Mio padre era un Ferroviere. Per lui non esistevano le feste comandate, lavorava a Natale e Pasqua, Ferragosto e 31 dicembre. Molto spesso, per mantenere la sua famiglia numerosa, oltre al suo turno ne aggiungeva un secondo perché questo significava soldi in più. Così come gli capitava di sostituire colleghi che preferivano restare a casa nei festivi e allora riprendeva il treno pure la sera della Vigilia di Natale. Nei miei ricordi, il punto fermo era il rumore delle sue chiavi nella toppa. Che fossimo ancora svegli o a letto (io in realtà ben sveglia e con la pila accesa a leggere o scrivere il mio diario) era il momento che si aspettava, perché ci si raggomitolava tutti attorno a lui, se non era troppo stanco, seduto o ancora in piedi ad accoglierci. Papà era il nostro cantastorie. Aveva sempre qualche aneddoto di lavoro o di amicizia su cui farci il resoconto. Magari, qualcuna di quelle avventure era inventata, ma avendo un modo tutto suo di raccontare, era "più vera del vero".
Difficilmente poi, tornava a mani vuote. Dai suoi viaggi, per noi meravigliosi, lui novello Marco Polo, consegnava ai figli doni mirabilanti. Collane preziose a più fili, che le sue figlie provavano davanti lo specchio di nonna Carmela, in previsione di una futura presentazione reale alla Regina d'Inghilterra. Pistole ad acqua per mio fratello che ci avrebbe investito ben bene qualche tempo dopo in riva al mare. Foulard e cappelli per mamma Mimma e le sue figlie. Abbiamo migliaia di foto in cui, tutte noi, indossiamo copricapi dalle fogge più improbabili con piglio compiaciuto o un birignao insoddisfatto.
E poi, da ogni regione attraversata, ci portava in regalo, il prodotto locale tipico.
Dal Molise, tornava con le mozzarelle di Campobasso e il caciocavallo; avevano un sapore speciale, rincorso ancora oggi sul filo dei ricordi.
Dalla Puglia, la pasta fatta in casa, orecchiette in primis, fatte con la semola, il piatto forte di ogni massaia locale.
Da Napoli, arrivava con la "guantiera" di sfogliatelle. Ricce o frolle, per la gioia dell'intera sua famiglia. E poi, il caffè di una delle torrefazioni più antiche della città che ancora oggi è sinonimo di gusto e perfezione.
Le sue trasferte a volte, lo portavano lontano per mesi interi. Ci scriveva lettere lunghissime (si capisce da chi ho preso eh) o ci telefonava e noi lo aggiornavamo su ogni successo o insuccesso scolastico. Riusciva a tornare a casa solo una volta ogni due settimane. Allora la sua più grande passione era quella di portarci a fare delle gite fuori porta e scattare milioni di fotografie.
Non pensate sia cambiato mio padre, ad ottantasei anni ha ancora la stessa vitalità e verve di allora. Tempra forgiate nella roccia.
In 41 anni di lavoro non ha mai fatto un giorno di malattia. Non ha mai nicchiato o inventato scuse per restare a casa. Con questo esempio, nato dai fatti e non dalle parole, siamo cresciuti come e peggio di lui. Ci ha insegnato a scegliere, se possibile, un lavoro che amiamo, visto che lui, il suo, lo adorava; in ogni caso a rispettare il nostro da cui trarre sostentamento e fiducia. Mio padre ci ha insegnato che il lavoro è gioia, è speranza, è futuro. Pure nelle millemila difficoltà che ha dovuto affrontare ogni giorno e il dolore quotidiano quando era lontano da casa, ha sempre trovato il sorriso per accogliere il senso di esserne testimone. Ed io, oggi più che mai, credo sia una delle pochissime cose per le quali dobbiamo lottare strenuamente. Il mio pensiero va a chi ha perso il lavoro o lo ha sospeso e non sa cosa succederà a breve. Al timore di non sapere se potrà ricominciare o dovrà ricostruire. A chi ha paura per la sua famiglia e per i suoi figli. Il mio pensiero va ad ognuno di noi, perché tutti abbiamo sulle spalle il peso dell'incertezza.
Non ho idea di quel che sarà domani e al momento si naviga a vista. Ho scritto questa riflessione partendo dall'esempio più bello che conosco e arrivando al pensiero di due grandissimi Italiani per i quali il lavoro era gioia e certezza.
Mi auguro di cuore che l'Italia e il suo popolo non restino soli ad affrontare l'alba del nuovo giorno.
Buon 1° Maggio a tutti.
"Io credo nel popolo italiano. È un popolo generoso, laborioso, non chiede che lavoro, una casa e di poter curare la salute dei suoi cari. Non chiede quindi il paradiso in terra. Chiede quello che dovrebbe avere ogni popolo. (Sandro Pertini)"
"Il lavoro dovrebbe essere una grande gioia ed è ancora per molti tormento, tormento di non averlo, tormento di fare un lavoro che non serva, non giovi a un nobile scopo. (Adriano Olivetti)"
Ecco Mari, hai scritto tutto.
RispondiEliminaBacio sorellina e buon 1° Maggio a tutti.
Mica vero, ci sarebbero tante cose da aggiungere ma va bene così.
EliminaTi abbraccio sorella cara, Buon 1° Maggio.
Buon Primo Maggio a tutti.
RispondiEliminaBuon Primo Maggio!
EliminaGrazie Vincenzo.
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. (Articolo 1 della Costituzione italiana)
RispondiEliminaPurtroppo, questa inaspettata pandemia, sta smentendo questa verità inconfutabile, fino ad oggi.Il lavoro nobilita si dice, e questa frase calza a pennello a coloro che, come tuo padre, l'hanno svolto nel migliore dei modi, affatto sminuendo le attenzioni e l'amore verso la famiglia.
Cri
Oggi, questa ricorrenza ha un'amarezza di fondo mai provata prima.
EliminaForse sarà stato proprio questo ad indurmi il ricordo di un altro tempo, un'altra vita dove la dignità dell'uomo fondata sul lavoro era una verità assoluta, inalienabile.
Non vuol dire però che un tempo diverso eppur migliore non possa tornare.
Sono stanca di leggere disfattismo e pessimismo in ogni dove. Non è così che si aiuta questo paese.
Ti abbraccio Cri, buona giornata.
condivido tutto
RispondiEliminabuon 1 maggio
Mi fa piacere.
EliminaBuona giornata.
Molto emozionato e commosso dalle parole con cui parli di tuo padre, come lavoratore ma soprattutto come uomo e padre. Un post speciale per parlare di un diritto oggi ancor più minacciato dai danni che questa pandemia ha portato ed ancora sta seminando. un primo maggio che deve essere anche un momento per capire come quando si ripartirà sarà fondamentale rivedere completamente il concetto di lavoro e di lavoratore per fare un passo indietro e fermarsi per evitare che lo sgretolarsi dei diritti dei lavoratori e del diritto al lavoro sia irreversibile con danni sociali incalcolabili.
RispondiEliminaDiritti e dignità che sono stati stravolti da qualcosa di tragico e inaspettato. Si sta mettendo a repentaglio quello in cui avevamo profonda fiducia. E molto è dipeso dall'incompetenza di chi ci governa che sta mandando allo sbaraglio un'intera popolazione. In tutta onestà io credo sia indipendente dal colore politico, poiché tutta la casta dirigente ha dato prova più volte di pensare ai propri interessi e molto meno al bene della Nazione. Si, i danni sociali saranno incalcolabili. Temo anche io una deriva assurda, ma allo stesso tempo non voglio perdere la fiducia nelle persone. Sono loro il tessuto sociale e se non ci piace quello che vediamo,sarebbe anche ora si smettesse di subirlo.
EliminaTi abbraccio e grazie di cuore per le parole dedicate a mio padre.
Dici bene Mariella... si naviga a vista... ma non è stata una guerra, si ripartirà, comunque, e gli infami che stanno piangendo lacrime di coccodrillo (e non sono pochi) torneranno a maramaldeggiare, mentre i poveracci saranno ancora più poveri, ed in pochissimi avranno imparato qualcosa da questa emergenza. Purtroppo.
RispondiEliminaNo,non si tratta di una guerra, hai ragione. Solo che si sta provocando un baratro e una divisione tra ceti sociali, ancora più profonda di quella che ci divideva prima. Vorrei poter affermare con certezza che i furbetti o i maramaldi, come dici tu, fossero messi all'angolo, incapaci di fare ancora il male di questo paese. Lo so, poi rischio di cadere nell'utopia, ma vorrei fosse solidamente nelle mani delle persone giuste, il futuro del nostro paese. Sarebbe ora.
EliminaContinuiamo a navigare a vista, sperando di scorgere un orizzonte più pulito.
Ti abbraccio.
Questo tuo post è bellissimo. Del fatto che avessimo in comune nelle nostre radici anche un legame con treni e ferrovieri abbiamo già parlato tempo fa e infatti, se ricordi, mio nonno paterno era capostazione :)
RispondiEliminaLeggere di tuo papà e dell'esempio che è stato per voi figli mi fa commuovere perchè questi sono gli insegnamenti che restano, quelli concreti, vissuti in prima persona giorno per giorno, non solo detti a parole.
Spero non ti dispiaccia se più tardi con un attimo di calma pubblicherò anche io un post ispirato da questo tuo ricordo. Ma intanto davvero un augurio a tutti i lavoratori, oggi: a chi non ha mai smesso di lavorare in tutte queste settimane difficili, a chi ha dovuto sospendere e sta per riprendere, ma anche a chi il lavoro lo ha perso proprio. Anzi, soprattutto a chi lo ha perso, il lavoro.
Tempi incerti si profilano all'orizzonte, ma, come dicevamo proprio un paio di giorni fa sempre qui da te, sulla paura possiamo vincere se non ce ne facciamo sopraffare. Ovviamente, sarà necessario che arrivi un aiuto vero, giusto, tempestivo all'Italia e agli italiani, come anche agli altri Paesi particolarmente colpiti dalla pandemia.
Meravigliose le parole del Presidente Pertini, che nonostante io fossi solo una bambina quando lui era Capo dello Stato, resta IL Presidente per eccellenza per me.
Buon Primo Maggio, dunque. Un abbraccio.
Il tuo augurio a chi ha perso il lavoro a seguito della pandemia è lo stesso mio. Penso a chi non potrà più riaprire la sua attività, a chi sarà costretto a mandare a casa i suoi collaboratori con la morte nel cuore, a chi, non aveva il lavoro neppure prima e ha ancor meno speranze ora. A chi, come nella mia famiglia, è in cassa integrazione a ha un lavoro sempre più precario e non sa cosa gli accadrà fra una settimana o qualche mese. Come scrivevo, siamo tutti in bilico, non si salva nessuno. Ed è sconcertante constatare, che lo stato sia sempre più lontano dal tastare il disagio del popolo, e che pensi basti solo scusarsi per gli errori fatti fino a questo momento per mettere tutto a posto. All'inizio avevo più fiducia, ora sta scemando.
EliminaIo appartengo ad una dinastia di ferrovieri, dai bisnonni, ai nonni, a papà agli zii. Persino nella famiglia di mio marito, molti, compreso mio suocero, erano ferrovieri. Dal macchinista al dirigente, dal capostazione al capotreno come mio papà.
Sono felice di aver in qualche modo contribuito a ispirarti un post, non vedo l'ora di leggerlo.
Buona giornata e Buon Primo Maggio.
Un bel ricordo dell'infanzia Mariella e di chi il lavoro lo ha vissuto come valore: altri tempi comunque. Il lavoro significava dignità allora e non so se oggi è ancora così. Buon primo maggio.
RispondiEliminaNon condivido che sia un valore di altri tempi. Ritengo debba essere sempre attuale. Lavoro come dignità e come tale dobbiamo riconoscerlo e preservarlo. Non permettere a nessuno di distruggerlo. Per quel che mi riguarda oggi più di un tempo, non il contrario.
EliminaMa forse non ho compreso bene cosa volevi dire...
Buon Primo Maggio a te.
Ciao! son venuto a vedere il tuo blog, dal post di Patricia. Ho visto che ti piace l'idea della foto inutile! :) mi fa molto picere. :)
RispondiEliminaPS ho inserito il tuo blog nella lista dei blog che seguo, che trovi nella barra a dx del mio blog, scorrendola dall'alto al basso! spero ti faccia piacere :)
EliminaCiao Giovanni, sei già passato da me e anche io mi sono unita ai tuoi lettori. L'unica cosa che non mi è riuscita e portare il tuo blog nella mia colonna dedicata a chi seguo, non so perché ma non riesco a salvare il tuo link. Certo che mi fa piacere!
EliminaPS: però più tardi ci riprovo;)
grazie, fammi sapere se ci riesci. Ma ti dice perché non ti lascia salvare il link? Te,lo chiedo perché su fb il mioblog è censurato, per via di un post che pubblicai qualche settimana fa
EliminaCi sono riuscita, ora ci sei anche tu nel mio blog roll. Non so, a volte mi capita con alcuni blog di non riuscire a salvare il link.
EliminaVolevo dirti che io non ho FB, per cui ci seguiremo via blog.
Buona serata.
Un bellissimo ricordo scritto con amore filiale e un'ode al lavoro che oggi solo i più fortunati hanno e amano.
RispondiEliminaPertini e Olivetti due grandi della nostra epoca.
BUON 1 MAGGIO
Un caro saluto.
Ciao fulvio
Caro Fulvio, ho semplicemente scritto di quel che conoscevo e degli insegnamenti avuti fin da bambina. Nulla di speciale, solo vita vera.
EliminaCerto che chi ha un lavoro oggi è fortunato. Non dovrebbe essere così, è un diritto di tutti.
Grazie per avere apprezzato il post, sei sempre cortese, un vero amico di blog.
Buon 1° Maggio a te.
Cara Mariella , puoi dirlo forte! che ha un buon lavoro è semplicemente fortunato!!!
RispondiEliminaCiao e buon primo maggio con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Purtroppo sì Tomaso, ora più che mai e non è giusto.
EliminaTi abbraccio anche io, Buon 1° Maggio.
Il lavoro conferisce dignità all'essere umano, per questo ogni uomo e donna dovrebbe poter lavorare, c'è chi non lo fa perché fatica a trovarlo, c'è chi non lo cerca perché indolente e preferisce vivere senza dignità, c'è chi lavora duramente anche svolgendo lavori che non gli sono consoni, c'è chi ha la fortuna di svolgere un lavoro che ha sempre sognato di fare, c'è chi nel lavoro è sfruttato da persone indegne di essere chiamate tali, c'è chi lavora con responsabilità e onestà ma c'è anche chi lavora irresponsabilmente e solo "perché deve farlo". Il lavoro ha tante e infinite variabili e sfaccettature ma sempre, sempre, conferisce dignità a chi lo svolge. Se c'è una cosa che i nostri padri ci hanno insegnato è la dignità del lavoro, anche quello duro, pesante e su questo hanno costruito l'Italia.
RispondiEliminasinforosa
Ma se abbiamo avuto padri così, dov'è che ci siamo persi?
EliminaNon saprei cosa aggiungere al tuo commento, bello e condivisibile. Grazie di cuore e buona serata.
Che post!
RispondiEliminaAmo questi ricordi vintage (oddio, non è per farti sentire vecchia, eh! XD), è che amo i ricordi legati a infanzie precedenti alla mia, mi sembrano ancora più genuini, semplici e potenti.
W il lavoro, quello giusto, quello che lascia tempo e spazio, quello che non fa esaurire.
Spero di ritrovare questo.
Moz-
Ma come potrebbe, un bambino indaco, far sentire vecchia la "bambina yetterdey" più grande di solo qualche settimana? Impossibile;)
EliminaÈ la tua passione vintage che ti stimola, ma grazie per l'apprezzamento:-)
So scrivere solo di quello che conosco o ho vissuto. Forse è un limite ma il mio mondo è l'unico in cui mi riconosco.
Viva il lavoro, quello di cui tutti abbiamo bisogno.
Sperem...
Mio padre era un idraulico. Durante la guerra era stato catturato alla stazione, caricato su un treno e portato in Germania, dalla quale è scappato ed è tornato in Italia, a piedi. Poi ha sempre lavorato come idraulico a Milano. Partiva al mattino presto e tornava a sera tardi, io dormivo e lo vedevo solo al sabato e alla domenica. Nonostante la fatica, era fiero e soddisfatto del suo lavoro. E' morto un anno fa, a 96 anni suonati. Non ha mai sofferto per la mancanza di lavoro, ne aveva sempre tanto, fin troppo e non riusciva a star dietro a tutti. Erano altri tempi ! Anche mio padre non si ammalava mai. C'era sempre. A quei tempi , la festa del Lavoro aveva un senso. Ma ora... Bellissimo il ricordo di tuo padre ferroviere, che belli i regali che portava !! Il mio tornava, alla domenica pomeriggio, col vassoio delle paste per noi, dal bar dove andava a giocare a carte. Altri tempi, ricordi che commuovono sempre. Buon ritorno al lavoro e sii prudente. Ciao
RispondiEliminaUn altro gran bell'esempio, tuo padre. Mi sono davvero emozionata leggendo il tuo commento. Mi hai fatto pensare a quel mondo di lavoratori che, capo chino e dedizione ferrea, hanno reso l'Italia bella e produttiva. Non dimenticando, i doveri di genitori. Lasciando un esempio di vita nei cuori e nell'opera dei figli. Ma sai che le paste erano una caratteristica anche di casa mia, la domenica? Non i pasticcini detti anche "mignon" che vanno per la maggiore qui in Lombardia, ma proprio le paste, ognuna mezzo chilo di bontà. Che mi hai fatto ricordare... grazie di cuore Mirti, starò attenta. Ti abbraccio forte forte.
EliminaChe belli questi tuoi ricordi condivisi con noi <3
RispondiEliminaal lavoro dovremmo poter associare cose positive, ma non sempre è così. Tanto meno in questo periodo in cui stiamo affrontando sto collasso economico da cui spero ci si possa riprendere...
Buon pomeriggio, mariella, provando ad essere ottimisti :-)
La cosa che mi onora, ogni volta, è la vostra attenzione riguardo quel che scrivo e il vostro coinvolgimento. Non è da tutti avere dei commentatori/amici come voi. Hai ragione, non tutti i lavori ci rendono soddisfatti e sereni. Anzi, sono davvero pochi fortunati coloro che, svolgono un'attività che è nelle loro corde e che da soddisfazione. In ogni caso, la maggior parte di noi, svolge un lavoro dignitoso ed onesto. E questo dovrebbe essere un diritto di tutti.
EliminaSto continuando a sperare ma sono sempre più pessimista. Buona serata a te e grazie!
Buon primo maggio!!!
RispondiEliminaE che il lavoro torni ad essere una certezza per tutti il prima possibile.
Tuo padre da quello che ha capito è riuscito a farvi trasmettere il vero valore del termine lavoro e pure di famiglia.
Come dovrebbe essere per tutti.
Ciao
Mio padre assieme a mia madre. A lei toccava un compito non da poco, gestire la famiglia spesso da sola, e non è stato per nulla facile.
EliminaHo due grandi esempi. Ho sempre guardato loro per trarvi esempio e sostegno e da loro ho ricevuto così tanto che non mi basterebbe l'intera vita per ripagarli.
Vero, tutto questo dovrebbe essere per tutti. Lavoro e dignità. Famiglia. Un circolo d'amore.
Chissà, forse qualcosa impareremo di positivo da questa pandemia.
Tutto bene tu?
Abbraccio.
Si sì qua stiamo ripartendo ...già dal 24 Zaia ha limitato le restrizioni.
EliminaSi respira un po’ di libertà.
Io già tre tamponi negativi ...sto bene
Qui non invece, non ci sono novità.
EliminaE i morti sono ancora tantissimi, mi si stringe il cuore.
Sono contenta che tu stia bene, meno male.
Bacio.
Complimenti a tuo padre, un uomo di sani valori, che tutti i lavoratori prendessero esempio :)
RispondiEliminaGrazie Pietro. È un uomo molto stimato. Pensa che ancora oggi, quando va a salutare i vecchi colleghi, loro non lo lascerebbero più andare... È stato un esempio importante anche per loro. Se lo ricordano tutti.
EliminaChe uomo tuo padre! Il mondo va avanti GRAZIE alle persone come lui!una grande fibra morale che commuove!
RispondiEliminaGrazie Sara, come dicevo a Pietro, è stato un esempio anche per i colleghi. Non è perfetto, nessuno di noi lo è, ma ha seminato bene.
EliminaTi abbraccio.
Molto encomiabile questa istantanea della vostra vita, grazie.
RispondiEliminaBuon weekend, un abbraccio
enrico
Grazie Enrico, è parte della storia della mia vita.
EliminaUn abbraccio a te.