Potremmo essere noi, mentre ci stiamo cercando. Tesi dal desiderio di incontrarci, di arrivare alla nostra stella. Con tutta quella luce che ci gira dentro, che non trova sfogo e sbatte le ali come una farfalla impazzita. Potremmo essere noi mentre prendiamo quel treno, che le moto ci hanno sempre fatto paura. Mentre la terra scorre accanto e i pensieri si azzuffano dentro. Infiniti a rincorrersi pieni di fremiti di ansie e di paure. Ma che voglia di raggiungerli, di farli a pezzettini e di ricompattarli. Noi in quella grande stazione bianca, che riconosciamo, perché l’abbiamo sognata tante volte. Noi,mentre guardiamo la grande piazza che ci gira intorno, il grattacielo accanto. Quella strada urbana, cosi incommensurabilmente lunga. Sì, noi che abbiamo paura ma la vogliamo fregare. Non hai mai avuto le scarpe grosse, ma l’eleganza di una persona buona e forte. I sogni coltivati sono finiti in fondo ad un cassetto, c’è da costruire la vita vera, ma non sai ancora se è quella che ti sei imposto o se ci sarà dell’altro. Io invece i sogni non li ho mai coperti, mi hanno sempre aiutato a rialzarmi. Del resto se adesso, batto forte i tasti del mio pc per raccontare la nostra storia è perché, quei sogni ce li ho ancora dentro che gridano. Forte, come quando ero bambina e sognavo di volare, quando a scappare non poteva essere la corteccia ma la polvere di stelle. Io che ho amato la città luminosa fin da quando, piccolissima, ne ho respirato l’odore e toccato l’erba. Con occhi spalancati attraverso i quali la bevevo tutta. E speravo, che mi bruciasse dentro tutta quella vita che volevo per me. Poi, tutto quel ritmo mi ha ubriacato e ho perso i passi. Ho ripreso ad urlare in una casa di vetro che non era la mia, dove le urla degli altri erano ancora più forti. Non era quello, il mondo. Non era quella la sostanza. E allora sono passata da una periferia all’altra, lungo un viale di platani. In un giorno di settembre di una lucentezza assurda. Ho ritrovato i passi, il cuore. Ho scoperto un sorriso uguale al mio. Modalità on. Tenersi per mano. Ero arrivata.
(Mariellaesseci 2016)
Liberamente ispirato da Anna e Marco (Lucio Dalla - 1979)
Vorrei dire a tutte le donne, facendomi voce di quelle calpestate, derise, umiliate,violentate e uccise, che non ci serve una festa all'anno. Che ci servono rispetto e amore tutti i giorni. Avere al nostro fianco uomini e donne così, che ci sappiano cantare, poetare, raccontare, abbracciare, tutelare, sostenere.AMARE. È quello che conta.
E ai molti che già lo fanno, oggi vorrei dire GRAZIE.
Molto bello e poetico, Mariella: un incalzare di immagini ed emozioni che coinvolge. Sì alle donne serve rispetto tutto l'anno, ma quello che serve davvero è che comincino a rispettare se stesse e smettano di essere le proprie stesse nemiche. Quello che asservisce la donna è il plagio mentale subito crescendo immerse nella cultura dominante e patriarcale: questo molto prima dei coltelli e delle botte che poi le uccidono...
RispondiEliminaPensa che, un anno fa, per aver asserito quanto hai scritto tu oggi sul mio blog, si scatenò l'inferno. Figurati se non sono d'accordo!
EliminaConcordo con il tuo pensiero, le donne vanno rispettate sempre.
RispondiEliminaBuon 8 marzo!
Grazie Cav. Per il pensiero e per gli auguri che sono sempre ben accetti!
EliminaUn grande brano ha ispirato un grande passo, brava Mariella. Quanto alla tua chiosa mi trova ovviamente d'accordo così come condivido il commento di Sfinge e la sua riflessione.
RispondiEliminaGrazie per avere apprezzato il mio racconto. Mi fa davvero piacere. E grazie do cuore per essere così vicino e condividere il pensiero di Sfinge che è anche il mio. Ti abbraccio.
EliminaBello il racconto di come hai lottato sognando e di come sei arrivata a mettere la tua manina dentro la manona dell'uomo che ami.
RispondiEliminaBello averlo vicino il calore che emana la tua anima. Quel pezzo di felicità che hai ottenuto è merito suo -pensi tu- ma lui sa che è tutto merito tuo. Mo dai un misto di gioia e di pena, perché ti vedo entusiasta, costi quel che costi, come lo sono io, che purtroppo per via dell'età quasi il doppio della tua SO che il peggio viene sempra dopo ogni curva, che tu aspetti con ansia di vedere, perché sarà bella e foriera di novità ed io so che le novità quasi sempre sono pessime o violente. Questione di bagagli giornaieri accumulati. Però ti auguro di rimanere sempre quello che sei ORA, per il tuo bene, per il SUO e per tutti quelli che tivogliamo bene, e siamo tanti.
Grazie Enzo, per prima cosa di avere apprezzato il mio racconto. Tu sei tra quelle persone che i complimenti li fanno sinceramente e con tutto il cuore. Sei tra quelli che non si nascondono e che non conoscono invidia e pregiudizi. Però non ho mai pensato che debba ringraziare solo mio marito per la strada che ho percorso. Innanzitutto ringrazio me. Non sono entusiasta, ma soddisfatta. Perché so quanto è stata dura. Perchè è da quando avevo 19 anni, che mi basto da sola. Non ho mai chiesto a nessuno nulla e ad oggi, mi faccio ancora un mazzo così. Non vivo alle spalle di nessuno. Poi sono felice di avere un compagno in gamba, con il quale ho camminato e camminerò. So che ci saranno tante curve ancora da superare. Le affronterò con la grinta che mi riconosco e spero di superarle, come tutte quelle che ho lasciato indietro. Sarò ancora quella che sono ora, se la fortuna mi aiuterà. Grazie per l'amicizia❤
EliminaDimenticavo: vedo sto otto marzo come IL TRIONFO DELL'IPOCRISIA mascolina. Una giornata alzando i calici, un mazzo di mimose, ci ripaga e ci libera dai sensi di colpa per il nostro continuo sfruttamento ignobile della vostra bontà e -ancora peggio- dell'amore che voi ci versate addosso come una doccia. TUTTI I GIORNI. E noi in cinque minuti ce la caviamo brillantemente che a tutto ha pensato il fioraio che si augura che arrivi l'otto marzo ogni mattina.
RispondiEliminaAnche io vedo l'8 marzo come una celebrazione finta, in larga parte ma poi mi dico che aiuta anche il parlarne. Delle donne, della fatica che ci mettiamo ad andare avanti. Tutti i giorni. Con il tempo lì davanti, come dice il mio cantautore preferito.
EliminaInnanzitutto , voglio dirti che le drammatiche immagini del tuo racconto mi si sono proiettate nell'anima come un film dell'orrore. Nulla è cambiato, purtroppo, da un anno a questa parte, neanche la blasfema giornata che viene imposta ogni anno l'8 marzo , una giornata che puzza come quella mimosa che dovremmo apprezzare.
RispondiEliminaRicordo il tuo post dell'anno scorso che invitava le donne ad amarsi maggiormente.
Ricordo anche i commenti di quella due pseudo donne colme di livore.
Cri
Oddio, perché drammatiche? Ho raccontato un piccolo pezzetto della mia vita...A dire il vero non rinnego niente soprattutto il fatto che molte di quelle speranze si sono realizzate. Io, come dico sempre,semore sono stata fortunata😉
EliminaL'anno scorso ho passato assieme a voi amici (soprattutto te e Enzo) dei momenti durissimi a causa di quel post. E dire che si parlava solo di consapevolezza. Ti abbraccio forte forte.
EliminaMi riferivo , più che ad altro a "Ho ripreso ad urlare in una casa di vetro che non era la mia, dove le urla degli altri erano ancora più forti " e sono lieta delle tue realizzazioni.
EliminaCri
Si, mi sono trovata coinvolta in una situazione pesante, che non era la mia e da lì nacque una decisione che cambiò completamente la mia vita. Fu un momento difficilissimo. Grazie per averlo compreso e fatto tuo😘
EliminaQuanta emozione in queste tue parole. Non dico altro, solo, ti abbraccio fortissimo! ♥️
RispondiEliminaChe tu sai quanta verità e vita vera c'è, in quelle parole. Abbraccio circolare❤
EliminaA noi donne non serve un giorno l'anno per essere considerate, noi donne vogliamo essere rispettate e considerate sempre. Non ci serve l'otto marzo per ricordarci che siamo DONNE, non ci serve un giorno di allegria forzata per farci dimenticare tutte le donne che nel mondo vengono quotidianamente vessate, picchiate, private della loro dignità e uccise.
RispondiEliminaBuon pomeriggio!
Buon pomeriggio cara. È perfetto quello che dici. Perfetto. Dignità, rispetto e amore tutti i giorni. Ti abbraccio.
EliminaUn brano molto bello, così come è bello che ti abbia ispirato questo scritto :)
RispondiEliminaBene.
Un augurio per oggi e per tutti i domani :)
Moz-
In assoluto è la mia canzone preferita di Lucio Dalla. Nella quale riconosco molto della me stessa di tanti anni fa e di mio marito. Il brano è arrivato una sera, di certo, mentre riascoltato la canzone. Grazie di cuore per gli auguri e per essere qui. Lo apprezzo molto😘
Elimina*di getto
RispondiEliminaIl tuo brano è molto bello, sei stata brava ad esprimerele tue emozioni e i tuoi sentimenti.Quanto alla festa di oggi, devo dire che non l'amo molto, nel senso che misembra un pò ipocrita. Non ci dovrebbe essere bisogno di una festa per ricordare che le donne vanno protette e rispettate, eppure non è così.Da parte nostra, noi donne dovremmo amarci di più ed essere unite. Saluti.
RispondiEliminaTi ringrazio Mirty. La "festa" che ci fanno tutti ancora oggi fa capire quanto siamo lontane dal poterci sentire libere e soddisfatte ogni giorno. Concordo dell'unità. Purtroppo conosco bene quanto male possono fare le donne alle altre donne. Un abbraccio.
EliminaIntenso stralcio di vita, Mariella, difficile anche da commentare: è bello che sia andata come è andata, è bellissimo che tu sia arrivata dove dovevi.
RispondiEliminaA me varrebbe da ringraziare l'uomo che più mi ha amato al mondo, quello col quale sono cresciuta: mio nonno... L'uomo che mi ha insegnato ad essere donna mostrandomi quanto le donne contassero nella vita stesa.
Un abbraccio!
Grazie.
EliminaPuoi immaginare come comprenda quel "tenersi per mano", forse non casualmente citato da me.. perché tenersi per mano è l'esatto contrario del distacco, della violenza anche quella più sottile e chirurgica, tenersi per mano è offrire aiuto e chiederlo teneramente, è unione. D'amore e di intenti. Siamo fortunati, si...
RispondiEliminaTenersi per mano è condivisione, sostanza delle cose. E tu sai, quanto amo la sostanza. A me le chiacchiere rivoltano lo stomaco. Siamo fortunati e speriamo di continuare ad esserlo💛
EliminaCi sono diversi elementi del tuo racconto autobiografico che mi hanno colpito: lo scorcio di città che fa da cornice al vostro cammino, il contrasto tra sogni chiusi (anzi riposti..) nel cassetto e i sogni vivi che aiutano a rialzarsi, la casa di vetro.
RispondiEliminaMi ha colpito molto anche la diversa visione tra te e Vincenzo sul "cammino", sulla sospensione di fronte a una curva..cosa troveremo dietro di essa? Qualcosa di bello o di negativo?
Cosa ti ha incuriosito di quelle parti del racconto? E perché?
EliminaForse la spiegazione alla diversa visione di quel che c'è dietro la curva, tra me e Vincenzo, sta tutta nel passo un cui lui dice: questione di bagagli giornalieri accumulati.
Domande senza risposta...
EliminaMi hai commosso!
RispondiEliminaUn grande abbracio Mariella!
Mi fa piacere averti conivolto emotivamente. Ti abbraccio anche io!
EliminaDalla bellezza e dalla forza emotiva del tuo scritto, intriso di vita vera, alle meravigliose immagini dipinte con la voce e la musica da Lucio Dalla, al pensiero rivolto a noi donne... tutto in questo post mi ha lasciato qualcosa di importante nel cuore.
RispondiEliminaNon potevo non dirti grazie per averlo scritto e abbracciarti, mia cara Mari.
💙
Chissà cosa resterà delle mie follie in punta di pc...
EliminaGrazie Maris, per avere trovato il tempo di passare qui da me. Per avere compreso quanto ci tenessi a questo post. Che sembra fatto di parole leggere e colme di vento. Ma non lo è, peccato non sia stato capito.
A noi donne la vita ci morde le caviglie eppure restiamo in piedi.
Ti abbraccio pure io.
Ispirata da una bella canzone (e certamente dalla vita) hai composto un bel pensiero, un'intensa riflessione che è quasi un racconto.
RispondiEliminaBuon martedì! :-)
Grazie Anna. Sì credo di avere scritto una bella cosa aiutata dalla canzone.
EliminaUn abbraccio a te.