15 novembre 2020

I VINILI DELLA DOMENICA: LETTER TO YOU - BRUCE SPRINGSTEEN

 



È un buon album il nuovo di Bruce Springsteen. Non il migliore.  Il ventesimo, registrato a casa sua, nel New Jersey,  con il solo supporto della mitica E Street Band, più incisiva e dirompente che mai. Fatto e finito in soli cinque giorni. 12 canzoni di cui 9 inedite e 3 composte per il suo album di debutto Greetings from Asbury Park N.Y del 1973. Il boss non si discute soprattutto quando torna al rock classico come in questo caso. Potrà non piacere, essere considerato un limite ma è così, prendere o lasciare. Tornato alle origini, forse fin troppo visto che l'inserimento dei tre brani anni '70 fa percepire tutti i limiti di cui sopra. Ma tant'è, non sarebbe lui. Del resto ha appena finito di sperimentare nuovi suoni con il precedente Western Stars, novità piaciuta sia a fan di lungo corso che a chi era rimasto fermo a The River e poi lo aveva abbandonato ritenendolo sempre uguale. Più risalto alle parole, meno concentrato sulla musica, ma qui fa da padrona la Band. Da ascoltare in loop, pensando ad un viaggio fatto per riabbracciare noi stessi, cercando di non prendere troppo sul serio il Bruce in versione "messia".


Ho deciso di raccontarlo canzone dopo canzone, provando ad evidenziare le note positive e anche quel che, al contrario, mi ha lasciato perplessa. 

SIDE A



One minute you'e here. Prima canzone dell'album, fa capire chiaramente di che pasta sarà fatto tutto il lavoro. Intimista e nostalgica, sul filo dei ricordi e dedicata agli amici che non ci sono più (Clarence Clemons e Danny Federici in primis). "Un minuto sei qui, un minuto dopo te ne sei andato."  Fin troppo, quasi si preparasse ad un addio. E non scherziamo va!



Letter to you. Bellissima. L'ho amata subito. La sua personale dedica alla vita, che pur con tutte le sue difficoltà, bisogna sempre cogliere e fare nostra, mentre continuiamo a camminare. Sound classico che più classico non si può. Una canzone che ti fa innamorare. "Tutto quello che ho scoperto essere vero, l'ho spedito nella mia lettera per te." 



Burnin'train. Si torna nuovamente sull'onda nostalgica dei ricordi che sono come il treno in fiamme di cui ci parla nel brano. Non so come interpretarlo col suo  suono forte e ripetitivo e le parole  perfette per un inno da chiesa anglicana. "Sul tuo letto di spine ti ho portato doni splendenti." Vedete voi.



Janey needs a shooter. La prima delle tre canzoni non inedite, composta nel 1972.  La versione video è del 1978, una chicca che ho beccato su you tube. Stupenda.  Janey, mi ha fatto pensare a Strawberry fields forever, nata solo cinque anni prima.  Il filo che lega le due canzoni è tutto nello stesso tentativo di protezione nei confronti di una ragazza che ha molte persone che le girano attorno ma, come dice Bruce, "Janey ha bisogno di qualcuno che la protegga ora." Tra le più belle dell'album.



SIDE B


Last man standing. Qui si torna agli anni '70. Gli inizi, i gilet in pelle di serpente, i tacchi cubani, quando eravamo giovani e forti."Sono l'ultimo uomo in piedi." E dai... Che facciamo, lettere e testamento?



The power of prayer. Altra  ballata  in puro stile Boss. Unico e inimitabile. "Dicono che l'amore va e viene, ma tesoro, cosa ne sanno, sto raggiungendo il paradiso, arriveremo lì." Ecco. L'amore secondo Bruce. Incorniciato dal sassofono di Jake Clemons, nipote di cotanto zio.


House of a thousand guitar. A volte il troppo storpia. Eccessiva, ridondante, retorica. duemila parole e un unico accordo. No. Mille chitarre sono troppe.


Rainmaker.  L'unica canzone politica. Non ce lo si aspetta da lui. Ma è così. L'unica zampata. Chissà chi è l'uomo della pioggia? Provate ad indovinare. " A volte le persone hanno bisogno di credere in qualcosa di così brutto, così brutto, così brutto."  Amen.




SIDE C



If i was the priest. Qui ci risiamo con l'apologia del pastore da saloon. La seconda canzone non inedita nata tra il 1970 e il 1971. Però bella, molto bella. Mistica, surreale, un po' datata ma bella. Un delicato gioiello.      "Se Gesù fosse uno sceriffo e io il prete." Che mi è piaciuta ve l'ho già detto?




Ghost. Canzone dedicata ai fantasmi del passato. Ad un altro amico che non c'è più, George Theiss, fondatore dei Castiles, chitarrista di grande talento che non riuscì mai a sfondare. Anche qui, la ballata sorprende per la forza musicale e la portata del ricordo. "Sono vivo e sto tornando a casa." Ti aspettiamo Bruce. La tua casa è il palco.




Song for orphans. Terza e ultima canzone non inedita datata 1971. Non ho capito se stavo ascoltando Bruce o Dylan. Nel secondo caso, ci ho perso fin troppo tempo. Non ha bisogno del menestrello, non ha bisogno di altri che di se stesso. Ma capisco che stiamo parlando dei suoi inizi e a qualcuno doveva pur far riferimento. "Ebbene i figli cercano i padri, ma i padri se ne sono andati via tutti." Meno male che ha cambiato strada.




I'll see you in my dreams. Ultima canzone dell'album. Malinconica quel che basta per ricordarci che la festa è finita e gli amici vanno via. " Ti vedrò nei miei sogni, ci rivedremo in un'altra terra." Ma anche prima Bruce.Sorridi, prendi la chitarra, dono di un tuo fan italiano e torna a Surrient'  sta casa aspett' 'a te.





E ora a voi. Commenti, critiche, tutto concesso. Ditemi pure. Vi ascolto. Ma ascoltate prima lui.





14 commenti:

  1. Ciao Mariella...devo dire che i tuoi gusti musicale si avvicinano molto ai miei, anche se e forse mi ripeto, i miei miti erano i Beatles e il mitico e nostrano Battisti. Però sono contenta di essere passata dal tuo blog, avevo quasi dimenticato alcuni di questi brani e ne è valsa la pena riascoltarli. Ciao Mariella. Buon pomeriggio.

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    1. Ciao Vivì, mi ricordo bene della tua passione per i Beatles così vicina alla mia e quella per Battisti. Mi fa piacere tu sia passata ad ascoltare le canzoni di Bruce. Spero sia stata una piacevole compagnia domenicale.
      Un abbraccio e buona serata.

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  2. Non le ho ascoltate tutte, ma Burning train... è davvero bella, sa di rock americano classico, di quel sound che va bene sempre.
    Non antichissimo ma neppure attuale. Proprio classico.
    Mi colpiscono certe tematiche... sì, molto intime e umane... quasi davvero come se volesse lasciare tutto di sé.
    Letter to you altra che suona classica, ce la ritroveremo in qualche spot di whisky.

    Moz-

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    1. L'album è quanto di più classico non si può. In pieno stile Springsteen. Alcune canzoni sono davvero belle altre meno. Burnin' train è molto trascinante e coinvolgente. Mi fa piacere ti sia piaciuta.
      A me ha dato l'impressione volesse tirare un po' le somme sulla sua vita. Ho fatto i dovuti scongiuri ahahahah
      Ce la vedo Letter to you in un bello spot da whisky doppio malto;)

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  3. Per me il Boss può tranquillamente vivere di rendita senza regalarci altre “perle”.
    No dai ...non l’ho ascoltato ...neanche canzoni le sue canzoni mi son mai rimaste particolarmente impresse nella memoria.
    Forse Street of Philadelphia e Dancing in the dark.
    Stop.
    Ciao

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    1. Beh, hai citato un paio di canzoni niente male, una da Oscar.
      Si lo so, è troppo rock per te, lo stile sempre uguale ahahahah
      Sai che Street of Philadelphia ho finito quasi per odiarla perché la misero sul pullman tutto il tempo che visitammo la città, quando andammo, nel 2018? Non ce la facevo più ;)

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  4. Ho ascoltato la prima per intero e un potpourri di parole delle altre. Ascoltata una canzone, le hai ascoltate tutte, per quanto riguarda la musica, a mio parere, ma i testi sono molto belli , incisivi e aggressivi.
    Cri

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    1. Come dicevo a Max, lo stile è molto classico puro rock americano, puro Bruce oserei dire. Per cui, ci sta che può sembrare sempre uguale. Ma le parole no, hai colto perfettamente. Sono stupende. Ci si è dedicato di getto e con passione;)

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  5. il Boss più invecchia più è bello.
    sto ascoltando la prima che hai messo, è LUI.
    Se tutto l'album è "intimistico e nostalgico" come questo brano, fa per me, che sono intimista e nostalgica.

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  6. Le sonorità sono tipiche del Boss, niente da dire, per i fans un tranquillo viaggio tra armonie di casa.. non sarà un caso che proprio l'anomalo e insistito riff di House of a thousand guitar, mi abbia acchiappato molto e a te abbia fatto l'effetto di uno strappo da più docili sentieri.. ;)

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    1. Ma non è per nulla anomalo, anzi, talmente uguale a cose già fin troppo sentite da stufare😉

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  7. Io l'ho sentito on line, e mi è piaciuto sia per i testi che musicalmente. Non so giudicare a che livello sia rispetto ai suoi lavori passati ma io le sonorità stile Nebraska le amo moltissimo, tanto quelle più rudi e decise.

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    1. Un buon livello rispetto al passato. Le sonorità sono indubbiamente simili a quelle di Nebraska, la poesia delle parole è molto vicina a Human Touch.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)