17 settembre 2020

IL MIO PRIMO POST SU BLOGGER: I BAMBINI SONO TUTTI UGUALI

 


Seguendo l'idea che ha avuto CRISTIANA MARZOCCHI , che qualche giorno fa ci chiese con questo POST di linkare da lei il nostro primo post, ho deciso di ri-pubblicarlo. Risale a nove anni fa ed è il primo che pubblicai su questa piattaforma, dopo la fuga da Style.it e da Overblog. E' un po' lungo, con il tempo ho imparato il dono della sintesi  ma vi prego di perdere cinque minuti e leggerlo. Capirete presto perché.


I BAMBINI SONO TUTTI UGUALI

Sono stata costretta da un articolo di Vanity Fair apparso sullo scorso numero. Ma in realtà erano mesi che pensavo di scrivervi qualcosa su questo argomento che mi sta tanto a cuore.Poi Tiziana Macciò ha scritto il pezzo sui bimbi in cerca d’amore che talvolta sembrano piccoli pacchi.Ho letto con molto interesse e ho ritrovato nelle sue parole gli stessi sentimenti che mi avvolgono tutte le volte che vado a trovare mio fratello e mia cognata a Napoli.


Mia cognata e sua madre, da anni gestiscono a Napoli una comunità che accoglie bambini che vengono allontanati dalle famiglie originarie, perché hanno alle spalle storie di droga, di abbandono, di delinquenza e di violenze subite.

Da molto tempo  con responsabilità e tanto amore si occupano di loro, aiutandoli materialmente e psicologicamente (è mia cognata la psicologa) e sostenendoli nel cammino che è da fare per recuperare se possibile il rapporto con la famiglia o accompagnandoli verso l’affido e successivamente l’adozione.

Non è molto facile, i piccoli arrivano molto spaventati e pieni di fobie e spesso, se alle spalle c’è una storia di violenze, con il terrore di farsi avvicinare. Ci sono bimbi che rifiutano ogni contatto con gli altri, e tutti proprio tutti cercano la loro mamma, per prima cosa, appena avvertono di essere in un nuovo posto.

Mi è capitato di essere presente quando hanno accolto una bambina.

Laura (non è il nome reale) è una bimba di tre anni che il Tribunale Dei Minori ha affidato temporaneamente ad un istituto di suore di Napoli, nell’attesa che si trovi la casa famiglia giusta. E’ stata prelevata in piena notte dall’assistente sociale e dai Vigili Urbani mentre i genitori se ne davano di santa ragione sotto l’effetto di alcool e altro…
Loro finiscono al carcere di  Poggioreale, la bimba dalle suore. Quando quel mattino arriva la telefonata sono presente e mia cognata mi chiede se voglio andare con loro a prenderla.Io sono pronta e le seguo.Arriviamo e per prima cosa raggiungiamo l’assistente sociale nel suo ufficio e lei ci fa accomodare mentre manda una suora a prendere la bambina.

Arriva questo scricciolo biondo con immensi occhi azzurri, tenuta per mano dalla suora, non sembra spaventata ma stringe forte a sè un passeggino rosa dove siede una piccola bambola bionda.

La suora ce la consegna così, la bimba non ha altro oltre quello che indossa, nemmeno  il giocattolo è  suo ma uno dei giochi dei bimbi delle suore che nell’istituto hanno anche un asilo, ma lei non lo lascia nemmeno per un attimo e lo porta via con sè. Mia cognata sbriga tutte le formalità burocratiche mentre sua madre, con grande dolcezza si avvicina alla piccolina e le sussurra di andare via con loro mentre la  abbraccia.

Lei la guarda e le chiede se andiamo dalla sua mamma ed io noto nello sguardo della donna tanta consapevolezza;  sa che  tutti i bimbi sono uguali e fanno  tutti  la stessa domanda.
Continua ad accarezzarla e  la consola dicendole che vedrà la mamma appena possibile, ma che ora andrà con loro nella sua nuova casa dove troverà tanti bambini che la aspettano.

Laura si convince e ci segue.

Noi andiamo via in macchina e noto come non guarda indietro ma incuriosita mi osserva a lungo, io le sorrido e lei continua a guardarmi mentre mi stringe forte la mano, a me, una perfetta sconosciuta. Mi dicono che è normale questo, perché sono i bimbi che ci scelgono, e il cuore mi batte forte e mi fa male… Lei entra in casa e cerca la mamma,  non trovandola scoppia in lacrime.

Gli altri bimbi la accolgono con affetto e le portano i loro giochi per cercare di farla calmare; noi a turno le parliamo, e soprattutto la madre di mia cognata si occupa di calmarla. La distrae cercando nuovi vestitini per lei e le regala nuovi giochi.
Lei cerca me per aprirli ed io mi accovaccio a terra con lei per aprirli.

Il lavoro  vero della casa famiglia comincia in quel momento, dall’accoglienza, nel renderla partecipe ad ogni attività quotidiana, e nella ricerca del raggiungimento della sua serenità.

In quei due giorni che sono stata con loro ho assistito all’ambientamento della piccola, cercando di non essere troppo vicina e guardandola da lontano, perché non volevo si legasse a me che sarei partita presto e questo le avrebbe fatto ancora più male.

Sono andata via senza salutarla, e le ho lasciato un pezzettino del mio cuore.

Vi ho raccontato questo perché è indicativo della loro sofferenza, ma anche di come queste case famiglia si pongono nei confronti di questi piccoli.

Le piccole donne di casa La Nuvola, hanno accolto molti bambini in quasi 15 anni di attività.Questi bambini sono stati seguiti come figli, a scuola come a casa, vivendo con loro giorno e notte. Hanno avuto bimbi anche con problemi di handicap fisici e psicologici. In questo caso le educatrici hanno anche la possibilità di scegliere la coppia affidataria così come accade quando il ragazzo è ormai adolescente.

La maggior parte di loro sono stati poi affidati ad altre famiglie e seguiti anche dopo, per verificare che la scelta fatta dal Tribunale dei Minori  sia stata quella giusta.La scelta della nuova famiglia, quando il Tribunale dei Minori dà il via libera, è la parte più difficile.

Le educatrici  hanno più voce in capitolo sui tempi tecnici del passaggio e, quando il bambino non riesce a legare con la nuova famiglia affidataria, possono intervenire in maniera netta.

Mia cognata è una lottatrice e conosce i suoi piccoli benissimo.

Studia a fondo le famiglie scelte per l'affido, le conosce, chiede a loro di partecipare alla vita della casa famiglia e di essere onesti, per amore del bimbo.
E’ un lavoro che svolge con cura e meticolosità non risparmiando nulla di se stessa.

Solo quando tutte le sue domande hanno avuto le risposte e tutti i dubbi si sono sciolti, riesce a sorridere.

Per questo motivo, oggi scrivo.

Perché CASA FAMIGLIA LA NUVOLA è in pericolo.
 
La situazione a Napoli è in piena emergenza.
Si prevede che entro la fine di novembre quasi 1500 bambini rimarranno senza casa.
Gli operatori sono allo stremo non ricevono pagamenti da oltre un anno.
I servizi che assicurano non ricevono più finanziamenti.

 Da  tempo i fondi che lo stato dovrebbe dare alla Provincia di Napoli, per aiutare tutte queste associazioni che si occupano dei più deboli, sono stati tagliati.
Oppure sono stati sprecati altrove, ad esempio sia gli stanziamenti del 2006 e del 2007 non sono mai arrivati a quella che doveva essere la loro destinazione.

La Provincia è senza fondi, il Comune di Napoli non ha risorse per le comunità.
Il Welfare napoletano sta saltando.

 A queste strutture non arriva più un soldo.
Loro  hanno continuato a lavorare, prima usando i  loro risparmi, poi chiedendo dei  prestiti alle banche  perche’ i Tribunali svolgono il loro lavoro come sempre e i bambini continuano ad arrivare.
Erano stati fatti degli accordi con un istituto di credito perchè il Comune di Napoli lo scorso anno aveva pagato degli arretrati e aveva accettato la proposta delle associazioni per la  stipula  di una convenzione triennale con la banca.
L’accordo è saltato perché il Comune non ha pagato altro e l’istituto di credito non ha più elargito i finanziamenti;  ora si è allo stremo.
Il sogno di creare a Napoli la città all’avanguardia per l’assistenza ai più deboli, sta svanendo.

Ed io penso ogni giorno a quei bambini, perché loro sono la realtà che conosco meglio.

Penso ai piccoli che da tempo sono stati accolti in famiglia, perché la loro situazione non è stata definita da sentenze e continuano a vivere e a crescere in quella che per loro adesso  è la loro casa. Sento la stanchezza per le difficoltà che aumentano sempre più, presente nella voce di quelle donne e Jo la mia preferita,  è stanca e sfiduciata, sta lottando strenuamente ma anche le leonesse qualche volta rallentano.

E’ preoccupata ma attiva come sempre.

Io non voglio che il sorriso luminoso che si accende in lei ogni volta che mi parla dei suoi piccoli e del futuro che lei e sua madre e tutte le persone che lavorano per loro, sono riuscite a donare, si spenga.

Il mio piccolo contributo è tutto qui, in queste parole che ho scritto,  in queste piccole emozioni che vi sto trasmettendo.

Le parole, quando arrivano al cuore, smuovono le montagne.

Ed io sono qui a cercare le vostre e i vostri consigli.

22 commenti:

  1. L'avevo già letto attraverso il link.
    Sei partita alla grande , con un argomento caro a tutti.
    Cri
    Il tuo blog compare, come sempre, guarda bene

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    1. Ma io non partivo da zero, avevo già un anno di blog alle spalle e un gruppo di amici commentatori che mi aveva seguito qui.
      Ho sempre fatto bei numeri e il trend l'ho mantenuto nel tempo. E in oltre 10 anni di blog non è da tutti. Ma non mi piace mettermi in mostra, lo sai, per cui andiamo oltre.
      Parlano i miei post di me e del mio mondo. Si vede e si sente quanta vita e quanta sincerità ci sia.
      Il mio blog ora appare, ma ieri sera mi ha fatto impazzire il nuovo blogger e non riuscivo a pubblicare questo post e renderlo visibile a tutti.
      Non ho ancora capito cosa non funziona, speriamo bene nei prossimi giorni.
      Abbraccio

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  2. Mari qui c'era tutto il tuo cuore e la tua mente per dire ciò che dovrebbe essere detto, che tutti sanno e che chiunque fa finta che neanche esista.
    Un primo post di chi vuole esprimere davvero quel che non va nella società senza alcun altro interesse se non la vera informazione. Credo proprio che tu sia rimasta fedele al tuo intento, diversamente da tanti altri che non sanno quel che dicono, non conoscono e giocano sulle cose importanti solo per mostrarsi. Scusa lo sfogo ma come e sempre dico ciò che penso davvero. Bacio sorella ed abbraccio.

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    1. Sono sempre stata coerente con i miei intenti. Chiarezza e semplicità in tutti gli argomenti che tratto, e soprattutto informazione puntuale e precisa. Non mi azzardo a cavalcare le onde del populismo e degli argomenti da bar solo per aumentare i miei numeri, che sono belli così come sono. Non ti scusare, sono io che ti ringrazio per le bellissime parole.
      Abbraccio della sera.

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  3. Commovente questo post,l'ho letto tutto d'un fiato!

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    1. Grazie Olga, mi fa davvero piacere che ti abbia colpito!
      Un abbraccio.

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  4. Straordinario, toccante, deciso questo tuo primo post, grande esordio. Il mi primo post datai domenica 17 dicembre 2006 era di due righe un saluto bleah, Poi il giorno seguente pubblicai un post in prosa di quelli seri. Solo più in là mi decisi di postare le mie poesie.

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    1. Era il primo post su questa piattaforma ma non partivo da zero. Avevo alle spalle oltre un anno di commenti su alcuni tra i siti italiani più importanti e su altri due blog.
      Ahahahah certo, ricordo anche io il mio primo in assoluto, non ero andata poi tanto lontana dal tuo.
      Peccato che hanno eliminato la piattaforma e non ho potuto salvare nulla, ho realizzato troppo tardi che sarebbe andato tutto perduto.

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  5. Cara Mariella, devo ammettere che mi sono molto emozionato!!!
    Ciao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Grazie di cuore Tomaso,
      che bello rileggerti qui da me. Non ti emozionare troppo altrimenti mi fai preoccupare. Abbi cura di te.
      Ti abbraccio forte e buona serata.

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  6. Anch'io nel tempo ho imparato il dono della sintesi...
    Per quanto riguarda il post, come inizio decisamente bello ;)

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    1. Eh, è stato un lavoro duro e ci ho impiegato qualche anno, ma ci sono riuscita. Il rischio è quello di annoiare e di non far terminare la lettura del post ai più. Ed è un peccato.
      Dai, siamo diventati bravi;)
      Grazie Pietro caro, mi fa davvero piacere ti sia piaciuto.

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  7. Sono passati nove anni, spero che nel frattempo questa vicenda abbia avuto un lieto fine.

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    1. Come dicevo sopra a Valeria, alcune criticità si sono risolte o si sono ridimensionate ma la loro lotta continua. A volte passano anni fino a quando vengono erogati i fondi stanziati e si va avanti con le proprie risorse e con l'aiuto della gente comune.
      Vi potrei raccontare tante di quelle cose e situazioni in bilico, ma penso che basti così.
      Un abbraccio.

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  8. che bella questa esperienza, mi ha commosso profondamente.
    E' un peccato che si faccia davvero poco per sostenere il grande e prezioso lavoro compiuto da queste strutture a favore di questi bimbi :((

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    1. Cara Angela, ogni anno si fa sempre meno, per non parlare del fango che è piovuto su alcune associazioni in questi ultimi anni che ora stanno pagando tutte, mancanza di fiducia in primis. È triste doverlo ammettere, ma sono sempre più soli.

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  9. Cara Valeria, grazie di cuore.
    Sono passati diversi anni e per fortuna alcune criticità si sono ridimensionate, altre invece sono rimaste inalterate, come la mancanza di fondi. Si continua a tagliare, per cui, passa poco dallo stato alle regioni e di conseguenza ai comuni. Mentre i bimbi in difficoltà restano tanti e loro continuano ad occuparsene con la stessa cura e lo stesso amore di sempre.
    Se vuoi saperne di più, scrivimi privatamente tramite modulo di contatto, sarò felice di dirti qualcosa di più preciso sui modi per contattarli e aiutarli, se vorrai.
    Ti abbraccio forte forte.

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  10. Ciao Mariella...una storia commovente questa della bimba e di tanti altri come lei, che hanno avuto la disgrazia di nascere nel contesto di famiglie disagiate e con tanti problemi. Mi dispiace per la città di Napoli, che pur essendo una delle più belle e caratteristiche al mondo, viene sempre alla ribalta per notizie negative. Vedi tg vari, giornali ecc. Ci mancava anche lo stato che non paga quanto deve per il mantenimento di questi bambini sfortunati. Grazie per il post e per lo spunto riflessivo. Un saluto e un sorriso.

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    1. Non è condizione solo della città di Napoli, le case famiglie sono in difficoltà ovunque in Italia. I governi per anni hanno tagliato i fondi per queste strutture e ultimamente alcuni partiti politici hanno soffiato loro addosso tanto di quel fango per cercare di agire sulla pancia degli elettori. Che dopo i primi tempi, non si chiedono neppure come siano andate a finire alcune situazioni rimbalzate sui giornali per settimane. Quasi sempre con un nulla di fatto e con archiviazioni. Perché era fango e basta.
      Grazie a te per il commento.
      Ciao e a presto.

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  11. grazie per il post ..molto bello ...
    no li vedo come bambini sfortunati ..li vedo come bambini che sono fortunati alla fine hanno trovato chi si occupa di loro ..e possono dare una svolta alla loro vita difficile ..
    p.s.percè trattare male bimbi ..ok tu hai una vita brutta ..ma perche tratti male anche i tuoi figli?? ok droga ..alcol etc. ..ma ci sarà un momento che sei presente ..allora perchè ???..non dite perchè son stato trattato così e poi faccio di conseguenza ..si può cambiare ..volendo
    ciao

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    1. Hai ragione, sono bimbi salvi, per la maggior parte delle volte. Ma anche le loro famiglie a volte si riescono a salvare, naturalmente dopo un percorso di aiuto. Perché nessuno si salva da solo. E quando non ci riescono, per amore di questi stessi bambini, c'è chi riesce a trovare loro una nuova casa e una nuova famiglia. Dopo vent'anni, molti di quei bimbi ormai adulti aiutati dall'associazione di mia cognata, sono ancora molto legati a loro e hanno mantenuto contatti e affetto.
      Perché maltrattare i propri figli? E allora perché ucciderli? Non ho mai trovato la risposta e purtroppo credo che non la si troverà mai...
      Ti abbraccio.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)