Mi piacerebbe di me dimenticarmi,
e camminare, e respirare per te,
essere come i ragazzi che quando li prende il sole
si lasciano seminare dove lui vuole,
e mai ritrovarsi, e non piú capire di me stesso,
ma essere gioioso dell’aria che mi attira
là dove la vita si pensa vivere.
Me piasaríss de mí desmentegâss,
e camenà, e respirà per tí,
vèss cume i fjö che quand je branca el sû
se làssen sumenà due el vör lü,
e mai truâss, e pü capí de mí,
ma vèss giuius de l’aria che me tira
due che la vita la se pensa vîv.
(Franco Loi da “Lünn”, Firenze, Il Ponte, 1982)
Note biografiche e riflessioni
Francesco Carlo Mario Loi nasce a Genova nel 1930 e muore a Milano nel 2021. È stato poeta, scrittore e saggista italiano. È definito Il poeta del dialetto milanese, il motivo per cui ho inserito la versione "lombarda" della poesia. Suoi temi dominanti all'inizio, sono la guerra e la morte, retaggio del suo passato da partigiano. Ma col tempo, nelle sue poesie così evocative dominate dal ritmo e dal suono, che forse è il motivo per cui la sua produzione sarà, per la maggior parte dialettale, si comincia ad intuire la speranza, la visione di un futuro migliore. Lui diceva che il dialetto era la voce giusta per il suo pensiero. Questi ultimi si muovono liberi tra le rime, quasi inconsapevoli delle sensazioni che scatenano in chi le legge. E cadendo morbidi e fluidi grazie ai fonosimbolismi di cui fa largo uso, planano dolcemente come aria pura, raccontandoci la bellezza del mondo.
È una poesia stupenda, un inno alla vita e al lasciarsi vivere.
RispondiEliminaA me ha regalato gioia💛😘
EliminaMi ci ritrovo in questa fluida e leggiadra poesia. Quasi davvero mi dimentico di me e di quello che mi circonda. Mi è piaciuto l’uso del dialetto, così fluido ed elegante che al primo impatto non avevo capito fosse un dialetto. Non perché un dialetto non possa essere elegante, voglio chiarire, è solo che ho trovato questi versi elevati, non caratterizzati dai toni gergali che caratterizzano tutti i dialetti, che comunque io adoro in quanto simboli delle nostre origini e della nostra cultura.Buona giornata, Mariella. Un abbraccio.
RispondiEliminaDovremmo riappropriarci dei nostri dialetti o come diceva Eduardo De Filippo, la nostra lingua. Perché ĺi sono le nostre radici, che purtroppo stiamo dimenticando. Lui era genovese eppure sentiva più consono alla sua poetica il dialetto milanese. Buona settimana e grazie.
EliminaBellissima questa poesia!Grazie per avermi fatto conoscere questo autore.
RispondiEliminaGrazie a te Olga per avere apprezzato.
EliminaNon so se mi piacerebbe una gioia incosciente, forse leggera e spensierata sì, ma vorrei rendermene conto, prenderne nota, raffrontarla coi tanti nulla che la precedono e la seguono; gioioso sì, ma cosciente del cosa mi perderei altrimenti.
RispondiEliminaNon ti facevo così pratico! Invece io sarei felice di una gioia che mi sorprende😉
EliminaBravo. Coraggioso l'uso del dialetto per temi siffatti.
RispondiEliminaSono d'accordo. Mi è piaciuto molto anche se ho dovuto rileggere più volte. Ma colpa mia, il dialetto milanese mi è ancora un po' estraneo.
EliminaA proposito, che significa Lünn? Si può tradurre?
EliminaUn commento sparito: chiedevo, che significa Lunn?
EliminaQuesta la so, vuol dire Luna!
EliminaGrazie!
EliminaVersi apparentemente leggeri ma che si dirigono in profondità, molto in profondità, lasciarsi andare per giungere finalmente all'essenza della vita.
RispondiEliminaGrazie Mariella, buona giornata.
Liberi di farsi trascinare dalle emozioni. Una sensazione bellissima che ha saputo cogliere in pieno e attraverso i suo Verdi farla giungere a noi.Un abbraccio e buona giornata a te.
EliminaBella !! Vivi la vita ..con leggerezza ed un po di incoscienza ..tanta incoscienza..questo dovremmo fare ..leggerezza ..lasciar andare le zavorre..
RispondiEliminaSerena settimana 💖
Come è bello pensare che sarebbe possibile se solo ci lasciassimo un po' andare😘
EliminaTu sei una continua fonte di "memoria" sorprendente. Dovresti pubblicare qualcosa dei quaderni del nonno. Saranno sicuramente ricchi di particolari e di storia. Amo il dialetto in generale e soprattutto il mio, anche se non lo pratico è un peccato. Ti abbraccio😘
RispondiEliminaCiao,grazie di questa meravigliosa poesia e di avermi fatto conoscere questo autore. Complimenti di cuore per il blog. Un abbraccio.
RispondiEliminaCiao Grazia, benvenuta da me. Mi fa piacere se ti ho fatto scoprire un poeta che non conoscevi, è uno dei propositi di questa rubrica fissa del sabato. Un abbraccio e spero di ritrovarti ancora tra le mie pagine!
EliminaMa che bella , e pure in dialetto milanese !!! Bisognerebbe vivere così, con leggerezza, io non ne sono capace, purtroppo!!! Ciao e buona giornata.
RispondiEliminaVero, siamo così preoccupati a risolvere le nostre preoccupazioni che non prestiamo attenzione alla bellezza che ci circonda e che ci consentirebbe di vivere in maniera più leggera. Ciao e buona serata.
EliminaHo trovato il tuo commento da me nello spam. Rimesso al suo osto. Ciao
RispondiEliminaGrazie! Buona giornata🌷
EliminaPosto
RispondiEliminaAmo molto la poesia dialettale, ovviamente non conoscendo a fondo il dialetto milanese ho potuto apprezzare solo a metà, mi piacerebbe sapere se in giro se ne trova una versione in video, così per poter apprezzare meglio la musicalità dei versi.
RispondiEliminaCiao!
Come potrebbe non piacerti il dialetto. La lingua nobile, il nostro dna. Ti faccio sapere se c'è un video. Provo a cercarlo.
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