Quand’ero bambino
i fili d’erba e gli alberi maestri s’innalzavano sulla riva
e per me lì disteso erano
tutti uguali,
perché salivano al cielo più in alto di me.
Avevo solo le parole di mia madre
come una fetta di merenda avvolta in carta frusciante
e non sapevo quando sarebbe tornato mio padre,
perché oltre la radura c’era un altro bosco.
Ogni cosa porgeva la sua mano,
cozzava un toro nel sole
e di notte la luce delle strade
accarezzava le mie guance e i muri,
e la luna, una grossa anfora, si chinava su di me
a spegnere la sete del mio sonno.
(Poesie - Crocetti 2001)
Note biografiche e riflessioni
Yehudi Amichai (all'anagrafe Ludwig Pfeiffer) nasce a Wurzburg, in Germania, nel 1924 e muore a Gerusalemme, nel 2000. Viene definito il più grande poeta israeliano moderno, uno dei primi a scrivere in ebraico colloquiale, raccontando episodi di vita comune e l'amore immenso che aveva per la sua patria, la sua gente, la sua religione e soprattutto per la città di Gerusalemme. Come il grandissimo scrittore suo conterraneo, Amos Oz, fu uno dei più convinti fautori della pace con la Palestina. La delicatezza dei suoi versi mi ha riportato all'infanzia, alla generosità di quelle ore in cui mi perdevo nell'immensità del cielo mentre sdraiata a faccia in sù coglievo la bellezza di quei momenti e la conservavo integra, dono per il futuro. Quel luogo, quel momento, mi sono tornati all'istante. Poesia dunque, altamente evocativa, perfetta nel suo ricordarci chi siamo e a cosa vorremmo tornare, alla fine del giorno.
Attirato dal titolo, trovo un autore che non conoscevo ma soprattutto dei versi molto belli. L'effetto è lo stesso anche per me; l'ultima frase sulla luna/anfora è stupenda.
RispondiEliminaEffettivamente racconta qualcosa di universale, più o meno... 🧡
Moz-
Per te, che sei un eterno ragazzo, già il titolo è stato un gancio perfetto. Buona domenica Miki💛
EliminaNon lo conoscevo. Le sue parole sono andate dritte nella mia memoria a risvegliare antiche cose. Quella luna si è chinata anche su di me, quando di notte sul balcone m’immergevo nel cielo. Bellissima scelta, Mariella Approfondirò la conoscenza di questo poeta. Buon sabato!
RispondiEliminaParole come dolci carezze lontane. Tutto torna, grazie a loro. Un abbraccio a te e la bimba di allora. Buona domenica💛
EliminaChe tenerezza.
RispondiEliminaLa meraviglia delle piccole cose vista con gli occhi di un bambino. Dovremmo fare in modo che sia sempre così. Ciao Mariella. Grazie e buon fine settimana. ❤
Magari Pia. Purtroppo, sempre più spesso i risvegli sono bruschi. Ma xi proviamo a conservare un briciolo di quella magia nel nostro cuore. Un abbraccio sorella cara e auguri per questa domenica speciale💛
EliminaIeri era il secondo anniversario della morte di mamma, la messa era nella mia parrocchia di San Policarpo, a Cinecittà, dove andavo a messa da piccolo, dove giocavo in oratorio e dove tutto mi sembrava gigante: spazi, colonne, finestroni, lampadari.. le prospettive cambiano col tempo..e ci ritroviamo anche con le cose che invecchiano e quasi rattrappiscono rispetto a come le vedevamo, e alle loro ombre "immense" che ci hanno permesso di crescere e valutare esattamente ora, distanze e misure, bene e male, cattiverie e bontà.
RispondiEliminaQuesta poesia mi ha evocato tempi e distanze, valutazioni e giudizi. Non sapevamo allora, e tante cose crediamo solo di saperle, ora.
Allora almeno avevamo l'ingenuità di credere che il futuro sarebbe stato bellissimo💛
EliminaParole toccanti che fanno vibrare le corde dell'anima. Meravigliosa e nel contempo melanconica perchè risveglia in ognuno di noi ricordi di un tempo che purtroppo non tornano più
RispondiEliminaEra esattamente questo quello in cui speravo. Darvi la possibilità di tornare un po' bambini😉
EliminaÈ vero, un ricordo poetico dell'infanzia è che tutto appariva così enorme, l'albero era un colosso, il più piccolo fiore era grosso come una mano, papà era un gigante buono...
RispondiEliminaE quelle passeggiate interminabili alla scoperta del mondo😉
EliminaNon conoscevo questo poeta israeliano, moderno e sostenitore della pace nella Palestina. Bellissimi versi che evocano l'infanzia con nostalgia, con malinconia, come un tempo che non tornerà più !! Buona domenica, cara Mariella.
RispondiEliminaPer noi non tornerà, ma i bambini per fortuna avranno sempre la possibilità di sognare💛
EliminaNon lo conoscevo! La lettura mi ha evocato gli stati d'animo dell'infanzia, quelli in cui a tratti inizi a prendere confidenza con il corso delle stagioni.
RispondiEliminaE tutto ti sembra possente, bellissimo e infinito!
EliminaGrazie per avermi farro conoscere questo bravo poeta.
RispondiEliminaMi piacciono i suoi versi.
Auguri a tutti nonni.
Buon ottobre.
enrico
Sono davvero molto evocativi i versi del poeta. Auguri a tutti i nonni, centro di gravità permanente💛
EliminaQuand'ero bambino ..
RispondiEliminaChe periodo meraviglioso.. vedevi le cose diversamente..e le brutture ti stavano lontano..o le vedevo si ma con gli occhi di un bambino...dunque non bruttissime..
Mi è piaciuto molto questo scritto..non conoscevo questo autore
Grazie per avermelo fatto conoscere 💖
I bambini vedono sempre il bello in quel che hanno di fronte. Hanno tempo poi, crescendo, di scoprire tutto quel che non va nel mondo. Questa poesia è stata evocativa per tutti. Sono io che ti ringrazio per averla apprezzata💛
EliminaGrazie a te per esserti lasciata cullare dai ricordi.
RispondiEliminaChe bella interpretazione! Vero che lo abbiamo fatto tutti. Si faceva anche a gara a chi resisteva di più rischiando di farci male! Un abbraccio Filippo.
RispondiEliminaQuando si è piccoli tutto ci appare bello e accogliente. I versi di questa poesia sono anche visivi.
RispondiEliminaSembrano scatti fotografici, verissimo.
Elimina