27 marzo 2021

[SABATO DI POESIA] CANTO DEL MATTINO DI SYLVIA PLATH



L’amore ti ha messo in moto come un grosso orologio d’oro.
La levatrice ti ha schiaffeggiato sotto i piedi
e il tuo nudo grido ha preso il suo posto fra gli elementi.
Le nostre voci echeggiano, esaltando il tuo arrivo. Nuova statua.
In un museo pieno di correnti, la tua nudità è ombra sulla nostra sicurezza.
Ti stiamo intorno vacui in viso come pareti.
Non sono tua madre più di quanto lo sia la nuvola
che distilla uno specchio per riflettere
la propria lenta cancellazione per mano del vento.
Per tutta la notte il tuo respiro di falena
tremola fra le piatte rose rosa. Veglio per ascoltare:
un mare lontano si muove nel mio orecchio.
Un grido, e scendo dal letto incespicando, pesante come una mucca
e floreale nella mia camicia da notte vittoriana.
La tua bocca si apre pulita come quella di un gatto.
Il riquadro della finestra s’imbianca e inghiotte le sue opache stelle.
E ora tu provi la tua manciata di note;
le vocali chiare salgono come palloncini.

19.02.1961, Sylvia Plath - ARIEL


Note biografiche sull'autore

Sylvia Plath nasce a Boston nel 1932 e morirà a Londra nel 1963. Ha scritto poesie, un romanzo autobiografico, vari racconti e un dramma teatrale. Fin da giovane dovette convivere con un disturbo depressivo che l'accompagnerà sempre. La sua poesia è definita del genere "confessionale" (ovvero che si basa su eventi personali di solito negativi)  e con il suo vissuto non deve essere stato difficile. La poesia di oggi è emblematica.  Rappresenta tutto il suo dolore, il suo buio. Comunemente è interpretata con una visione del tutto astratta di sé. L'alter ego è simbolo di purezza e  divinità. E veleggia in alto guardando l'altra donna che arranca e fatica, giorno dopo giorno, senza riuscire a venire fuori dai suoi tormenti. Il suo incespicare, il suo non arrivare alle stelle  al di là della finestra, rappresentano tutto l'orrore che ha nei confronti della realtà. Quello stesso orrore che la porterà alla morte. Io però vedo qualcosa di diverso, come se lei ci mostrasse il cammino degli esseri umani dalla nascita alla morte. Un cammino fatto di dolore, di specchi nei quali non ci ritroviamo, di mari che vorremmo raggiungere. E nel tentativo di arrivare cadiamo, restiamo nel nostro recinto guardando attraverso la finestra una notte tiepida e spenta. Certo è una visione disperata della vita, motivata dalla sua depressione e dalla sua tristezza. Ma quanti di noi pur non così persi, a volte, si ritrovano ad osservare il mondo da una finestra imbiancata?


25 commenti:

  1. Bellissima!
    " Non sono tua madre più di quanto lo sia la nuvola
    che distilla uno specchio per riflettere
    la propria lenta cancellazione
    per mano del vento".

    Contiene parole frasi suggestive e chiare "Non sono tua madre più di quanto lo sia la nuvola".....

    Mi ha colpito moltissimo, usa le parole come se disegnasse, ha dipinto una storia.
    Credo sia per il figlio, la sua nascita, aveva solo un anno quando lei si è uccisa (che parrebbe una richiesta d'aiuto finita male). Suo figlio seguirà la stessa sorte, malato anche lui di depressione. Una storia triste la sua, non conosco molto le sue poesie ma questa mi ha davvero colpito.
    Buon sabato Mari 🌻

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    1. D'istinto, la prima volta che lessi la poesia di oggi, pensai a suo figlio. Col tempo le ho dato il significato più ampio di cui parlo nelle note di oggi. Comunque sia, la tua e la mia interpretazione sono essenzialmente diverse da quella della ragione comune che tutti i critici hanno voluto. Una visione più umana e materna. Che ci piace molto di più, non credi? Lory cara, buon sabato a te💙

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    2. Si, la nostra prima lettura e anche dagli altri commenti vedo la stessa interpretazione è quella di parole dedicate a un figlio, è lampante nelle sue frasi.
      In effetti sapendo che lei di figli ne aveva due, ho controllato. Questa è dedicata alla figlia, il bambino non era ancora nato. Troverai questa e altre bellissime poesie per i figli nel sito: librinellamente.wordpress.
      com.

      Mi hai favorevolmente colpita e avvicinata di più a lei, che nonostante tutto non scrive in maniera criptica, ma le sue frasi, le sue parole sono argentine. La percepisco. Scrisse altre cose ho letto, anche più allegre e piene di vita rispetto all'ultimo periodo della sua vita, cercherò altro.
      Grazie, sai quanto resto colpita dalla realtà tradotta in musica, poesia, parole che ti arrivano perché forse un po' ti appartengono. 💙

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    3. Si, aveva due figli, che adorava. Ma essere madre non è stato abbastanza. Di tutto quel dolore insuperabile credo abbia colpa anche suo marito. Vero, le sue parole squillano come campanelle. Se hai modo leggi Ariel. Io ce l'ho in lingua originale, è stato faticoso ma mi sono avvicinata a lei, cercando di cogliere le sfumature nella sua lingua.
      Un abbraccio.

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  2. Commovente. Mi fa pensare a una madre che parla a suo figlio appena nato. Lo ama e lo compiange.

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    1. Vero, perfino struggente nel suo tentativo di spiegare la vita partendo dal suo malessere. Chiunque sia il destinatario. Buon sabato, Cesare💛

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  3. Sylvia Plath, che ha avuto in dono la Poesia e la Disperazione sapeva parlare, sussurrare e gridare, ad ognuna e ognuno di noi. Non esiste un verso suo che mi lasci indifferente, è come se mi avesse conosciuto...
    Grazie Mariella di questa condivisione, che mi fa bene, e male, all'anima.

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    1. Assolutamente si, la amo profondamente. "Non esiste un verso suo che mi lascia indifferente" mi ci ritrovo, è così. Grazie a te Orlando, davvero. Siamo in equilibrio, sul filo delle esperienze di vita💙

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  4. Io l'ho letta come un'ode alla speranza, alla nuova vita che avanza comunque, di pari passo forse alla stanchezza e alla depressione, quelle vocali che salgono come palloncini sono una forza irrefrenabile, l'acuto cui guardare col residuo di speranza.. tra poesia e preghiera quasi..

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    1. Chissà, è molto bella anche la tua interpretazione e forse io mi faccio fuorviare dalla tragica evoluzione della vita di Sylvia.
      Poesia e preghiera, perché no...

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  5. Amo la Plath la sua disperazione ed al contempo la sua forza di riversare dentro i suoi versi il suo dolore, le note dolenti della sua sofferenza ed il richiamo al buio che la sua anima conteneva e che la porterà al suicidio.

    "L'ULTIMO PALLONCINO"

    Sono sveglia
    Notte fonda
    O forse mattina presto
    Essendo le 4.30

    Non voglio che il mio ultimo gesto
    Sia ritenuto sconsiderato al punto
    Da far credere che non abbia pensato ai miei figli.

    Apro il forno
    Spalanco le finestre della camera dei miei bimbi
    Preparo la colazione per loro
    La mia famiglia
    E poi finalmente mi dedico a me.

    Testa nel forno
    Ci vuole pazienza
    Ma io ne ho
    Conosco il mio premio finale

    Vorrei vivere ancora
    Ma la sofferenza
    La disperazione
    Sono note strazianti
    Che lacerano il mio corpo
    Ed i miei versi
    Come palloncini destinati a volare in cielo
    Senza più tornare.

    E la mia mano scorre
    Lungo questo foglio bianco:
    Ancora un ultimo verso
    Un ultimo palloncino
    Prima dell'oblio

    E finalmente sarò perfetta
    Sarò orizzontale.

    DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

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    1. Daniele, la tua poesia è tragica ed emozionante. Hai fotografato perfettamente gli ultimi istanti di vita di Sylvia Plath.
      Quanto dolore e disperazione ci mise nel prepararsi a morire. Sì lei voleva essere orizzontale.
      Grazie di cuore, versi eccezionali.

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  6. Si sente tutto il suo dolore mentre accoglie la nuova vita appena nata, forse preoccupata per la percezione che lei ha del mondo, di certo consapevole che i nostri figli non sono "nostri". La bellezza della bocca pulita, le note che salgono, eppure triste triste.
    Non la conoscevo, grazie.
    Buon fine settimana

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    1. Ciao Gabriella, confermi che sia una dedica ai figli. Certo associata ad una visione amara della vita, spenta come le finestre. Grazie di essere passata, un abbraccio e buon fine settimana a te💛

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  7. Una bellissima poesia, uno sguardo sofferto sulla propria negativa esistenza.
    Ciao fulvio

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    1. Ha dedicato la sua vita a sfuggire alla sua pena. E non ci è riuscita.
      Buona serata.

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  8. Anch'io l'ho letta come una nascita. Nascita che porta in sé anche la paura di futuri di non essere genitori abbastanza capaci

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    1. È un'interpretazione che condivido. Penso che la paura di non essere dei "bravi" genitori sia comune. Lei non è mai riuscita a superarla.
      Buona serata.

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  9. Ho adorato Silvia Plath negli anni verdi della mia gioventù!

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    1. Gli anni della gioventù? Ma che sei, Matusalemme?

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  10. Beh! Non sono più giovane da un pezzo!

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    1. Io sono una felice ultratrentenne da vent'anni;)

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  11. Trovo in questi versi un senso di predestinazione e rassegnazione . Un senso di tristezza infinita.

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    1. La tristezza era palpabile in ogni scritto di Plath. L'amo anche per questo.
      Ciao Fabio, grazie per essere passato.

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Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)