Sempre che un giardino m’accolga
io ti riveggo, Padre, fra aiuole,
lievi le mani su corolle e foglie,
vivo riveggo carezzare tralci,
allevi rose e labili campanule,
silenzioso ti smemorano i giacinti,
stai fra colori e caldi aromi, Padre,
solitario trovando, ivi soltanto,
pago e perfetto senso all’esser tuo.
Marta Felicina Faccio detta "Rina" e poi Sibilla Aleramo, nasce ad Alessandria nel 1876 e muore a Roma nel 1960. Scrittrice, giornalista e poeta, ha dedicato la sua vita alle battaglie per i diritti delle donne in Italia. Il suo romanzo più celebre "Una donna" possiamo definirlo il suo manifesto. Leggendo la sua biografia con molta attenzione ho compreso quanto il suo dolore per le difficoltà e gli abusi subiti fin da ragazza (fu violentata giovanissima da un collega e costretta poi a sposarlo) la portarono a svolgere un'attività politica in prima linea sempre a difesa delle donne. Anche il rapporto con il padre influì nel suo percorso. Rapporto difficile, irto di ostacoli e doloroso. Ma l'affetto provato per lui ritorna come un'onda di enorme portata attraverso le righe potenti dell'ultima poesia che gli dedicò e che vi propongo oggi. Accorata, splendida e gentile.
In effetti, magari è solo una mia impressione, ma in questa poesia che è un ricordo di suo padre vedo un affetto molto smorzato, un padre che viene ricordato come se fosse a suo agio più in mezzo alle piante che (come omessa contrapposizione) agli esseri umani... D'altro canto lei aveva dovuto subire un matrimonio odioso per obbedire alla volontà paterna.
RispondiEliminaHa sofferto molto a causa del padre e l'allontanamento è durato fino alla morte di lui. Ci sta che la poesia sia delicata e allo stesso tempo distante.
EliminaQuanti soprusi hanno dovuto subire le donne. Avevo sentito parlare di questa poetessa e del suo libro “ Una donna”, ma ignoravo la storia della sua vita, il matrimonio forzato con il suo aguzzino. Deve essere stato orribile per lei. Avrà combattuto con suo padre inutilmente. In questa poesia, dove predomina la dolcezza del sentimento paterno, forse avrà espresso un desiderio. Il desiderio di ricevere quella dolcezza che forse non ha ricevuto. Questo è quello che ho percepito. Buona giornata, Mariella.
RispondiEliminaQuando prese la decisione di liberarsi dal giogo di quel matrimonio fu costretta a separarsi dal figlio. Quest'ultimo credo non le abbia mai perdonato quell'addio. Ebbe rapporti conflittuali con tutti gli uomini della sua vita, compresi gli amanti. Anche il rapporto con Dino Campana fu tormentato. Ma ci ha lasciato una testimonianza di vita incredibile.
EliminaBuona giornata a te e grazie.
Una vita complicata e dolorosa. Ciononostante, che splendidi versi.
RispondiEliminaForse una vota complicata viene sublimata da versi potenti. Un abbraccio💛
EliminaHo letto qui la vita di Sibilla Aleramo , non la conoscevo. Sicuramente ha avuto una giovinezza difficile , divisa fra il difficile rapporto con il padre e le violenze di un collega e , poi, marito. Sicuramente ciò che ha passato, l'hanno portata a scendere in campo , in difesa delle donne , perchè nessun'altra subisse le violenze che aveva subito lei. Il padre, in questa poesia, sembra attratto solo dalla pace della natura e questo va bene ma ci dovrebbero essere anche gli affetti dei familiari. Ciao Mariella,. non capisco perchè i tuoi commenti, nel mio blog, finiscono tutti in spam !!! Io sto abbastanza bene, ti ringrazio. Ciao cara e buon week end.
RispondiEliminaTutta la sua vita non è stata facile. Sono convinta che il suo errare tra città e amicizie più o meno affettuose, fosse dovuto anche alla disperata ricerca di un compagno che fosse alla sua altezza. Vero, nella poesia il padre sembra una figura distratta da altro. Un bell'omaggio ma che dice tutto della distanza tra i due.
EliminaPs: davvero non capisco perché tutti i miei commenti da te vanno in spam. Grazie di aver recuperato. Un abbraccio grande.
Una vita difficile la sua, un paradigma delle donne del suo tempo, se si volevano ribellare al giogo patriarcale.
RispondiEliminaUn esempio importante anche oggi.
EliminaBeh la vedo un po non affettuosa questa poesia ..distante
RispondiEliminaAlla fine se ti fan del male..non è che sei affettuosa con chi te lo fa..e del male intendo costringerti a sposare chi ti ha violentato..
Quando dicono che è un mondo difficile adesso per le donne..(SICURAMENTE!)pensiamo anni e anni fa ..quando se ti violentavano era colpa tua +dovevi sposare il mostro ..una vita dj violenze continue e ZITTA.
Vero, molto distante. Chissà, magari il suo estremo tentativo di riavvicinarsi a chi le ha fatto molto male è riuscito solo in parte. Perché nella poesia si legge benissimo che non erano uniti e che non c'è partecipazione affettiva...
EliminaNon conosco questa donna poeta, sarà l'occasione per leggere qualche suo scritto. Grazie Mariella
RispondiEliminaSono contenta di avertela fatta conoscere. Un abbraccio💛
EliminaSibilla Aleramo ha pagato a caro prezzo la sua emancipazione. Nel suo libro "Una donna" descrive molto bene la condizione femminile dell'epoca.
RispondiEliminaCiao
Certo, è così. Ma le condizioni della donna e il periodo sono ancora meglio rappresentati da tutti i suoi scritti che lei protesse da tutto e tutti. Sapeva che erano il suo lascito più importante. Ciao!
EliminaUna condizione che stupisce, costretta a sposare il suo stupratore. Immagino tormenti infiniti che se anche hanno permesso tanto cuore e tanta arte, devono essere costati dolore immenso.
RispondiEliminaEh, non stupisce mica tanto se consideriamo il periodo storico... e l'ambiente da cui proveniva. Un dolore immenso, purtroppo. Con fine pena mai...
EliminaEh, non stupisce mica tanto se consideriamo il periodo storico... e l'ambiente da cui proveniva. Un dolore immenso, purtroppo. Con fine pena mai...
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