04 marzo 2019

TEMPESTA EMOTIVA.



"Inoltre, si legge nell'atto, sebbene la gelosia provata dall'imputato fosse un sentimento "certamente immotivato e inidoneo a inficiare la sua capacità di autodeterminazione", tuttavia essa determinò in lui,"a causa delle sue poco felici esperienze di vita" quella che il perito psichiatrico che lo analizzò definì una "soverchiante tempesta emotiva e passionale", che in effetti, "si manifestò subito dopo anche col teatrale tentativo di suicidio". Una condizione, questa, "idonea a influire sulla misura della responsabilità penale"



Michele Castaldo, nel 2016, uccise strangolando a mani nude, Olga Matei, che frequentava da poco più di un mese.  In primo grado era stato condannato a 30 anni di reclusione ma la Corte d'Appello di Bologna presieduta da Orazio Pescatore, ha dimezzato la pena a 16 anni. 

Voi lo sapete. Non poteva passare indisturbata la notizia sul mio blog. Avevo promesso di non abbassare i riflettori sul femminicidio e sulla violenza alle donne.

Però pensavo che sarebbe passato qualche giorno, saltando a piè pari, l'otto marzo. Che mi deprime in particolar modo. E invece, grazie ai giudici bolognesi, possiamo aprire un altro capitolo. Fatto di miopia, di ritorno al passato. Quasi che, si stia provando a RIAVVOLGERE  il nastro del vecchio walkman indietro e all'infinito.  Ogni volta che, in Italia, si prova a fare un passo avanti, dalla legge sullo stalking ad oggi, ecco che arriva l'illuminato di turno a "giustificare" con sentenze inique  e pericolose, che fanno giurisprudenza,  o con proposte di legge allucinanti, l'atavico senso di possesso dell'uomo sulla donna.  PAURA. Voi bestie (voi, piccola parte di  frustrati  che poco avete da spartire con il resto dell'umanità)  piccoli e insulsi, avete PAURA. Ma ce la faremo. Ce la faremo a darvi la spallata definitiva. Servono pene certe. Ergastoli. Le avremo.

40 commenti:

  1. Cercando di leggere nelle pieghe del dispositivo, per quello che ho letto, vedo che c'è sempre il giochetto dell'avvocato difensore di aggrapparsi alla "infermità mentale" dell'imputato o a cose simili; nella fattispecie l'omicida aveva tentato il suicidio bla bla era seguito dal centro di igiene mentale.
    E' troppo facile ottenere sconti di pena in questo modo..bisognerebbe cambiare qualcosa nel sistema delle attenuanti.
    Sono d'accordo con il ministro Buongiorno, quella sentenza sancisce praticamente il delitto d'onore...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho ascoltato il ministro Buongiorno ieri pomeriggio da Mara Venier. Tante belle parole eh, ma nulla di fatto. E non ho bisogno che mi si dica che stiamo tornando agli anni '50 perché ci arrivo da sola. Che la smettessero di abbracciare parole vuote. Ne avrei da dire all'avvocato e l'associazione Doppia Difesa ma ci vorrebbe un post a parte. Le donne intanto muoiono e continueranno a morire. Il giochetto dell'indennità mentale viene usato spesso e volentieri dalla maggior parte degli avvocati difensori, sta alla lungimiranze dei giudici e alla loro competenza non cadere nella trappola. Sono d'accordissimo con il cambiare. Ma bisogna fare presto. Abbraccio

      Elimina
  2. Son d’accordo con quello che scrivi Riccardo.
    Lo stesso discorso ( non so se magari scrivo una cazzata perché qualcosa magari si è già mosso e io non lo sapevo) si dovrebbe fare sulla facoltà di non rispondere degli imputati.
    Comunque è vergognoso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In Usa c'è il Quinto Emendamento. Figurati se le pecore italiote ne faranno mai a meno della facoltà di non rispondere. Vergognoso e gravissimo Max. Voi uomini pensate mai che potrebbe succedere un giorno a vostra figlia, vostra sorella, la vostra migliore amica?

      Elimina
  3. Una sentenza assurda e vergognosa nella decisione e nella motivazione. Altro da aggiungere non c'è.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. C'è da aggiungere che dovete crescere con la nostra stessa rabbia e affiancarci in questa lotta che ogni giorno è più dura. Pensando che può succede ad una persona a voi cara e non deve più accadere.

      Elimina
  4. Un passo avanti dieci indietro. Troppo spesso leggiamo sentenze assurde e scandalose che cercano di attenuare atrocità di ogni genere. Torniamo all'abominevole stronzata chiamata "delitto d'onore"?
    Buona settimana, un abbraccio
    enrico

    RispondiElimina
    Risposte
    1. "Abominevole stronzata" mi pare perfetto, caro Enrico.
      La disperazione delle donne che affrontano la violenza quotidiana non ha fine. Come sentirsi sole e senza scampo.
      Un abbraccio a te.

      Elimina
  5. Cara Mariella spesso i avvocati sanno rigirare tante cose e poi le sentenze non sono quelle giuste, specificando questa! È vergognosa!!!
    Ciao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Tomaso, la vergogna la provano le persone come te, limpide e corrette.
      Grazie di cuore.
      Ti abbraccio forte.

      Elimina
  6. Non avrei dimezzato la pena, sia chiaro, ma se davvero le perizie dicono quello (confutando l'ipotesi di messe in scena e tutto il resto) qualcosina per legge bisogna togliere. Perché forse il movente qui non fu l'odio in sé, ma una malata e distorta visione delle cose.
    Poi boh, magari mi sbaglio.
    Diciamo 25 anni al posto di 30.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io invece, non gli toglierei proprio nulla. Zero. Li farei marcire dentro gabbie buie e senza aria per il resto della loro vita. Se gli concediamo una benché minima via di fuga, queste bestie continueranno ad ammazzare sapendo di farla franca facilmente. E non dare ti prego, alcuna giustificazione al movente. Perché non c'è nulla ma nulla che possa tenere. Ha ammazzato una donna che conosceva da un mese, ma di quale gelosia stiamo parlando?
      Se è pazzo da legare che stia dentro a marcire per il tempo che gli resta. Altrimenti tra 16 anni lo farà ancora.
      Nemmeno un mese di meno.

      Elimina
  7. questi esseri non possono e non devono avere attenuanti o giustificazioni..
    loro sono stati implacabili.
    perciò ci vogliono trattamenti implacabili.

    RispondiElimina
  8. Una sentenza vergognosa, sono allibito.
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
  9. Io mi chiedo: vale così poco la vita di una donna? Per quel giudice evidentemente sì. Una sentenza vergognosa e non aggiungo altro altrimenti le parole che scriverei sarebbero da censura.
    Concordo con te sulla giornata dell'otto marzo, gli unici motivi per cui in casa mia veniva festeggiata era perché mia mamma nacque quel giorno e poi si sposò quel giorno.
    Buon pomeriggio!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La vita di una donna è ai minimi storici ormai.
      In questa società dove conta chi vince, per cui anche chi ammazza, siamo tornati all'età delle pietra. Anzi no, che lì l'uomo delle caverne aveva il massimo rispetto della sua donna a cui affidava il governo della famiglia.
      Io l'otto marzo lo trovo ridicolo. Ecco, l'ho detto.
      Bacio cara.

      Elimina
  10. Apprendo con soddisfazione che la Procura Generale si è appellata alla Corte di Cassazione cintro la sentenza iniqua e assurda della Corte di Appello. Il potere di legiferare lasciato in mano ad un giudice inquinato nell'anima che con due parole sancisce che la vita di una giovane donna in Italia vale meno di una merda di cane, che almeno si cerca di evitare per via della puzza che poi ti porteresti a casa. La vita di una donna non puzza abbastanza, evidentemente. Quanti anni sarebbe ancora vissuta Olga, a quanti bambini avrebbe potuto dare la luce, quanto avrebbe ancora potuto amare e sorridere donando felicità a chi le sarebbe stato intorno? Nulla di tutto ciò, perché un idiota, uno appartenente all'esercito di pezzi di merda che disonorano noi, uomini VERI e non pupazzi, addestratissimi a massacrare donne venti chili di muscoli più leggere e duecento chili di odio
    mai posseduti, costoro in effetto ad una RIFORMA VERA del Codice dovrebbero ammuffire in galere durissime, talmente da farli pregare per crepare. Poveretto dice il nostro giudice, ma gli è saltato il bernoccolo per la gelosia....e allora? Dice...ma poi ha tentato il suicidio....CAZZO, e non gli è veenuto bene? Che peccato! Ma signor giudice dei miei stivali, come mai questi assassini riescono benissimo a strangolare una donna e non ci azzeccano mai ad ammazzarsi?
    Cretini, è facilissimo. Se hai un revolver ti infili la canna in bocca puntando in alto verso quei tre grammi di cervello del tuo personale bagaglio e premi il grilletto, ma prima guarda bene che il caricatore sia pieno e che non stia la sicura in rosso. Se no possiedi un'arma da fuoco sali fino al terrazzo della tua casa e salta. La madre terra pur avendo schifo di te ti accoglierà col suo cemento.
    E tu giudice FAI LO STESSO.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì lo stavo leggendo poco fa:
      (Sentenza "tempesta emotiva", la procura generale di Bologna ricorre in Cassazione.
      Il presidente della Corte di appello di Bologna Giuseppe Colonna ha spiegato che "La gelosia non è stata considerata motivo di attenuazione del trattamento, anzi, al contrario, motivo di aggravamento in quanto integrante l'aggravante dell'avere agito per motivi abietti-futili, e ciò con ampia e convinta motivazione, che occupa due pagine fitte di motivazione")
      Stanno cercando di metterci una pezza come dicono dalle mie parti.
      Tu invochi una riforma vera, sarebbe ora. Tale da farli marcire in galera per sempre.
      Senza alibi, senza nulla. Così invece di far finta di ammazzarsi si ammazzerebbero davvero.
      Che dolore pensare, oltre che ad Olga, a tutte le donne uccise. A quelle ferite, sfregiate, umiliate, violentate. Con quanta bellezza avrebbero riempito il mondo, quanta luce e amore avrebbero potuto regalare ancora.
      BASTARDI.


      Elimina
  11. I giudici sono i veri carnefici di questo paese. Non è vero che esiste la legge, non è vero che esiste la giustizia... E comunque io sono per la pena di morte dopo un ergastolo ai lavori forzati e/o all'isolamento: chi toglie la vita ad una persona, a meno che non si tratti di incidente, non può essere riabilitato, c'è poco da riabilitare in un assassino. Oltrepassata la linea di confine del rispetto della vita altrui, non si può tornare indietro.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E quel che tu dici vale per tutto. Risuona il vuoto di parole trascritte su carta che fanno danni enormi, che distruggono.
      Cara Irene, vero. Non si può e non si deve tornare indietro.

      Elimina
  12. Ragazzi vi ho letto e vi ringrazio per i commenti. Ho cose da dire in risposta ad ognuno di voi. Io sono esausta, porto addosso la croce dell'essere donna a cui nessun giudice riesce a rendere giustizia. E ho addosso una rabbia che non riesco a sfogare come vorrei altrimenti farei una strage. A dopo.

    RispondiElimina
  13. Questa cosa è gravissima. Perchè, come tu giustamente sottolinei, se resta tale e non viene sovvertita in sede di Cassazione crea un precedente tutto a favore di questi vili assassini.
    Sono infuriata e a volte demoralizzata, lo confesso, ma voglio tornare a credere anche io che la spallata definitiva riusciremo a dargliela davvero. Senza se e senza ma che tengano.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Meno male che vi leggo e mi rendo conto che siete esauste e arrabbiate come me.
      Perché a volte mi pare di vivere in una realtà alternativa in cui vince chi la spara più grossa, chi urla più forte, chi distorce la realtà a suo piacimento, chi uccide e la fa franca.
      Non abbiamo più la forza di sopportare. Dobbiamo agire. Anche tutto il nostro parlare rimarrà inascoltato.
      Perché in realtà a pochi interessa cambiare lo stato delle cose. Meglio un immigrato in meno che arriva sulle nostre coste che una donna uccisa in più. Fa meno notizia, è meno rilevante politicamente.
      Per questo sono demoralizzata.
      Che si può fare?
      Come ne usciamo?
      Io vorrei la risposta. Non questo silenzio assordante.

      Elimina
  14. La sentenza è assurda e agghiacciante, e non ha senso nemmeno logico, non solo in termini umani. Si contraddice da sola, e pensare che adesso alla legge basti questa onda emotiva per giudicare una persona più o meno colpevole, mi mette paura.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Esatto Pier. Paura. Siamo nella realtà parallela. E abbiamo tutti paura.
      Perché questa sentenza ci mette al palo. Ci toglie certezze e annulla i piccoli passi fatti in questi anni per arrivare ad una società civile e corretta. Non riguarda solo noi donne. È questo che si dovrebbe capire. Riguarda tutti.

      Elimina
  15. Vi ricordate le ragazze del Circeo? Quanti anni son passati? Ed e' sempre la solita cosa, Izzo non usci e fece dei lavori socialmente utili perché era cambiato, dissero, senonché uccise altre due donne, madre e figlia. Che si erano rivolte a lui per un sito di cercare lavoro.
    Ero ragazzina e il viso di Donatella Colasanti, che usciva dal portabagagli dell'auto in una maschera di sangue, aiutata dai carabinieri, con il corpo martirizzato e martoriato di Rosaria Lopez buttato insieme a lei in quella che doveva essere la loro tomba.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Mi ricordo molto bene il delitto del Circeo. Me lo ricordo perché ne parlarono molto quanto quell'assassino di Izzo durante la semilibertà uccise altre due donne. Come dici giustamente tu
      Le foto della Colasanti me le ricordo anche io come mi ricordo che non si riprese mai e morì di cancro.
      Ma di cosa hanno ancora bisogno questi giudici per fare la cosa giusta?
      Bacio Fiorella.

      Elimina
  16. Risposte
    1. Sì Cristiana, ti ho letto. Una vergogna infinita.
      Il vaso è colmo.

      Elimina
  17. Penso che, se escludiamo i killer professionisti, qualunque altra persona sia capace di provare emozioni, anche "soverchianti" nell'atto di uccidere qualcuno. Dubito invece che questa possa essere considerata un'attenuante: non lo è stato per la povera Olga. La sentenza è iniqua, ma c'è ora il ricorso della procura e vedremo. Ne ho parlato anch'io sul mio blog: non si può tacere...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io ci metterei dentro anche i pedofili.
      Galera a vita e senza sconti. Implacabili nella pena così come loro lo sono stati con donne e bambini.
      Vedremo cosa succederà con il ricorso. Vengo a leggerti.

      Elimina
  18. Questi giudici che danno di queste sentenzen riducendo le pene a gente che meriterebbe il contrario a me fanno paura, mi sanno di mascalzoni e di persone in grado di fare male al prossimo...anche se alla fine tutte quelle persone scarcerate prima del tempo e che ricommettono li stessi crimini non sono sole nel commeterli ma complici loro sono proprio i giudici che hanno ridotte le pene!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. A me sanno di emeriti imbecilli.
      Che altro aggettivo non trovo!
      Ciao!

      Elimina
  19. C'è solo da inasprire le pene, ma vedo che l'andazzo viaggia al contrario...e ci sarebbe bisogno anche che tra donne ci si aiutasse di più, si facesse capire ad amiche e parenti più deboli, che bisogna reagire ai soprusi e agli uomini di merda, che questa è gente malata e debole, oltre che vigliacca, e approfitta dei silenzi, delle paure, dell'omertà, di un quieto (soprav)vivere che tutto è meno che quieto. Ci sono uomini fantastici in giro, e sono la maggioranza, eliminare questi bastardi deve essere compito di tutti. Giudici idioti compresi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La rete tra donne mi sembra un'ottima idea. Parlare, comunicare, chiedere aiuto.
      La maggior parte degli uomini che ci sono accanto sono persone meravigliose, ma noi donne abbiamo bisogno di un sostegno chiaro e decisivo.
      Ti abbraccio.

      Elimina
  20. Vogliamo parlare del reato di femminicidio? L'omicidio volontario dovrebbe essere punito con l'ergastolo, punto. Ma con l'introduzione di tale reato, il Governo si è fatto bello, come per il reato di stalking, che all'atto pratico è stato inutile.

    RispondiElimina

Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)