24 aprile 2022

[L'INCIPIT DELLA DOMENICA] L'Isola di Arturo di Elsa Morante

 



Re e stella del cielo.


Uno dei miei primi vanti era stato il mio nome. Avevo presto imparato (fu lui, mi sembra, il primo ad informarmene) che Arturo è una stella: la luce più rapida e radiosa della figura di Boote, nel cielo boreale! E che inoltre questo nome fu portato pure da un re dell'antichità, comandante a una schiera di fedeli: i quali erano tutti eroi, come il loro re stesso, e dal loro re trattati alla pari, come fratelli.

Purtroppo, come venni poi a sapere che questo celebre Arturo re di Bretagna non era storia certa, soltanto leggenda; e dunque, lo lasciai da parte per altri re più storici (secondo me, le leggende erano cose puerili). Ma un altro motivo, tuttavia, bastava lo stesso a dare, per me, un valore araldico al nome Arturo: e cioè a destinarmi questo nome (pur ignorandone, credo, i simboli titolati), era stata, così seppi, mia madre. La quale, in se stessa, non era altro che una femminella analfabeta; ma più che una sovrana, per me.

Di lei, in realtà, io ho sempre saputo poco, quasi niente: giacché essa è morta, all'età di nemmeno diciotto anni, nel momento stesso che io, suo primogenito nascevo. E la sola immagine sua ch'io abbia mai conosciuta è stata un suo ritratto su cartolina. Figurina stinta, mediocre, e quasi larvale; ma adorazione fantastica di tutta la mia fanciullezza.

(Elsa Morante - L'Isola di Arturo - 1957) 



Un libro di formazione con il quale Elsa Morante vinse il Premio Strega nel 1957. Un romanzo che ho apprezzato in maturità, con una seconda lettura che mi fece appassionare al mondo di  Arturo Gerace e al suo amore per Procida con il giusto passo, cosa che non mi era riuscita a vent'anni. Ed è  capitato diverse volte nella mia  vita da lettrice accanita, di rileggere un romanzo o dei racconti che ad una prima lettura non mi avevano entusiasmato per poi farmi "rapire" dalle parole la seconda volta.  Non sono però molti i lettori che riprendono in mano libri già letti, alcuni evitano, altri pensano che sia inutile perdita di tempo. A voi invece, è  mai successo? E quali sono i romanzi che avete "riscoperto" innamorandovene?



12 commenti:

  1. Non credo di avere un libro che non abbia riletto. Però ci sono quelli che leggo per sbaglio e che butto via per evitare che a qualcuno possa capitare lo stesso. I libri "difficili" vanno riletti ma a volte si ha la sensazione che un libro abbia detto tutto alla prima lettura. Per alcuni stranieri vado a caccia della traduzione migliore, e non sempre la caccia finisce. Alcuni libri posso sempre ricominciarli con entusiasmo.

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    1. Io ne ho parecchi da rileggere. Ma i miei preferiti li rileggo sempre con grande piacere. E mi capita di scoprire brani che non ricordavo o a cui non avevo prestato la giusta attenzione. Sulle traduzioni hai perfettamente ragione a me succede con le poesie in lingua.
      Ho un paio di libri "feticcio" che vivono in pianta stabile sul mio comodino, ogni tanto apro un capitolo a caso e lo rileggo, con grande entusiasmo, come dici tu.
      Ma perché i libri non hanno lo stesso fascino per tutti?

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    2. Le poesie devo cercarle in lingua originale (inglese francese e spagnolo). Leggo libri tecnici nelle prime due lingue ma i romanzi solo in inglese, a volte. Credo che l'amore per i libri e l'abitudine a leggere si possa paragonare all'ascolto della musica. A una certa età si viene "colpiti", ma non capita a tutti. Forse c'entra anche la scuola.

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    3. L'inglese resta la mia lingua preferita. Anche perché è l'unica che conosco abbastanza da potermi lanciare in una versione originale. Ad esempio mi è capitato con Jane Austen e Sylvia Plath. Non avevo mai pensato a fare un paragone tra l'amore della lettura e la musica. Riflettendoci e pensando a me, sono d'accordo. Sull'influenza della scuola non so dirti. Non è stato il mio caso e quello di parecchi che conosco. Il liceo mi ha segnato ma leggo dall'età di cinque anni e mezzo ed è una vera e propria passione assoluta.

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  2. Amo Procida, e la Morante può solo intensificare la passione..

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  3. Che vergogna, non l'ho letto!

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  4. Lo sto leggendo e mi sta piacendo tanto. Lo stile della Morante mi attrae come una calamita. Mi tuffo nelle sue pagine.
    Io purtroppo sono una lettrice che non rilegge i libri che non le sono piaciuti 🙁.. Però c’è un libro che ho riletto che alla prima lettura non mi aveva particolarmente entusiasmato, Marcovaldo di Italo Calvino. Devo dire che la seconda lettura, fatta diversi anni dopo, è stata completamente diversa, l’ho apprezzato davvero tanto. Per certi libri ci vuole la maturità e un po’ di esperienza. Ciao Mariella.

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    1. Ma io non rileggo i libri che non mi sono piaciuti. Rileggo quelli dei quali sono certa mi sia sfuggito qualcosa o che, con il passare del tempo, mi sono accorta sia giusto dare loro una seconda possibilità. Solitamente non li termino nemmeno i libri che non mi piacciono. Non perdo tempo, sono diventata selettiva. Praticamente quello che ti è successo con Marcovaldo di Calvino (libro meraviglioso). Sono assolutamente d'accordo sui romanzi che hanno bisogno della giusta maturità per essere apprezzati e compresi. Ciao Caterina, sempre un gran piacere leggerti💛

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  5. Io la Morante non solo l'ho letta ma l'adoro. E' una delle mie scrittrici italiane preferite.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)