20 ottobre 2022

[ASSOCIAZIONI] Vi presento Casa Famiglia La Nuvola

Foto privata - vietata la riproduzione 

Oggi inauguro una nuova rubrica che con cadenza mensile, affronterà problematiche di vario genere collegate alle Associazioni e al mondo del Terzo Settore, tessuto sociale tra i più importanti dell'Italia. A volte se ne parla male e ingiustamente. In realtà la maggior parte di loro combatte quotidianamente  e con forza per aiutare e sostenere i più fragili (disabilità, difficoltà familiari ed economiche, malattie rare di ogni genere) spesso rimanendo nell'ombra mentre quel  che emerge è il minimo sottobosco negativo che purtroppo fa più notizia. Ma non  sarò io  la parte attiva del discorso.  Bensì  la dottoressa Gugliotta, educatrice  della Casa Famiglia La Nuvola di Napoli,  da oltre trent'anni presente in città quale sostegno per  famiglie e bambini in difficoltà,  in una delle realtà più complesse e difficili della nostra nazione. Sarà lei che, passo dopo passo, prendendo spunto dalle vostre domande e curiosità o da fatti di cronaca,  ci spiegherà cosa significa far parte di una associazione e le sue problematiche.  Che ultimamente  sono aumentate esponenzialmente a causa della crisi economico sociale che non ci da tregua.

Ciao Ai, bentrovata sul mio blog. Ci racconti brevemente come e quando è nata Casa Famiglia La Nuvola?

Ciao Mariella, grazie per l’invito a chiacchierare nel tuo blog di un tema particolarmente importante ed a me tanto caro, visto che ci vivo all’interno da tempo. Avevo 17 anni quando i miei hanno deciso di creare una casa famiglia, a Napoli non ce n’erano, c’erano tante comunità e tanti istituti, ma non case famiglia, ossia con una famiglia che accoglie bambini in difficoltà, vivendo con loro h24. Era marzo 1997 quando accogliemmo il nostro primo bambino, 12 anni, praticamente un fratello per noi, ed a giugno arrivarono una neonata e 2 splendidi e piccoli fratelli. Che allegria, favole, giochi, girotondi. Difficoltà nello studiare…io frequentavo il quinto anno di liceo, fu destabilizzante. Ci furono scosse di assestamento, grandi e piccole, bambini con maggiori difficoltà e complicazioni, un vissuto talmente complicato e difficile da sostenere che mia madre comprese subito il suo duro compito: accogliere ed abbracciare le difficoltà dei minori accolti, e tenere al riparo noi figli che venivamo da un mondo protetto.Da allora non si è mai fermata, abbiamo continuato ad accogliere bambini, in 25 anni tanti bimbi ci hanno mostrato come l'iniziale sguardo sofferente si è trasformato  fino a spiccare il volo;  abbiamo lavorato per svolgere al meglio il nostro ruolo, quello che mia madre si era prefissata fin da subito, essere una “nuvola” di passaggio per tutti questi cuori, una nuvola che a volte può essere grigia e tempestosa ed a volte bianca e serena. Nasce così  l'Associazione "Le Ali" che crea  "Casa Famiglia La Nuvola".


Di cosa si occupa l'Associazione e quali sono gli obiettivi che si pone?

L’Associazione si occupa principalmente della casa famiglia che accoglie minori 0-12 anni, collabora con la parrocchia del quartiere per un aiuto ai senzatetto con cene e vestiario una volta a settimana, collabora con attività sportive per l’inclusione sociale di minori rom, distribuisce mensilmente pacchi alimentari a famiglie bisognose con l’aiuto del Banco opere di carità (molto simile al più conosciuto Banco alimentare). 

Le difficoltà economico-sociali  inaspritesi durante gli anni del Covid, vi hanno messo a dura prova. Ci racconti qualcosa in merito?

Purtroppo dopo il covid ed ora la guerra, tutto sta evolvendo in maniera non proprio positiva, le famiglie che necessitano di pacchi alimentari aumentano ma la quantità di alimenti fornita dal Banco è diminuita. Per fare un esempio: fino ad un paio di anni fa ci venivano consegnati 12 quintali di alimenti adesso con un maggior numero di famiglie bisognose  purtroppo la quantità si è ridotta ad un massimo di 5 quintali. Le difficoltà si riscontrano anche in casa famiglia, i comuni (fatta eccezioni di pochi e sempre gli stessi, come Benevento) arrancano, non pagano, da anni. Le amministrazioni spesso non rispondono e i soldi necessari per il sostentamento dei bambini non arrivano. Passano anche mesi. Quindi l'Associazione  anticipa ogni tipo di spesa. La problematica dei pagamenti è sempre stata alla base dei rapporti case famiglia/comunità - comuni , anni fa con i vari coordinamenti facemmo anche delle manifestazioni vestiti da fantasmi perché le amministrazioni non ci vedevano, ci ignoravano, e purtroppo continuano a farlo. La situazione sta diventando intollerabile. Per questo grazie per averci dato la possibilità di parlarne da te e per l'opportunità futura. Ringrazio tutti per l'attenzione e  attendo spunti e commenti per il prossimo post.


Casa Famiglia La Nuvola - Napoli - Piazza Salvatore Lobianco, 10 - Telefono: 081 5844407

CF e P.IVA:094204110632 - 05994171212 

44 commenti:

  1. Questi bimbi sono accolti con amore da famiglie che fanno enormi sacrifici per loro. È tutto vero, anche se molti girano le spalle e fingono di non sapere. Dovrebbero essere sostenuti più di ogni altra ed invece...
    Bisognerebbe aprire gli occhi e guardare oltre i propri dubbi ed il proprio egoismo.
    Grazie Mariella per il post ed alla dottoressa Gugliotta per aver risposto alle domande con grande esattezza e sincerità.
    P,s. Ho scritto di questa tua intervista anche da me. 💙

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    1. Grazie Pia, per avere partecipato all'iniziativa. È importante, sappiamo bene quanto. Un abbraccio❤

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  2. Ho conosciuto diverse case-famiglia, sempre utili.

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    1. Lo sono. Oggi più che mai visto quello che sta accadendo in Italia e fuori. Grazie Cesare.

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  3. Un plauso a tutti gli operatori.
    Sereno giorno

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    1. Grazie Cav, hanno bisogno di sostegno sotto ogni punto di vista. Buona giornata a te💛

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  4. Sono organizzazioni molto vicine alle famiglie con problemi.Ciao

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  5. uN ARGOMENTO VERAMENTE INTERESSANTE CHE CERCHERò DI APPROFONDIRE .
    gRAZIE mARI, E SCUSA IL FORMATO

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    1. So che lo farai. Siamo qui se hai delle domande;)

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  6. Credo che il "parlare male" al quale accenni nasca da singoli episodi (che certamente sono però casi marginali) in cui il bimbo è stato separato dalla famiglia e affidato all'istituto forse senza aver valutato in modo corretto l'affetto e la dedizione dei suoi genitori e basandosi solo su situazioni di difficoltà materiali (economiche, contesto, etc.)
    Quando si parla di bimbi tolti a genitori violenti, totalmente inaffidabili e inclini a farli vivere in una situazione di estremo degrado, nessuno ha nulla da ridire, anzi, l'affidamento a una casa famiglia viene considerato un bene.

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    1. Ciao Ariano, ho solo accennato per ricordare discutibili fatti di cronaca che talvolta vengono alla luce solo per essere strumentalizzati da alcune correnti politiche. Il "marcio in Danimarca" c'è. Ma la misura è di gran lunga inferiore rispetto a quello che vogliono farci credere. In ogni caso, non mi risulta che si allontanino minori dalle famiglie senza avvisare o con superficialità. Sicuramente la dottoressa può spiegare meglio di me.

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    2. Ciao Ariano effettivamente è difficile che i bambini vengano collocati in case famiglia o comunità esclusivamente per questioni economiche, ciò che ho potuto vedere io è che spesso i genitori naturali dicono che è perché non hanno soldi per non far sapere al vicinato la verità o perché non accettano la verità. Ancor di più chi riesce ad accettare e comprendere le vere motivazioni si impegna per recuperarsi e ottenere nuovamente l affido del figlio, al contrario chi addossa tutta la colpa ai giudici, ai servizi sociali, o anche a noi ( che premetto prima dell accoglienza del minore non conosciamo nessun nucleo) difficilmente riesce a fare un percorso psicologico e genitoriale positivo e difficilmente si mostra accogliente e amorevole verso il proprio figlio. Cmq prima di arrivare a collocarli , i servizi sociali procedono sempre con 2-3 avvisi di recupero alle coppie( probate a fare questo o quello...) eccetto quando si tratta di grave maltrattamento o abuso

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  7. Ci vuole coraggio e tanto cuore per intraprendere questo tipo di attività. Consapevolezza del fatto che un gesto d'amore così altruista comporta, dal lato pratico, anche un grande rischio/sacrificio economico. Non è scontato per nulla e spesso da fuori non si riflette riflette su questo. C'è poi anche il sentirsi responsabile verso queste persone, soprattutto sd di tratta di bambini. Io nel mio piccolo cerco sempre di dare una mano, fosse anche una piccola donazione ogni tanto. Sarebbe bello organizzare eventi nei quali far conoscere queste strutture per "amalgamarle" ancora di più nel tessuto sociale, perché secondo me, dopo aver toccato con mano certe realtà risulta impossibile rimanerne indifferenti

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    1. Ciao Paola, lieta di rileggerti! Verissimo, dall'esterno non si considerano molti fattori, l'amore innanzitutto. Le difficoltà di gestire una famiglia per così dire allargata, cercando di venire incontro ad ogni esigenza e necessità dei bambini, tra milioni di difficoltà, in primis quelle economiche. Come ci accennava Ai nell'intervista, spesso e volentieri, comuni e regioni "dimenticano" i bimbi e i loro bisogni. I fondi non arrivano o vengono destinati ad altro. Case famiglia come "Nuvola" si fanno carico di tutto esponendosi economicamente al di sopra delle disponibilità effettive. E allora serve l'aiuto dei terzi. Impossibile rimanere indifferenti, questo è sicuro. Ti abbraccio.

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    2. Belle parole Paola, qui da tanti e tanti anni ci fanno corsi di aggiornamento, molte volte organizzati dal comune di Napoli, in cui ci fanno il lavaggio del cervello sull importanza della rete, il lavoro di rete etc ma poi ti rendi conto che a lungo andare si continua ad essere soli. Anche quando occorre fare visite
      sanitarie importanti, essendo questi bambini più esposti rispetto ad altri che vivono in un contesto ovattato, e trattandosi di realta' temporanee dovrebbero creare canali preferenziali ed invece ti ritrovi a dover fare file e trafile assurde. Per dirne una, mi misi in lista di attesa per delle terapia ad una nostra bimba, nel frattempo le pagavamo privatamente ( terapie che per fortuna in buona parte furono pagate da alcune amiche di mia madre) , dopo un anno il centro di riabilitazione ci chiamò per fare le terapie a pagamento dell asl, peccato che la bambina era andata già via da un mese!

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  8. Ci sono stati alcuni scandali, ed altri ce ne saranno di cui non siamo a conoscenza, e riguardavano e riguardano soprattutto se non ricordo male e se è così Dottoressa mi corregga, gli assistenti sociali che con pochi scrupoli e talvolta anche grazie ad alcuni giudici minorili compiacenti, sottraevano "frettolosamente" figli minori a famiglie in difficoltà economica ma non in stato di degrado reale e senza nessun indizio di abbandono affettivo e di cure, tale da richiedere un intervento di allontanamento, per poi affidarli tra l'altro quasi sempre alle stesse case famiglia. La ragione di tutto questo schifo è insita nel fatto che di solito, se il Comune funziona discretamente, eroga, se non erro, per ogni bambino, per tutto il tempo che resterà in quella casa famiglia, una somma mensile per il suo mantenimento alla stessa, somma che varia a seconda anche dell'età del bambino, per cui più l'età è bassa più l'importo aumenta. Per quanto elevata peraltro si tratta sempre di una somma che non è quasi mai esaustiva per provvedere al fabbisogno del bimbo, per cui, quelle poche mele marce, risparmiavano fino al punto di limitare al massimo le spese per ogni "ospite". Insomma un giro di mazzette indegno a discapito dei minori indifesi. Scandali ce ne sono ancora come questo targato 2020 https://www.lanazione.it/massa-carrara/cronaca/inchiesta-corruzione-i-bambini-calmati-con-i-farmaci-racconti-choc-sulle-case-famiglia-1.5794995 e ritengo che proprio chi è invece serio, chi ha una associazione pulita ed efficace abbia tutto l'interesse per primo a prendere le distanze da realtà vergognose.

    Fatta questa premessa, ovunque c'è del marcio ma questo non vuol dire che non vi siano anche (e molte) zone di luce e quindi ben venga questo spazio e ritengo importante che ci siano realtà come questa di cui Mariella ci parla perché a fronte della mia premessa non dobbiamo dimenticare quanti bambini e ragazzi abbiano bisogno invece di aiuto ed un aiuto vero sia concreto che soprattutto affettivo in quanto provengono da famiglie violente, degradate non certo idonee per crescere ed educare un figlio. Il fatto poi che Mariella ne parli bene per me è come una certificazione di garanzia sul vostro operato. Aggiungo che il fatto che certi Comuni oggi invece siano al contrario in ritardo con i pagamenti è altrettanto ingiusto e scandaloso perchè da un lato le mele marce porranno i loro piccoli ospiti in condizioni ancora più dure e chi invece ha associazioni come la sua, Dr.ssa Gugliotta, si vede in seria difficoltà per riuscire ad aiutare ora più che mai, chi ha davvero bisogno. Una domanda l'avrei Dottoressa, sperando di non esserLe risultato inviso per la mia premessa generale, e cioè dalla breve intervista che ha rilasciato qui a Mariella ha detto che "distribuisce mensilmente pacchi alimentari a famiglie bisognose con l’aiuto del Banco opere di carità (molto simile al più conosciuto Banco alimentare)". Questo vuol dire che non vi occupate soltanto di bambini sottratti alla potestà genitoriale ma cercate di aiutare le famiglie oneste in difficoltà, cercando quindi di operare preventivamente e per evitare, dove non ci siano problematiche molto più gravi di un disagio economico, di dover intervenire con la misura più estrema, ho inteso bene? In tal caso ha, per quello che vale, ancora di più il mio plauso e la mia stima.

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    1. Un'altra domanda se posso: Voi aiutate bambini dai 0 ai 12 anni. Perchè non fino ai 18? E visto il limite dei 12 anni, che succede al minore che a quell'età molto probabilmente non potrà più tornare nella famiglia di provenienza ma non può più restare con voi, a chi viene affidato? E non esiste il rischio di un ulteriore trauma nel ragazzino per questo nuovo cambiamento? Grazie anticipatamente per le sue risposte.

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    2. Ciao Daniele, sicuramente Ai ti risponderà e penso sarà esaustiva. Volevo solo dirti che è L'Associazione Le Ali ad occuparsi, oltre che della Casa Famiglia, anche di altre iniziative come la distribuzione degli alimenti, cosa a cui accennava nell'intervista. Per tutto il resto lascio a lei la parola.

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    3. Grazie per la precisazione. Aspetto di conoscere le risposte. Bella iniziativa Mariella!

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    4. Spero sempre che la dottoressa riesca a rispondere alle mie domande appena possibile ovviamente

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    5. Oh Daniele quante belle cose, che bella premessa e quanto ci sarebbe da dire sui vari temi.
      Ehm dunque vediamo un po', noi siamo autorizzati per 0-18 anni ma per scelta accogliamo 0-12 perché le richieste e necessità delle 2 fasce di età sono completamente diverse, ma in caso di fratelli ( facciamo ad esempio 8-10 e 13 anni ) non facciamo separazioni e li accogliamo tutti; allo stesso modo se abbiamo una bimba di 11 anni potrà arrivare con noi anche alla maggiore età non la mandiamo via, ma sicuramente faremo l impossibile ad aiutare lei e la sua famiglia naturale a recupaersi affinché la minore torni a casa, ove ciò non fosse possibile, ci attiveremo per fare in modo che quando il tribunale dichiara l adottabilita e ci manda una coppia la minore inizi a creare un rapporto positivo con la stessa. Abbiamo avuto bambini fin all età di 15 anni ma perché magari erano con fratelli più piccoli e non abbiamo diviso il nucleo, meno si possono traumatizzare e meglio è. Esistono comunità per adolescenti che accolgono esclusivamente la fascia 12-18 anni e sicuramente affrontano maggiori difficoltà al compimento della maggiore età e per legge non possono più tenere i minori, generalmente se gli stessi sono entrati in comunità a 17 anni tenderanno a cercare la famiglia naturale poiché un collocamento in adozione è più difficile e spesso non accettato da loro, nel caso di necessità a farli rimanere in comunità e non farli andare per strada, la Regione Campania ( e credo anche le altre Regioni) hanno creato i gruppi appartamento che si autogestiscono , accolgono minori 18-21 anni ed hanno generalmente un solo educatore di turno per la supervisione ed un piano educativo

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    6. Per quanto riguarda le realtà vergognose purtroppo ci sono, ne ho conosciute anche io e saputo di comunità che nascevano solo per lucrare, da voltastomaco. So anche di gente che conoscevo che lavorava al comune di Napoli e che si organizzava con alcune precise comunità per " mangiare " dei fondi, ora ai domiciliari. Purtroppo so anche del caso di Bibbiano a cui non volevo proprio credere visto che una delle persone coinvolte la stimavo notevolmente, che colpo al cuore. Sfortunatamente come per ogni lavoro ed ogni cosa esistono 2 lati di medaglia, c è chi va di cuore e chi di portafoglio. Non giustifico. Non accetto anche perché per colpa loro ci rimettiamo tutti e nel tempo la gente tende a ricordare maggiormente di quei casi che di tutto il bene che fanno le altre strutture. Cmq io noto solo una cosa, generalmente si tratta di comunità( anche quella da te citata nel link) ...con operatori che si turnano, non di case famiglia( che sono sempre troppo poche in Italia) con famiglie presenti h24. Ci sono poche case famiglia così come ci potrebbero essere più famiglie affidatarie che soni ancora troppo poche

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    7. Daniele quanti spunti notevoli, e scusa se ti ho risposto solo oggi, ma avevo bisogno di relax e divano😅, ed ora sono qui con 3 bimbi seduti accanto a me che guardano i cartoni e mia figlia che fa mangiare le bambole.
      Sì ci occupiamo anche di pacchi alimentari, attraverso il banco opere di carità, forniamo un contributo economico annuale ( a nostre spese, è vietato e lo dico sempre alle "mie" famiglie, chiedere soldi alle famiglie stesse) a loro chiediamo solo il modello isee che deve rispettare dei canoni, e ogni mese hanno un pacco 📦 alimentare con generi di prima necessità ( pasta latte caffè ☕️ parmigiano, legumi, merendine, pelate...) , e talvolta qualche sfizio ( cioccolata, yogurt), purtroppo però nel tempo la capacità del pacco è diminuita, prima ( fino a 3 anni fa) ci fornivano 12 quintali di alimenti ora quasi 5 e le famiglie bisognose sono aumentate purtroppo, in più da quando è iniziata la guerra è diminuita la quantità di pasta ( prima potevo donare anche 4 kg di pasta a famiglia ora arrivo a 1.5kg) e non c è più olio di evo.dunque difficoltà anche lì.
      Inoltre una volta a settimana collaboriamo con la ns parrocchia per la preparazione e consegna di un pasto caldo ai clochard ed anche lì stiamo avendo difficoltà perché i ns fornitori stanno a loro volta sostenendo notevoli spese e non possono più preparare panini in più per noi, frutta gratis o contenitori di alluminio dove mettere cibo. Sono venuti tutti meno per cui ci stiamo attivando nuovamente per trovari altri sostenitori. Dio ci aiuterà, ma l importante è aiutare loro che sono per strada, ed ora arriva anche il freddo, fortuna che in questo periodo ci hanno portato parecchie coperte

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    8. La ringrazio profondamente Dottoressa per le sue risposte chiare, esaustive e per avermi fatto sentire attraverso le sue parole, tutto l'impegno e l'amore che mette verso i suoi piccoli ospiti e verso tutte le persone e le famiglie che aiutate. Un grazie per loro anche da parte mia Dr.ssa Gugliotta.

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  9. Bisognerebbe lavorare a monte, con più presidi alle famiglie, non soldi, ma servizi, strutture, personale di supporto. E nei territori difficili, raddoppiare gli sforzi!

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    1. Purtroppo è proprio a monte che manca tutto. E gli sforzi restano a carico delle associazioni e dei cittadini!

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    2. Eh bella Sara, il problema è che la mancanza di fondi sta poetando a scatafascio tutto il sistema, pensa che in alcune municipalità di Napoli sono state soppresse anche alcuni laboratori ed attività dell educativa territoriale a scapito delle famiglie e dei rioni ed è un peccato perché quei minori seguiti dall educativa venivano ben monitorati, ( non solo dunque dalla scuola) ma anche da educatori nei servizi pomeridiani che potevano aiutare e supportare le famiglie in vari modi. Il problema è che lo Stato quando è in difficoltà non aiuta, taglia: taglia fondi prima di tutto a sanità e sociale e lo sappiamo bene tutti , e quando si tagliano i fondi ma un servizio sociale o chiunque altro come può lavorare bene a monte senza poter offrire servizi? Per troppo tempo si è sfruttato il volontariato ed ancora si sfrutta( anche noi stessi offriamo la metà del ns tempo in volontariato ma nella realtà dei fatti stiamo coi bimbi h 24), è diventato tutto sempre più difficile e complicato

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  10. Sono organizzazioni non solo utili ma davvero necessarie visto lo sfascio continuo e i tassi di povertà che minano di continuo le capacità di nuclei familiari spesso ridotti allo stremo e all'incapacità di offrire opportunità di crescita decenti

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    1. Cari Franco, tu conosci molto bene questo mondo❤

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    2. In base alla risposta di Mariella comprendo, Franco, che è coinvolto in questo mondo e quindi comprende bene tutti i pro e contro. In bocca al lupo ❤️

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  11. La dottoressa Gugliotta vi risponderà oggi. Ieri non è riuscita a collegarsi. Un abbraccio e buona giornata a tutri❤

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  12. Meno male che ci sono queste associazioni di volontariato a dare una mano alle tante famiglie in difficoltà. Ciao

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    1. Chissà cosa sarebbe la nostra povera Italia senza il volontariato e le associazioni. Ciao!

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  13. Questo è il primo post. Ci siano presentati e ci tenteremo di parlare dell'argomento in modo esaustivo e semplice per far comprendere meglio a tutti il mondo delle associazioni.
    A presto cara, dacci notizie💛

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  14. Se ci fosse un vero Stato, se ci fosse realmente un suo aiuto a chi spetta e non ai soliti racco andati o furbetti, non servirebbero queste associazioni o sarebbero tutelato proprio dallo stato.
    Così non é e allora queste persone vanno ammirate doppiamente e doppiamente aiutate perché donano cuore e anima a chi offrono casa e affetto.
    Tanto di cappello a loro che si prodigano in un campo molto difficile

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    1. Anche io ho il cuore colmo di affetto e stima perché come loro si mette al servizio degli altri. Purtroppo prevedono tempi ancora più difficili...

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)