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20 aprile 2024

IL MONOLOGO DI ANTONIO SCURATI: VIVA IL 25 APRILE, VIVA L'ITALIA ANTIFASCISTA



Antonio Scurati


Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.


Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.

In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.

Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.

Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?

Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.

Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).

Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.


Il testo integrale del monologo di Antonio Scurati che è stato censurato dalla RAI. Questa sera doveva partecipare al programma di Serena Bortone su Rai 3 ma il suo intervento è stato cancellato. Un altro duro colpo alla libertà di pensiero e alla nostra "malandata" democrazia. 


03 aprile 2022

[L'INCIPIT DELLA DOMENICA] Il buio oltre la siepe di Harper Lee






 "Anche gli avvocati sono stati bambini, immagino... (Charles Lamb)


Jem, mio fratello, aveva tredici anni all'epoca in cui si ruppe malamente il mio gomito sinistro. Quando guarì e gli passarono, i timori di dover smettere di giocare a palla ovale, Jem, non ci pensò quasi più. Il braccio sinistro gli era rimasto un po' più corto del destro; in piedi o camminando, il dorso della sinistra faceva un angolo retto con il corpo, e il pollice stava parallelo alla coscia, ma a Jem non importava un bel nulla: gli bastava poter continuare a giocare, poter passare o prendere il pallone al volo.

Poi, quando di anni ne furon trascorsi tanti di poterli ormai ricordare e raccontare, ogni tanto si discuteva di come erano andate le cose, quella volta. Secondo me tutto cominciò a causa degli Ewell, ma Jem, che ha quattro anni più di me, diceva che bisognava risalire molto più indietro, e precisamente all'estate in cui capitò da noi Dill e per primo ci diede l'idea di far uscire di casa Boo Radley.

Ma allora, ribattevo io, se si voleva proprio risalire alle origini, perché non dire che la colpa era di Andrew  Jackson? Se il generale Jackson non avesse incalzato gli indiani creek lungo il ruscello, Simon Finch non avrebbe risalito l'Alabama con la sua piroga, e dove saremmo noi a quest'ora? Eravamo troppo grandi, ormai, per risolvere la controversia a botte: consultammo nostro padre Atticus, e lui disse che avevamo ragione tutti e due.

(Harper Lee  -Il buio oltre la siepe - 1957)

13 febbraio 2022

[L'INCIPIT DELLA DOMENICA] La vita davanti a sé di Romain Gary

La vita davanti a sé di Romain Gary - Neri Pozza Editore

  


"Per prima cosa vi posso dire che abitavamo al sesto piano senza ascensore e che per Madame Rosa, con tutti quei chili che si portava addosso e con due gambe sole, questa era una vera e propria ragione di vita quotidiana, con tutte le preoccupazioni e gli affanni. Ce lo ricordava ogni volta che non si lamentava per qualcos'altro, perché era anche ebrea. Neanche la sua salute era un granché e vi posso dire fin d'ora che una donna come lei avrebbe meritato un ascensore.
Dovevo avere tre anni quando ho visto Madame Rosa la prima volta. Prima non si ha memoria e si vive nell'ignoranza. La mia ignoranza è finita verso i tre o i quattro anni e certe volte ne sento la mancanza."

16 gennaio 2022

[L'INCIPIT DELLA DOMENICA] "Quella primavera" da Coral Glynn di Peter Cameron

 


"Quella primavera -  la primavera del 1950 - era stata particolarmente piovosa.In fondo al giardino di villa Hart s'era formata una pozza da cui spuntavano ardite le corolle smerlate dei crochi, come bambini tremanti durante l'ora di nuoto. La ghiaia bionda dei sentieri era diventata verde, rivestita da una sottile patina limacciosa, e prima di sedersi sulle panchine di cemento, a fianco del cancello che si apriva sul fiume, bisognava togliere le chiocciole e le lumache."

(Coral Glynn - Peter Cameron - Adelphi - 2012)

26 ottobre 2021

[RECENSIONI] I LIBRI DEL MESE DI OTTOBRE

 

Le mie recensioni tornano quando vogliono. Subiscono la spinta della scrittura se sento la necessità  di voler dire qualcosa a proposito  dei libri letti. Oggi ve ne propongo tre.  Mi hanno lasciato addosso quella piacevole sensazione di essere stata arricchita e stimolata dalle parole e dalle sensazioni provate. Ve li consiglio.

Titolo: Postodibloggo - Autore: Franco Battaglia  - selfpublishing - prezzo cartaceo: 12,00 euro

10 marzo 2021

27 febbraio 2021

[SABATO DI POESIA] DI NOTTE DI PAUL CELAN

DAL WEB


 Di notte, quando il pendolo dell'amore oscilla

tra sempre e mai,

la tua parola batte alle lune del cuore

e il tuo occhio blu-

tormenta porge alla terra il cielo.


Da un boschetto lontano,annerito

di sogni, ci investe l'esalato,

e il perduto si aggira, grande quanto gli spettri del futuro.


Quel che ora si abbassa e sale

vale per il sepolto nell'intimo:

cieco come lo sguardo che scambiamo,

bacia il tempo in bocca.

(Paul Celan - L'antologia italiana - 2020)


NOTE SULL'AUTORE

Paul Celan nasce a Czernowitz nel 1920 e muore a Parigi nel 1970. Ebreo, inizia a scrivere poesie nel 1938 subendo sicuramente l'influenza di quel periodo. Durante la "notte dei Cristalli" si trasferisce a Tours per studiare  medicina. E a causa della guerra perderà ambedue i genitori: suo padre per il tifo e la madre uccisa in un campo di concentramento in Ucraina. La sua poesia, che arriva alla maturità alla fine degli anni '40, viene definita un grido di dolore che partendo dai campi di concentramento finirà sul ponte parigino Mirabeau, da dove si getterà togliendosi la vita. Io l'ho trovato oscuro e funereo. Una poesia che non lascia spazio ad alcun raggio di luce. Sfogliando l'antologia ho fatto fatica a trovare un componimento che fosse meno disperato del resto. Non so, sicuramente è un autore grandissimo e forse sono io a non avere, in questo momento,  lo spirito giusto per accogliere la sua poesia. 


13 febbraio 2021

[SABATO DI POESIA] NELLA CASA DI N. COMPAGNA D'INFANZIA DI MARIO LUZI


Mario Luzi a Firenze -  dal web


Il vento è un aspro vento di quaresima,
geme dentro le crepe, sotto gli usci,
sibila nelle stanze invase, e fugge;
fuori lacera a brano a brano i nastri
delle stelle filanti, se qualcuna
impigliata nei fili fiotta e vibra,
l'incalza, la rapisce nella briga.


Io sono qui, persona in una stanza,
uomo nel fondo di una casa, ascolto
lo stridere che fa la fiamma, il cuore
che accelera i suoi moti, siedo, attendo.
Tu dove sei? sparita anche la traccia...
Se guardo qui la furia e se più oltre
l'erba, la povertà grigia dei monti.

(Primizie del deserto - 1952)


04 dicembre 2020

RECENSIONE: LA DONNA DEGLI ALBERI DI LORENZO MARONE


La donna degli alberi
Editore Feltrinelli
pagine 219
prezzo cartaceo euro 16,00


DAL LIBRO
"Lascio dietro di me le cose che non comprendo, quelle che non posso cambiare, lo sguardo ostile di chi non ti conosce, le bottiglie di plastica, la città piena di assenza, i cellulari che rubano il tempo. Lascio il mondo dei vincenti, di quelli che si sentono tali, il  frastuono  dei loro bolidi, la televisione dei disabili, il menefreghismo assoluto... lascio le cose non destinate a me, ciò che non può farsi meraviglioso, i pesi alle caviglie, vincere battaglie a tutti i costi, avere l'ultima parola... Lascio la mia vita, per costruire un nuovo pezzetto di terra da abitare, da seminare e da far fiorire. Imparo a stare, senza rimpianti, senza voler essere continuamente altrove. Questo è il mio onesto patto da onorare. Il mio piccolo contributo."

SINOSSI
La Donna è sola, in fuga. Lascia la città per tornare  nei boschi della sua infanzia, perché è stanca di cercare amore dove non c'è. Nella sua baita ritrova i profumi della famiglia, i gesti e le abitudini di suo padre. Conosce lo Straniero, la Guaritrice, la Rossa, la Benefattrice. Nessun personaggio del romanzo ha un nome di battesimo, non è NECESSARIO. Ci sono gli animali, come la volpe rossa e curiosa e il gufo reale che bubola sotto il pergolato.  Ci saranno giorni luminosi e altri bui, notti terribili in cui la paura di non farcela a ritrovare se stessa,  torna ad assalirla. Il Monte che la chiama. Attraverserà le stagioni invernali per rinnovarsi mentre la neve si scioglie e la montagna si prepara  al disgelo e a rifiorire. Esattamente come lei.

COMMENTO
Quasi un mese per leggere un libro. Credo di avere battuto ogni record. Ma non è come pensate. Non è un libro evitabile. È un libro che sospende il tempo e lo riavvolge come per magia. È un libro che racconta una donna come siamo noi, tutte quante. Con consapevolezza di se stessa, con cura. Ti costringe a prestare attenzione ad ogni parola. Dovrei essere abituata alla scrittura di Lorenzo Marone, avendo letto tutti i suoi libri. Ma questa volta è diverso,  speciale.  Molto intima, femminile come mai. In grado di regalarti coraggio e comprensione, abbracciarti con affetto e calore. La donna degli alberi, di cui non conosciamo il nome, ci attrae e conquista. Sarà molto difficile togliersela di dosso, perché in quello specchio, in quella casa nel bosco tra monti e valle, lontano dal resto del mondo, ci siamo noi, ognuna di noi. Vi consiglio una cura salvifica. Un libro che vi passerà attraverso e resterà fisso nel cuore e nella memoria. Un libro che parla di riparazione e di cura. Della forza e del coraggio delle donne che  riescono sempre a trovare in se stesse quel piccolo miracolo che si chiama rinascita. Un libro che consiglio anche agli uomini perché il miracolo del ricostruire per ritrovarsi ci riguarda un po' tutti.


Note bibliografiche dell'autore:

Ha pubblicato La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015; Premio Stresa 2015, Premio Scrivere per amore 2015, Premio Caffè corretto città di Cave 2016, 16 traduzioni all’estero), che ha ispirato un film, La tenerezza, con regia di Gianni Amelio; La tristezza ha il sonno leggero (Longanesi, 2016; Premio Como 2016), da cui verrà tratto un film omonimo con regia di Marco Mario De Notaris; Magari domani resto (Feltrinelli, 2017; Premio Selezione Bancarella 2017); Un ragazzo normale (Feltrinelli, 2018; Premio Giancarlo Siani 2018); Tutto sarà perfetto (Feltrinelli, 2019) e i saggi Cara Napoli (Feltrinelli, 2018) e Inventario di un cuore in allarme (Einaudi 2020) Collabora con “la Repubblica” di Napoli con una rubrica fissa dal titolo “Granelli”. È tradotto in diciassette paesi.

ETICHETTE: LORENZO MARONE

24 ottobre 2020

SABATO DI POESIA: QUANDO DI FRANCO BATTAGLIA

 

Foto di Franco Battaglia

Quando sei avvolto in un tramonto

devi stiracchiare bene i pensieri

ed accomodarli con cura,

che la luce, ora fievole, 

li accarezzi ad uno ad uno

e ne sistemi le pieghe

nel senso del tuo umore.


Quando entri nella sera

bussa dolcemente 

perché sei invitato a sognare

e se gli altri, tutti gli altri,

restano fuori,

avrai l'intera notte 

a curarsi di te.

(Non sono nuvola - 2003)



Note bibliografiche:

Franco Battaglia è nato a Roma e lì vive.  Ha pubblicato la raccolta di poesie Non sono nuvola di Editrice Pagine  nel 2003 e un altro estratto di sue poesie sono presenti nell'antologia L'Altro Novecento di Vittoriano Esposito. Bancario per caso, blogger,  poeta di pensiero e fotografo di attimi. La sua poesia è un regalo luminoso che ti  sfiora come una carezza delicata,  pronta  a toccarti l'anima. Quel suo incedere di  passi sospesi, sulla superficie di un mare apparentemente calmo,  rende  così intenso il messaggio, che,  chiunque si avvicini alle sue parole, prenderà a scavarsi  dentro per cercare di raggiungere il cuore. Lì dove si sono adagiate le emozioni.

18 ottobre 2020

LE PAROLE SPLENDENTI IN GRADO DI CAMBIARE IL MONDO


Ieri, su consiglio di Franco Battaglia con il quale si va d'amore e d'accordo su tutto tranne per quel che riguarda  un autore italiano (ma si sa che nell'imperfezione e nel difetto c'è la vera bellezza) ho letto come prima cosa, su La Repubblica, l'intervento di David Grossman  all'apertura della fiera di Francoforte. Uno degli autori più incisivi del secolo, che ho avuto l'onore di conoscere personalmente e che ammiro profondamente. 

Grossman  nel suo articolo regala alla parola il senso di vera libertà, il potere di cambiare il mondo. 

A dire il vero non è l'unico che le da un potere salvifico, anche Erri De Luca dice che è "via d'uscita, campo aperto". Sappiamo che i grandi autori hanno una visione della vita così ampia che sfugge ai comuni mortali. Ma sono in grado di prenderci per mano e farci raggiungere lo stesso traguardo. 

Ci dice che gli scrittori hanno la possibilità, grazie all'osservazione della realtà, di documentarla con la scrittura, nel momento in cui,  le criticità che il mondo attraversa, saranno un ricordo lontano. Che si tratti di cambiamenti economici, politici, sociali, culturali. 

"Noi scrittori, documenteremo, osserveremo, scriveremo e metteremo in guardia da chiunque cerchi di attuare manipolazioni linguistiche e cognitive. Da chiunque minacci i nostri diritti civili e umani. Saremo testimoni attenti, attivi, curiosi, acuti. Non necessariamente della pandemia, è anche il nostro modo di resistere ai cliché, ai vuoti slogan, ad affermazioni indiscriminate che spianano la strada all'istigazione, al pregiudizio e al razzismo".


Dice " tutto ciò non indebolirà il virus, nel caso specifico, ma ci permetterà  di ricordare chi eravamo prima della pandemia. E di quando potrebbe essere bello e luminoso il mondo dopo che saremo usciti da questo incubo."


Ora è chiaro che, la visione di noi che riusciremo a  migliorare il mondo grazie ai nostri autori preferiti in missione salvifica tramite la parola,  può sembrare un'utopia. Ma dato che io, da sempre, la ritengo la nostra arma migliore (anche la peggiore a volte), voglio crogiolarmi nell'idea di speranza che mi ha instillato David. 

Del resto, come dice Emily Dickinson , sono ancora in grado di osservare una parola fino a quando non comincia a splendere.

22 settembre 2020

PICCOLE SEGNALAZIONI LIBRESCHE

 




EDITORE: SELLERIO 

COLLANA: LA MEMORIA

AUTORE: MAURIZIO DE GIOVANNI

PAGINE: 288

PREZZO CARTACEO: 14.00 EURO



La prima volta del nuovo personaggio di Maurizio De Giovanni, in un romanzo tutto suo, edito da Sellerio. Gelsomina Settembre è un'assistente sociale napoletana che lavora gratis in un consultorio dei Quartieri Spagnoli. Alle spalle un matrimonio finito, nel presente la difficile convivenza con sua madre. Di contorno,  molti personaggi tra il buffo e il surreale che l'affiancano. Alle prese con un caso senza giustizia mentre dovrà affrontare qualcosa che non si aspetta e che  rischierà di travolgerla.

«Mi chiamo Flor, ho undici anni, e sono qui perché penso che mio padre ammazzerà mia madre»



EDITORE: EINAUDI

COLLANA: I CORALLI

AUTORE: DIEGO DE SILVA

PAGINE: 320

PREZZO CARTACEO: 18.00 EURO





Un nuovo capitolo per l'avvocato italiano fiero di tutti i suoi insuccessi che è davvero diventato un mito irresistibile per tutti i suoi fan. Vincenzo Malinconico questa volta è alle prese con una nuova causa in procinto di diventare una tra le sue migliori "cause perse". Ma questa volta, tra il nuovo socio e la nuova fidanzata, dovrà vedersela con fanciulle in mutande e sindaci con  rigurgiti di coscienza e  con una malattia non prevista  capitata all'improvviso. L'avvocato più difettoso d'Italia ci aspetta, con tutte le sue inettitudini. Imperfetto come noi. Che lo amiamo così com'è.


<< Per caso ha visto una ragazza in mutande, con i capelli corti e il seno pronunciato, diciamo una terza?>>

04 settembre 2020

I LIBRI CHE NON COLSI





Difficile affrontare un argomento che "gira" attorno alle letture  qui da me  che non sia stato già sviscerato in passato. Ne ho parlato in così tanti modi, stimolando la curiosità di voi amici che mi leggete, sia con quiz a tema che  riflessioni. 
Come  QUI  ad esempio, o QUI e anche QUI.


Vi ho portato sulla "riga" di quelli iniziati e mai finiti, di quelli terminati con gran noia, di quelli comprati e mai letti. Abbiamo discusso di libri paragonandoli ad uomini, di quelli a cui non rinunceremmo mai qualunque cosa capitasse. Di libri che ci hanno cambiato la vita. Di quelli che restano sul nostro comodino per tutta la vita, perché sono i nostri preferiti e ci piace averli accanto a noi anche di notte.

Ma perché torno sull'argomento? Essendo io una blogger con la fissa delle letture credo  di avere  trascurato abbastanza, negli ultimi mesi,  la mia missione principale, uno dei DOGMA del mio blog. Parlarvene. Da settembre ricomincerò con le segnalazioni e con le recensioni. Non avranno scadenza fissa ma arriveranno quando avranno voglia ahahah che sia chiaro😜

Oggi però vorrei soffermarmi sui libri mai letti. Dai capolavori della letteratura mondiale a quelli "figli di nessuno" diventati un vero e proprio caso editoriale tramite passaparola. Devo riconoscere che mi faccio poco condizionare dalle tendenze e dalle classifiche. Leggo un libro, se conosco bene l'autore e so che incontra il mio gusto. Oppure, se l'autore mi è sconosciuto, apro a caso  volume e scorro qualche pagina. Mi basta pochissimo per capire se fa per me. Mi soffermo su di una frase o un paragrafo che mi colpisce e se mi piace è fatta, il libro è mio.
Una volta un mio commentatore mi disse che lui rimaneva colpito anche dalla copertina, che lo induceva all'acquisto in mancanza di altri stimoli. Vero è che le copertine dei romanzi vengono studiate a lungo dagli editor e dai pubblicisti proprio perché hanno l'obiettivo di catturare immediatamente l'attenzione degli eventuali compratori. Per non parlare di dove e come vengono collocati all'interno delle librerie.
Insomma comprare un libro non è poi così difficile, anche se non abbiamo la minima idea di quel che stiamo acquistando e ci affidiamo alla nostra buona stella. E quante cantonate PRENDIAMO 😎

Ma quali sono i libri celebri o meno che non ci hanno mai convinto all'acquisto?
Ho fatto un breve inventario e vi propongo alcuni dei miei:

1) IL SIGNORE DEGLI ANELLI di John Ronald Tolkien. 
Ne lessi qualche capitolo a casa di mia sorella (tra l'altro è uno dei suoi libri preferiti) ma mi lasciò del tutto indifferente. Non credo che avrà mai spazio nella mia libreria.

2) PASSAGGIO IN INDIA di Edgar Foster. Uno dei libri più citati in assoluto, ogni tanto me lo trovo da qualche parte. Sarei curiosa di sapere quanti di quelli che lo citano lo hanno mai letto. Io mai. 

3) L'INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL'ESSERE di Milan Kundera. E niente, ogni tanto mi ricapita davanti in libreria. Ma io mi annoio perfino a leggere tutto il titolo.

4) DELITTO E CASTIGO di Fedor Dostoevskij. Altro libro citato dal mondo letterario sempre ma sempre. Niente da fare, resta lontano da casa mia.

5) TUTTI I LIBRI DI COELHO. A me la new age fa venire i brividi, in senso negativo. Per cui i suoi sono banditi.


Ora ditemi i vostri😉

26 aprile 2020

I VINILI DELLA DOMENICA: LA VITA È ADESSO (IL SOGNO È SEMPRE) - CLAUDIO BAGLIONI


Già vi vedo alzare le sopracciglia solo a leggere il titolo del post😜ma prometto solennemente, fin dal principio, di mantenere il giusto distacco verso l'Autore dell'album e parlarvi succintamente e brevemente della sua nascita e pubblicazione.Giurin giurello. 
Che poi, secondo voi, quanto tempo ancora avrei fatto passare prima di far tornare Claudio Baglioni sulla pagina del mio blog? Non vi pare che un anno sia più che sufficiente? Parlo e straparlo da mesi e mesi degli album della mia vita e taccio clamorosamente sul BaglionOne???
Non si fa, povero Baglioni, non se lo merita...
Ho tutti i dischi, tutte le cassette, tutti i live del cantautore romano ma l'album di cui vi parlo oggi, per me è L'ALBUM.
E non solo perché ha segnato l'anno più importante della mia vita e gran parte del successivo, quello in cui decisi di fare il grande passo e trasferirmi a Milano, non solo perché ho versato fiumi di lacrime mentre lo ascoltavo in cassetta fino a consumarla, mentre dimagrivo a vista d'occhio e fumavo due pacchetti di sigarette al giorno. Camminavo, respiravo, meditavo, facevo e disfacevo progetti per il mio futuro. Alternavo momenti di estrema eccitazione a momenti di veri e propri de profundis, mentre mi vedevo fagocitata dalla grande e tentacolare città, cadere preda di miliardi di pericoli fino a ritrovarmi quasi esanime su una delle panchine del Parco Sempione. Io, ragazzina meridionale, alle prese con un sogno forse più grande di me.

Lui invece,  era al massimo della celebrità. Con l'album precedente e il successivo tour Alè-oò, aveva fatto il botto (vabbè lo sapete che non riesco proprio a scrivere mantenendo l'aplomb giusto) vendendo quasi 800.000 copie del lavoro(numeri da brividi oggi) e raggiungendo il numero di oltre 1.000.000 di spettatori ai concerti. Stiamo parlando dei primi anni '80; fino al 2019 sono rimasti vertici insuperabili.
L'attesa dei suoi fan era spasmodica, tutti ci chiedevamo cosa avrebbe mai tirato fuori dal cappello a cilindro dopo il successo clamoroso di Strada Facendo. In molti pensavano che sarebbe cominciato il declino, eh... tanti lo speravano, compresi molti suoi colleghi.
Così, l'8 giugno del 1985, esce La Vita È Adesso
È un concept album. Costruito per raccontare la giornata tipo di un ragazzo, dal mattino alla notte. Tutte le canzoni vennero scritte dall'autore al tavolino di un famosissimo caffè dell'epoca, lo "Zodiaco", che godeva di un panorama bellissimo trovandosi sulla collina di Monte Mario. Chi conosce l'album sa, che al suo interno c'è un meraviglioso scatto del fotografo Toni Thorimbert, che riproduce il medesimo panorama. Ma la foto non è stata scattata dal locale bensì dal Roof Garden dell'Hotel Cavalieri Hilton di Roma distante qualche centinaia di metri dal luogo in cui Baglioni concepì l'intero lavoro.



Qualunque tipo di timore sul valore e il peso di quell'album si disperse come nebbia al sole fin dal primo ascolto. Lo stesso Baglioni temeva fosse un lavoro troppo complesso così pieno di parole e di non facile assimilazione. Non essendo una vera e propria critica musicale vi posso solo dire che le armonie furono modificate di volta in volta dal cantautore per dare il ritmo giusto e anche il fiato corretto ai brani. Dato che non c'erano ripetizioni nelle righe di ogni testo. Eppure, è stato così facile imparare le canzoni e memorizzarle per sempre. Io stessa, ogni volta mi sorprendo di come, pure a distanza di ... anni, mi sia così facile ricordare i testi e gli attacchi. L'unica cosa che non mi riesce è mantenere il fiato e la nota ma mi consola il fatto che ormai, non ci riesce  più nemmeno lui😎 lo sapete che non ci vado mai troppo leggera, sarà che è il cantante con cui ho maggior confidenza e strapazzarlo un po' fa sempre bene al mio affetto per lui e a ridimensionamento del  suo ego. Claudio Baglioni è un grandissimo artista, ama la musica e le parole fino all'esasperazione, è un perfezionista, un nemico giurato della superficialità ma soprattutto, e per fortuna, è un sognatore. Nonostante gli anni e gli acciacchi di vita rimane il più importante fautore della speranza e dei sogni nel panorama discografico italiano. Un vero e proprio visionario. Sull'ultimo numero di Vanity Fair Italia dice:
siamo sognatori dunque? Sì per nostra fortuna. Lo dimostrano le pagine più alte e luminose della nostra Storia. Approfittiamo allora della notte che stiamo vivendo per sognare con tutta la forza che abbiamo. Non il ritorno alla solita realtà, però. Sono così tante le cose da cambiare. Sogniamo il "meglio di prima" non il "tutto come prima".

Hai ragione Claudio, siamo sognatori e dobbiamo sognare in grande. Come feci io da ragazzina, come hai fatto tu. E questa volta per rendere migliore il mondo, che è  di tutti. Cercando di non fare gli stessi errori. E intanto grazie, se sono e resto una sognatrice lo devo anche a te.



E adesso la pubblicità - la mia preferita del mio album preferito



Ora le canzoni dell'album. Come sempre cliccate sui link.


Fonti: Vanity Fair Italia 


La Vita È Adesso (il sogno è per sempre) CBS 1985




Lato B



Questo post è dedicato a tutte le donne della mia famiglia che sono cresciute all'ombra della sua musica.



01 dicembre 2019

I VINILI DELLA DOMENICA: UN SABATO ITALIANO - SERGIO CAPUTO



Se dovessi dirvi che mi ricordo quando ascoltai per la primissima volta la canzone che da il titolo a questo lavoro, mentirei. Probabilmente avvenne durante la messa in onda del video che ne fu tratto. All'epoca, erano pochi i programmi televisivi dedicati alla musica. Io seguivo Mister Fantasy, programma della RAI,  l'unico che trasmetteva video musicali italiani e stranieri già dal 1981. Per farvi capire, DJ Television nasceva nel 1983 e sulle reti private.  Il conduttore era Carlo Massarini ed era dedicato alla musica rock. Una manna allora, per i giovani proseliti di quel genere come me. Il conduttore (ho saputo dopo) suggerì alla casa discografica CDG (ora Warner) di far incidere il primo  album a Sergio Caputo, un 28enne romano che partecipava al suo programma e  riuscì far mettere sotto contratto l'artista. Ogni video tratto da quelle canzoni fu trasmesso alla tele. Ho fatto fatica  a trovare delle tracce in rete, la Rai se li tiene stretti nella sua cineteca. Però qualcuno su RAI SAT EXTRA😎 c'è.
Erano i favolosi anni '80 da bere, e il cantautore  seppe raccontargli perfettamente nelle sue canzoni, avendoli vissuti in prima persona. 
In una sua intervista che celebrava  i trentacinque anni dell'album, ha rivelato  che lavorava di giorno (come pubblicitario) e viveva una vita spericolata la notte. Donne, locali ecc... aveva fatto suoi tutti i vizi a tal punto che pensava di non riuscire ad arrivare ai quarant'anni.
Per sua fortuna e nostra, non è stato così. L'album nacque d'istinto, durante le sue notti "brave" lui stesso dice di allora:
 "L’ho scritto di notte, in varie occasioni. Quando mi veniva l’ispirazione, non essendo pratico portarmi un registratore dietro, facevo che telefonarmi a casa e cantare le canzoni alla segreteria telefonica. Un Sabato Italiano per esempio è nata a mia insaputa, la mattina dopo non mi ricordavo nemmeno come ero tornato a casa. Ho acceso la segreteria e c’era tutta la canzone cantata per voce e chitarra. L’ho scoperta così".

Per dire, uno scrive canzoni epocali registrandole sulla segreteria telefonica. Un fulminato, un matto vero, un'artista eclettico, ironico e unico. Sono certa che molti tra di noi hanno un ricordo legato a questa canzone, ma anche a molte degli album successivi come Italiani Mambo, L'astronave che arriva, il Garibaldi innamorato o Susanna, che scrisse per Adriano Celentano.

Ma tornando al vinile: ogni canzone è abbinata ad un cocktail, sulla copertina  dell'album Sergio  indossa una maglietta che ritrae un famoso poster dell'artista Guy Peellaert che, imitando l'articolo di un giornale, recita "Frankie Goes to Hollywood": esattamente la stessa fonte di ispirazione per l'omonimo gruppo pop che farà successo dal 1984. La prima traccia si intitolava Citrosodina ma dopo qualche mese il cantautore ricevette una telefonata dalla casa farmaceutica produttrice che gli chiese di inserire nel testo"è un medicinale, leggere attentamente le avvertenze e le modalità d'uso".E allora Sergio cambiò il titolo che divenne Bimba se sapessi e furono nuovamente reincise le parole del brano che divennero "idrofobina vegetale" al posto di "Citrosodina naturale". Potete ben capire il valore da collezione che ha la prima versione dell'album con il brano originale inciso e il titolo nella copertina. Purtroppo il mio, comprato dopo, ha la versione modificata.

È un album che amo molto. Di gusto retrò, "nuoce dannatamente" alla psiche di chi lo ascolta. È coinvolgente,elegante, disarmante, ironico, divertente, capace di farti ridere e riflettere mentre lo ascolti, 10 pezzi assurdamente brillanti e generosi.Con un modo di scrivere testi assolutamente innovativo e una musica che si mette in circolo e non ti molla più. Ha quel sapore amarcord che ti fa ragionare su te stesso e gli altri. Quelli che l'autore sembra osservare da lontano mentre li descrive in punta di swing. Perdete un po' di tempo e ascoltate i pezzi della track list. Canzoni come Mettimi giù, Cimici e bromuro e Mercy bocù, sono capolavori. Anche le altre. Ma poi dite che divento ossessiva😆


Sergio Caputo è uno dei migliori cantautori e musicisti swing-jazz che abbiamo in ITALIA. Conosciuto e stimato in tutto il mondo. Ha suonato con i più grandi artisti, da Dizzie Gillespie a Tony Scott. Ha vissuto negli Stati Uniti per molti anni pubblicando album di tale peso specifico da essere inseriti nella lista dei 50 album di genere più ascoltati in radio nella classifica R&B. Ha vinto l'award di smoot jazz nel 2005. Un vero patrimonio culturale per noi. Continua il suo percorso musicale jazz, con passione e innovazione. Se posso darvi un consiglio, non perdete i suoi meravigliosi concerti nel club italiani. Ne vale davvero la pena. 





UN SABATO ITALIANO - 1983

LATO 1

BIMBA SE SAPESSI
IO E RINO
METTIMI GIÙ
E LE BIONDE SONO TINTE
CIMICI E BROMURO

LATO 2
UN SABATO ITALIANO
MERCY BOCÙ
WEEK END
NIGHT
SPICCHIO DI LUNA










PS: vi lascio uno dei suoi ultimi pezzi. Che non si sia mai fermato è un dato di fatto, come quello che è e resta un GRANDE.

28 dicembre 2018

AMOZ OZ: CHI TRADISCE E' CAPACE DI CAMBIARE IL MONDO.






In questi giorni di apparente calma, molte sono state le notizie terribili giunte dal mondo e dall'Italia. Ero decisa a continuare il mio periodo di breve vacanza forte dell'abbraccio dei miei familiari. Quasi a non volere riprendere contatto con la frenesia e la drammaticità della vita quotidiana che spinge sempre e che volevo tenere in un angolo, dimenticata.
Ma la notizia che mi ha raggiunto in questo pomeriggio assolato tra una lettura breve e un vecchio film da guardare alla tele, è qualcosa che mi "costringe" a battere sui tasti del computer. Perchè a lui devo tanto.

Gli devo la comprensione del compromesso grazie a Contro il fanatismo inteso come l'unico modo per riuscire a superare la rabbia di guerre ataviche che non consentono perdono, cercando di andare incontro all'altro. Che è l'unica risposta.

Il senso dell'amore raggiunto attraverso le pagine di Michael Mio per avere la capacità di ricordare chi ho amato anche quando non ci sarà più.

Il rispetto per il tradimento con Giuda quale coraggio necessario per potere cambiare il mondo.
Il mio, il nostro.

Era un autore immenso. In una fredda giornata di novembre ebbi la fortuna di guardarlo negli occhi e stringergli la mano. La dolcezza dello sguardo mi colpì come la sua voce bassa e la sua cortesia. Seppi solo dirgli che amavo molto le sue parole e lo ringraziavo per la coerenza che mi aveva insegnato. Mi sorrise e disse che lui era fortunato ad avere lettori come me e tutti noi che lo avevamo ascoltato mentre parlava di pace  nella bellissima sinagoga milanese. No, siamo stati noi quelli fortunati. A coltivare la speranza grazie a lui. Che cercheremo di preservare e tenere al riparo dalla vigliaccheria, dalla rabbia e dalla violenza di uomini che pare vogliano trascinare ogni cosa nel fango. Ma non ci riusciranno.

Addio Amos Mio.

25 maggio 2018

PHILIP ROTH E LO SVEDESE




"Questa è la vita come la si vede dal di fuori. Al meglio delle sue capacità, lo Svedese la vive come la viveva una volta. Ma ora è accompagnata da una vita interiore, un'orribile vita interiore di ossessioni tiranniche, tendenze soffocate, aspettative superstiziose, fantasie spaventevoli, conversazioni chimeriche, domande senza risposta. Notte dopo notte, insonnia e autolesionismo. Una solitudine immensa. Un rimorso incancellabile, anche per quel bacio quando Merry aveva undici anni e lui ne aveva trentasei  e loro due, nei costumi bagnati, stavano andando a casa in macchina dalla spiaggia di Deal. Che la causa fosse quella? C'era per forza una causa? E se non ci fosse stata nessuna causa?
Baciami  come b-b-baci mummmummamma.

E, nella vita di tutti i giorni, nient'altro da fare che continuare rispettabilmente ad avere l'enorme pretesa di essere se stesso, con tutta l'onta di essere, invece, solo la maschera di uomo ideale".
(PASTORALE AMERICANA)


Ci sono libri e autori che ti cambiano la vita. Ad un certo punto compaiono e non ti lasciano più.
Ci sono libri e autori "folli" che ti chiedi come sia possibile ti piacciano così tanto anche se  sono simpatici come la merda, eh.
Ci sono libri e autori che ti massacrano dentro, ti invitano e ti premono. Ruggiscono.

Ci sono libri e autori che stai a rimpiangere ogni volta leggi qualcosa della quale ti penti subito, alla prima riga e ti dici che è colpa tua, che sei una persona difficile.
Ma il palato si affina  con il cibo buono e allora diventi ingordo e stai sempre lì a chiedere di più a diventare incontentabile.
Tutti gli anni  ridacchiavo ironica alla consegna dei Nobel. Dicevo che lo davano a cani e porci  (come tanti menestrelli inutili e arroganti) ma lui no. Stava troppo sul cazzo ai parrucconi senza arte ne parte che decidevano con boria inconsulta ogni volta.
Poi quest'anno l'hanno dovuto cancellare per sopraggiunto scandalo sessuale.

E lui?
Li saluta. 
Fottetevi tutti.
Ce lo vedo al piano di sopra a prenderli per il culo.
Io sono Philip Roth e voi siete niente.
Amen.

(ps: questa volta la gentilezza e la cortesia le ho mandate in vacanza mentre scrivevo il post)

15 novembre 2017

BOOKCITY MILANO 2017.







Ritorna come di consueto l'appuntamento annuale con Bookcity Milano.

La manifestazione dedicata al libro si svolgerà da domani 16 novembre fino a domenica 19.

Ci saranno più di 200 spazi della città dedicati ai vari eventi e appuntamenti immancabili di incontro e confronto con autori, editori, giornalisti e soprattutto LETTORI.

Io salterò da un luogo all'altro nel limite del possibile, confidando nel bel tempo (nonostante sia previsto un freddo intenso) e sperando in begli incontri.
Di parole, pagine e anime.

Vi lascio in evidenza qualche appuntamento e, naturalmente, il link al sito con il PROGRAMMA.


INCONTRI DEL 16 NOVEMBRE

"La violenza maschile contro le donne tra il Novecento e nuovo secolo."
Università degli studi Bicocca Milano - Edificio U6. Ore 10.00.

"Ah sì Pessoa e Saramago!" Leggere e pensare la Letteratura Portoghese.
Università degli Studi di Milano, Piazza Sant'Alessandro. Ore 16.00.

Andrea Vitali presenta il libro "Bello, elegante e con la fede al dito".

Mondadori Bookstore, Via Pergolesi 6, Ore 17,00.

INCONTRI DEL 17 NOVEMBRE

"Parole in Centrale." Messaggio Voce per BookCity2017.
Selezioni di brani tratti da romanzi famosi da ascoltare seduti comodamente in poltrona.
Dalle 10,00 alle 19.00 tutti i giorni in Stazione Centrale a Milano.

"Diavoli Custodi". Con Erri De Luca e Alessandro Mendini.

La Triennale Milano -  sala d'onore -  Via Alemanna 6. Ore 18,00

"Rocco Schiavone è in città." Con Antonio Manzini, Alberto Manzoni e Adriana Malli.

Libraccio Bovisa, Via Candiani 102. Ore 18,30.

INCONTRI DEL 18 NOVEMBRE

Il boom delle graphic novel: incontro con vari autori e illustratori.
Base Milano -  Spazio C -  Via Bergognone 34. Ore 10,30.

Il Commissario Ricciardi: dai romanzi ai fumetti. Con Maurizio De Giovanni, Luca rovi, Federica Fracassi e Michele Masiero.
Teatro Franco Parenti - sala grande - Via Pier Lombardo 14. Ore 14.00.

Come eravamo e come possiamo essere. Incontro con Luca Bianchini e Antonio Dikele Distefano.

Teatro Dal Verme - sala Piccola - Via San Giovanni sul muro 2. Ore 16,00.

INCONTRI DEL 19 NOVEMBRE

L'arte e il delitto. Incontro con Marco Malvaldi.
Castello Sforzesco - Sala Viscontea - Piazza Castello 1. Ore 11.00

Il caso Malaussène. Mi hanno mentito. Con Daniel Pennac, Massimiliano Barbini e Pako Loffredo.
Piccolo Teatro Strehler - Largo Greppi 1. Ore 15,30.

Un giorno queste passioni ti saranno utili. Con Peter Cameron e Matteo B. Bianchi.
Mudec Museo delle Culture - Auditorium. Via Tortona 56. Ore 16,30.