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Un neonato è stato lasciato davanti la Chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere di Poggiofranco a Bari.
Il parroco, Antonio Ruccia, aveva fatto installare, sei anni fa, una culla termica proprio per permettere a genitori in difficoltà, di non abbandonare i piccoli ma di affidarli alle istituzioni attraverso la comunità ecclesiastica.
E così, Luigi, questo è il nome del bimbo, è stato lasciato accompagnato da un biglietto scritto dai genitori: mamma e papà ti ameranno per sempre.
Il bambino ora è ricoverato al Policlinico di Bari nel reparto neonatologia e le sue condizioni sono buone.
Non conosco la storia del quartiere barese, ma suppongo sia un quartiere a rischio, almeno dal punto di vista economico-sociale se il suo parroco ha ritenuto necessario creare questa opportunità, che fa tornare alla memoria la famosa "Ruota degli esposti" ubicata nei pressi degli ospedali o dei conventi fino a un secolo fa, in cui venivano lasciati i bambini abbandonati da donne in evidente difficoltà.
Mi ricordo di averne vista più di una a Roma e Milano.
Lungi da me fare dietrologia, ma in Italia la legge consente l'anonimato alle donne partorienti, che possono lasciare i bimbi in ospedale e affidarli tranquillamente senza doverli riconoscere. Per cui mi chiedo a che pro dover ricorrere ancora a questo strumento che onestamente pensavo desueto.
Al di là di augurare ogni bene a Luigi, sperando si possa trovare presto una famiglia pronta ad accoglierlo, vi chiedo cosa ne pensate.
Cosa spinge nel 2021 una donna o, come in questo caso, due genitori, a lasciare il proprio bimbo appena nato sul sagrato di una chiesa invece che farlo nascere in ospedale dove il parto è certamente più sicuro dal punto di vista igienico sanitario e dove possono affidarlo senza problemi alle cure di chi potrà occuparsi del bambino nel modo migliore?
Davvero si tratta solo di ignoranza, siamo ancora a questo punto? O ancora più grave, il disagio sociale e la paura che non sia possibile, in un momento di crisi economico sociale come quella attuale, far fronte alle esigenze di un bimbo appena nato?
Fonti: Corriere della Sera
Guardando al Tg 1 delle 20 proprio un servizio sul piccolo Luigi, io e mio marito ci siamo fatti la stessa identica tua domanda.
RispondiEliminaPurtroppo non credo si tratti solo di ignoranza. Credo che sia più la paura di non potercela fare a far crescere dignitosamente un bambino in questa crisi che stiamo attraversando. Certamente è qualcosa che dà da pensare.
Di buono c'è che questi genitori non abbiano fatto come altri degenerati che gettano i neonati nei cassonetti della spazzatura... cosa che pure accade ancora oggi ed è di una mostruosità irraccontabile.
In ogni caso, che il futuro sorrida a questa piccola creatura, che trovi al più presto chi lo ami e lo accudisca come è nel suo pieno diritto.
Notte Mari, un bacio.
..e di piccole creature fatte sparire senza che nessuno ne sappia nulla, è pieno questo mondo, immagino..
Elimina@Maris cara, io sono rimasta addolorata dalla notizia, come tutte le volte che sento o leggo di bimbi abbandonati, o come dice sotto Franco, di bimbi scomparsi.
EliminaE il mio post nasce dalla ricerca di un confronto con tutti voi per cercare di comprendere meglio la disperazione che attanaglia un genitore fino al punto di essere costretto ad abbandonare il proprio figlio. Solo mi chiedo cosa possa far decidere ad un passo del genere quando invece, in Italia, ci sono molti altri percorsi più sicuri che si possono percorrere.
Anche chi abbandona un figlio in un cassonetto è disperato, ma lì l'ignoranza assoluta la fa da padrone.
Ti abbraccio e buona giornata.
La vergogna, la stupidità, l'ignoranza.
RispondiEliminaGenerare un bimbo per poi abbandonarlo è già follia. Stupirci del dove e del come, diventa davvero accessorio in confronto all'atto in se.
Hai ragione Franco, ma io non mi sto stupendo, sto cercando di ragione sul perché si opti ancora sull'abbandono in strada, non ho visto nei genitori di Luigi follia, ma decisione. E allora perché non affidarlo alle cure dei medici?
Elimina*di ragionare...
EliminaCiao Mariella. Non me la sento di giudicare quella mamma e quel papà. Posso solo dire che almeno non hanno gettato via il loro bimbo come fosse spazzatura. Credo invece che dietro quel gesto ci sia una sofferenza infinita e oltre un abbraccio a quel piccolo do' anche un abbraccio virtuale a quelle due persone. Forza piccolo Luigi, troverai senz'altro una famiglia che ti amerà. Ti lascio con un sorriso Mariella.
RispondiEliminaNo Vivì, io nel post non ho affatto chiesto un giudizio, anzi ho specificatamente scritto di non fare dietrologia, sto cercando un confronto con voi su questa vicenda per arrivare al cuore della discussione, i motivi possono essere tanti. E senza arrivare a toccare le altre tragedie che riguardano migliaia di bambini, come quelli che vivono nelle case famiglia perché i genitori non possono o non vogliono occuparsene. Come te ritengo che un passo del genere abbia alle spalle sicuramente un grande dolore visto la decisione presa. E mi spiace che nel terzo millennio non ci sia uno stato forte in grado di occuparsi dei genitori prima ancora dei bambini.
EliminaUn abbraccio e buona giornata.
Non sono nella facoltà di giudicare quei genitori, purtroppo esiste un disagio sociale in questo Paese, speriamo che il piccolo Luigi trovi una famiglia.
RispondiEliminaSereno giorno.
Come dicevo sopra a Vivì, nessuno vi ha chiesto di giudicare, ci mancherebbe. Io cercavo un confronto proprio sulle cause che possono far arrivare ad un decisione così amara.
EliminaLo spero anche io che Luigi trovi una famiglia che possa accoglierlo con amore.
Cara Mariella, queste notizie, fanno male al nostro cuore, purtroppo succedono e anche spesso.
RispondiEliminaCiao e buona giornata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Hai scritto la cosa più giusta, sono notizie che fanno male. Speriamo che il bimbo trovi amore.
EliminaUn abbraccio e buona giornata.
A prescindere dalle motivazioni di questa decisione, certo è che forse l'averlo lasciato sul sagrato della Chiesa invece che partorendo in ospedale in totale anonimato, può trovare, o meglio, potrebbe trovare spiegazione nell'ignoranza dei due genitori rispetto alle norme, ossia potrebbe scaturire dal non conoscere questa possibilità o ancora dal non fidarsi delle istituzioni per le più svariate ragioni. Se, poi, vogliamo provare a capire perché non si tiene un figlio, (non solo abbandonandolo in questo modo, ma anche facendolo poi adottare e partorendo in forma anonima in ospedale) le ragioni possono essere tante: la giovane età della madre o della coppia, le ristrettezze economiche, il non sentirsi pronti ad essere genitori. Unica considerazione: in tali casi usare un preservativo, o una delle tante altre soluzioni possibili per non rimanere incinta, potrebbe evitare anche di dover poi prendere una decisione così drammatica e difficile. Ma mi rendo conto che in Italia, ancora oggi, parlare di queste cose è tabù.
RispondiEliminaPS: Scusa per il commento cancellato.
Anche io ho pensato, per prima cosa, che i genitori non fossero a conoscenza delle altre possibilità. Poi sulle ragioni di un abbandono, possiamo immaginare diversi fattori. Magari la madre è giovanissima e non in grado né lei né la sua famiglia di occuparsi del bimbo.
EliminaNon ho avuto però questa impressione leggendo i vari articoli sull'episodio. Mi è parsa una soluzione ragionata, visto come si sono svolti i fatti. Magari ha inciso molto la paura di non farcela. Chissà forse sono solo un paio di ragazzi giovani e spauriti.
Eh il preservativo: un tabù a tutti gli effetti.
Il quartiere Poggiofranco di Bari è ricco di palazzi, ville, zone a verde... Ma è anche uno dei quartieri col minore rispetto della raccolta differenziata della città... E non è sicuramente un quartiere dove uno studente può permettersi una stanza in affitto...
RispondiEliminaDetto questo, l'importante è che Luigi non sia stato abortito.
Ho provato a chiedere notizie a mio marito del quartiere in questione ma si ricordava poco.
EliminaAll'origine era un quartiere popolare, in mano alla malavita. Poi sul finire degli anni '60 è stato totalmente rinnovato.
Chissà cosa è passato nella testa dei genitori, come dicevo sopra a Daniele, forse sono solo soli e impauriti.
Che poi non è mica detto che i genitori siano di quel quartiere...
EliminaHo pensato subito a due giovanissimi,che si sono trovati con un bimbo in arrivo e magari d'accordo con le famiglie , per evitare un aborto, hanno optato per un parto in casa e poi l'abbandono. Sai molte famiglie , soprattutto borghesi , ci tengono molto alle apparenze. Diverso il caso di un'amica di mia figlia, promessi sposi e figli di famiglie note di Como, hanno costretto lei ad abortire, anche se l'anno successivo si sono sposati. Hanno poi avuto due figli e poi hanno divorziato . Il primo figlio ora avrebbe 23 anni., ma le apparenze le hanno salvate, anche se penso che molti, come me, l'abbiano saputo.
RispondiEliminaCri
Già le apparenze. Non mi meraviglierei e avrei molto da dire sull'ipocrisia delle borghesi e cattoliche famiglie italiane.
EliminaChe tristezza questa storia! In nome delle apparenze sono accadute e accadono le peggio cose.
EliminaVero. Male comune "le apparenze" a nord come al sud.
EliminaNonostante viviamo nel III millenio l'ignoranza, la paura è la vergogna esistono ancora e questi sono i tristi risultati.
RispondiEliminaCiao fulvio
Anche gli abili manipolatori delle menti fragili, in grado di spaventare e di plagiare le persone.
EliminaSolo pregare. Benedetto Luigi!
RispondiEliminaCiao Francesco, speriamo tutti che il piccolo Luigi possa trovare una famiglia che gli doni tanto amore. Quello che merita.
EliminaNon so cosa spinga una coppia ad abbandonare la propria creatura, essendoci ai nostri giorni la possibilità di partorire in ospedale e restare anonimi. Vero è che c è stato un minimo di premura, non solo perché la gravidanza è stata portata a termine, ma anche per le condizioni dell'abbandono.
RispondiEliminaLungi da me condannare o cercare attenuanti.
Ma alla fine ciò che mi interessa è che il piccolo stia bene e trovi due genitori che lo amino.
Un abbraccio Mariella.
Chi condanna senza appello una situazione del genere è persona indegna. Nessuno ha il diritto di giudicare e condannare le azioni altrui. Non è il compito degli esseri umani. Qui stiamo cercando di capire cosa possa avere spinto la coppia di genitori (che io suppongo giovani ed inesperti) a prendere una decisione così grave, fermo restando che in ogni caso hanno scelto la vita. Inesperienza, ignoranza legata alla paura di non farcela, malattie, condizioni economiche critiche. Continuo a pensare che la possibilità di rivolgersi agli ospedali sia la scelta migliore, per la mamma e per il bambino. Che sta bene e da notizie dell'ultima ora ha dalla sua anche il Comune di Bari che si sta dando da fare in maniera celere per trovare una famiglia pronta ad accoglierlo.
EliminaTi abbraccio anche io e grazie.
Desueto o no, è un bene che i genitori (quando purtroppo non si può far altrimenti) facciano in questo modo che in altri ben peggiori..
RispondiEliminaSicuramente Pietro, però lasciare il bimbo in ospedale sarebbe stato più sicuro per lui.
EliminaPoi sta bene per fortuna e soprattutto lo hanno sicuramente amato a partire dal fatto che hanno deciso di farlo nascere.
Mi ritrovo nel commento di Pietro.
RispondiEliminaSecondo post che leggo stamani sull’argomento.
Penso che alla base di abbandonare un bambino nel modo che han fatto quei genitori ci sia ignoranza...quindi c’è poco da argomentare.
Trovo molto peggio che persone “acculturare” scelgano l’opzione cassonetto per disfarsi del prodotto del concepimento ( come lo chiamava il mio professore di anatomia 😀)..qua invece ci sarebbe da argomentare molto sulla cattiveria dell’essere umano.
Ciao
Ignoranza, paura, forse sono troppo giovani, non hanno i mezzi per occuparsene. Sicuramente lo hanno amato visto la decisione di farlo nascere. E come dici tu, l'opzione del cassonetto è da condannare senza appello. Anche se li, penso che chi decida di fare una cosa del genere sia spinto da un momento di follia. Quando non si ragiona è un attimo...
EliminaA proposito di questo post. È di due giorni fa, avrai avuto altro da fare che passare da me a commentare;)
In rete, personalmente e per una mia questione etica, sto bene attenta a non parlare delle stesse cose di altri, a meno che non si tratti di commemorare qualcuno che non c'è più. Poi, sempre meglio essere copiati che copiare eh:-)
io non riesco ad immaginare una cosa del genere, così come non riesco a giudicare queste persone che immagino vivano già nel dolore.
RispondiEliminaVeramente una questione complicata per tutte le persone coinvolte e sopratutto per il bimbo.
EliminaAl di là di ogni giudizio il parto in casa non l'ho mai concepito, lo giudico troppo rischioso.
RispondiEliminaIo sono nata in casa, ma erano altri tempi;)
EliminaIo ti batto, sono nata in taxi! :))
Eliminaeh, ma questa storia va raccontata!
EliminaUna vicina di casa di mia zia ha partorito in casa a 15 anni, i genitori dicono che non si erano accorti dello stato di gravidanza.
RispondiEliminaInconcepibile.
Vabbè, ne sentiamo spesso di queste giustificazioni. Per me non è possibile...
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