello che vogliono ai figli maschi mentre mantengono più rigore con le bambine. Se nel terzo millennio i bambini crescono ancora con queste differenze, ci sarà sempre qualche mela marcia che si arrogherà il diritto di fare quel che vuole della sua compagna che vede come "schiava". Parola forte, ma è così.
Elimina@Gaspare, sicuramente la Chiesa ha causato notevoli danni alla nostra società.
EliminaSono dati che fanno riflettere, non bisogna restare in silenzio, soprattutto in questo periodo.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Infatti, qui facciamo spesso rumore;)
EliminaBuona serata CAV!
Chissà cosa, di ingiustificabile ovviamente, scatta dentro un uomo (uomo?) per arrivare a questo.
RispondiEliminaOk, a volte succede anche alle donne, quindi forse non è proprio solo una cosa di genere, ma una cosa di testa: il senso di non avere più controllo sull'altro, il senso di essere messi da parte, chissà.
Segno dei traballanti tempi che viviamo, dove le certezze sono di fragile cristallo...
Moz-
Se quell'(uomo) fin da bambino cresce con esempi familiari distorti reputerà il suo modo di guardare alla donna del tutto normale. Un oggetto di cui disporre a piacimento. E come un bambino capriccioso, quando quell'oggetto per un qualsiasi motivo gli verrà strappato dalle mani, anche se in fondo non gliene frega più niente, lo rivorrà ad ogni costo. Il grave problema è che la donna non è un giocattolo.
EliminaI tempi che viviamo sono solo una conseguenza di disastri precedenti...
Non solo esempi famigliari, per me c'è proprio l'indole nelle persone (maschi e femmine, senza distinzioni).
EliminaUn approccio sbagliato all'altro, direi. Egoismo, prepotenza, insicurezza... Che certo, un ambiente malfermo non farà che peggiorare.
Moz-
L'ambiente è determinante, sempre e comunque. Perché se una persona nasce con delle problematiche, può essere educato nei suoi comportamenti. Se è lasciato solo al suo destino, cresciuto con idee sbagliate, può peggiorare nelle sue convinzioni e arrivare a compiere atti folli.
EliminaLe tragedie famigliari esistono da sempre, molto spesso l'uomo più che dare l'amore pretende di esercitare sulla compagna un vergognoso diritto di possesso diventando talora un assassino pur di non perdere la sua proprietà, o mia o di nessuno.
RispondiEliminaCome difendersi, non lo so, ma sono certo che lo Stato dovrebbe essere più presente aiutando anche economicamente le donne che denunciano della situazioni famigliari pericolose e le donne non dovrebbero mai perdonare.
Spesso uno schiaffo oggi diventa un omicidio domani.
Cari saluti, fulvio
È anche un problema di soldi, sicuramente. Lo stato dovrebbe aumentare il numero di case rifugio, dare fondi e sostenere le varie associazioni, contribuire al mantenimento delle donne in difficoltà. L'indipendenza della donna e la sua protezione, leggi più efficaci che non consentano scappatoie, potrebbero essere un buon punto di partenza.
EliminaUn abbraccio Fulvio, grazie.
Educazione diffusa per prevenire questi crimini e galera senza pietà per chi li commette.
RispondiEliminaMassimo della pena e nessuna scappatoia.
EliminaGià, tre donne uccise in una sola giornata !! Donne che si aggiungono a tutte le altre che hanno subito le stesse violenze, in una catena che sembra non avere mai fine !! No, non sono uomini coloro che uccidono, sono solo assassini, gli uomini veri sono un'altra cosa !! Anche questo periodo di incertezza e di chiusura, non fa altro che alimentare le menti malate ed esasperare gli animi. Cosa si può fare, non lo so !! Sembra quasi che non ci sia niente che possa fermare questa follia. Dare il massimo della pena, certo , sperando che serva !! Saluti.
RispondiEliminaVerissimo, questo periodo di chiusura ha sicuramente alterato ancora di più le menti di chi "sano" non lo è mai stato.
EliminaBisogna cambiare tutto, partire dalle fondamenta, avere uno stato e le forze dell'ordine attente. Leggi decise e dure. Ma intanto, iniziamo con il rispetto. Quello che ci meritiamo noi e quello che ci devono gli altri. Tutti.
Un abbraccio a te.
So qualcosa del primo femminicidio dei tre di cui parli.
RispondiEliminaPiera è la cantante neomelodica uccisa dal marito.
Non era la prima volta che il marito era violento con lei e non ha voluto mai denunciarlo.
Donne ..io dico una cosa , uomini bestie finché volete ma cazzo se qualcuno vi alza le mani contro denunciate , non lasciate passare manco uno schiaffo. .
Poi succedono ste cose...!
Non è una garanzia di salvezza nemmeno la denuncia ..ma non farla proprio è una cosa che non capisco.
Di Jlenia ho sentito che potrebbe trattarsi addirittura di un omicidio su commissione (?),di Luljeta non sapevo niente .
Comunque troppa tristezza nel cuore..danno ste notizie.
E purtroppo i casi non accennano a diminuire nonostante tutta la sensibilizzazione.
Ciao
Sai Max, la prima cosa a cui penso è il perché non si denuncia quando accade una violenza. E lo dico sempre, ogni volta che ne parlo, che bisogna denunciare. Ma gli equilibri e le fragilità delle persone non possiamo comprenderli fino in fondo, non sappiamo nulla degli altri. Delle paure, dei ricatti che possono subire. Le violenze fisiche ma pure quelle psicologiche. Nel nostro mondo appaiono del tutto incomprensibili. Per questo lo stato dovrebbe essere presente e sostenere le donne in difficoltà. Ma non a parole, con i fatti. Perché donne che hanno denunciato ce ne sono e sono tante. Molte hanno visto quelle bestie che le avevano distrutte finire in galera. Ma poi sono uscite per buona condotta, per scadenza dei termini, per pene lievi. E sono tornate a perseguitarle, in alcuni casi sono riuscite ad uccidere, anche dopo parecchi anni. Questo non deve accadere. Altrimenti le donne, quelle che non denunciano, continueranno a stare zitte. Perché non c'è nessuno che le possa tenere al riparo da quell'orrore. Anche se ci provano. Perché sono sole, e nessuno si salva da solo.
EliminaQuando finirà tutto questo? Quando?
RispondiEliminaQuando avremo realizzato che per salvarle dobbiamo essere uniti.
EliminaAvevo letto diversi post su facebook in fine settimana scorsa che trattavano questi tre casi. Confesso che non riesco ancora a capire come possiamo essere arrivati tanto avanti in tante cose e rimanere tanto indietro cu altre. è spaventoso che ancora nel 2021 una donna deve ancora temere il compagno con cui ha scelto di passare la vita...
RispondiEliminaCredo che per eliminare questo fenomeno, dovremo analizzarlo e affrontarlo da diversi punti di vista e diverse angolazioni cominciando da noi donne, avere sempre un lavoro che possa garantirci indipendenza economica, non rinunciare ad amici e hobby, stabilire dei limiti, lasciare spazio personale al nostro compagno e prenderci dell'altro spazio anche per noi stesse e forse gradualmente queste cose spariranno.
È un problema globale. Poi ci sono nazioni che sono più avanti a livello di leggi e di protezione. Noi, come al solito, siamo il fanalino di coda, anche perché l'idea della donna sottomessa fa parte della nostra cultura ed è difficile da sradicare.
EliminaCome dice Manzoni, le "gride" non fanno diminuire il fenomeno criminale dei "bravi". Però è necessario che se ne parli. Alla lunga la scuola può forse fare la differenza. Da subito bisogna indurre le donne a condividere le loro esperienze negative ben prima che risultino fatali. I Paesi cui guardiamo come "più civili" conoscono meno il fenomeno, legato a sacche di povertà culturale sia degli uomini che delle donne.
RispondiEliminaCe lo siamo detti altre volte, la scuola non basta. È la società che deve cambiare e bisogna iniziare dalla famiglia. Dalle donne stesse, che spesso avvallano tradizioni culturali da eliminare.
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