05 febbraio 2022

[SABATO DI POESIA] Piazza Grande di Lucio Dalla




Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è

Sulle panchine in Piazza Grande

Ma quando ho fame di mercanti come me qui non ce n'è
Dormo sull'erba e ho molti amici intorno a me

Gli innamorati in Piazza Grande

Dei loro guai, dei loro amori tutto so, sbagliati e no
A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io
A modo mio avrei bisogno di sognare anch'io
Una famiglia vera e propria non ce l'ho

E la mia casa è Piazza Grande
A chi mi crede prendo amore e amore do, quanto ne ho
Con me di donne generose non ce n'è

Rubo l'amore in Piazza Grande
E meno male che briganti come me qui non ce n'è
A modo mio avrei bisogno di carezze anch'io
Avrei bisogno di pregare Dio
Ma la mia vita non la cambierò mai, mai
A modo mio quel che sono l'ho voluto io
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho
Sotto le stelle in Piazza Grande
E se la vita non ha sogni io li ho e te li do
E se non ci sarà più gente come me

Voglio morire in Piazza Grande
Tra i gatti che non han padrone come me attorno a me

(Lucio Dalla-Ron-Balduzzi-Bardotti 1972)








Note Biografiche

Lucio Dalla nasce a Bologna nel 1943 e muore a Montreax nel 2012. Cantautore, compositore, musicista jazz, polistrumentista e attore. È davvero arduo parlare di lui cercando di abbracciare tutto il suo mondo. Unico per me, irraggiungibile. Gli dedico questa pagina in occasione del Festival di Sanremo  che lo vide più volte protagonista. Con questa canzone partecipò nel 1972 raggiungendo l'ottavo posto. 
Un gioiello tra testo e musica, un inno all'indipendenza, sul cui altare si può sacrificare ogni cosa. Anche l'amore di cui tutti abbiamo bisogno sia che nasciamo principi o barboni. E mi domando: davvero la libertà non ha prezzo e per lei è possibile rinunciare a tutto?


Ho aggiunto il video della canzone. Mia mancanza non averci pensato prima. Scusate.

24 commenti:

  1. Che sia arrivato ottavo al festival, la dice tutta su Sanremo. Per questo non lo seguo e aspetto i veri vincitori

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Allora, "occhio e orecchio" su Giovanni Truppi, Michele Bravi e naturalmente, Elisa❤

      Elimina
    2. Dalla, come Battisti, è un grande che resta.

      Elimina
  2. Bella bella bella! L'ho letta cantando! Che capolavoro vero?
    Ciao Mariella!😀

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Sara! Vero, anche io ho fatto lo stesso mentre scrivevo il post. Non si può non cantarla. Buon sabato cara🌻

      Elimina
  3. Ciao Mariella, testo e musica semplicemente immensi.
    Rispondendo al tuo quesito finale vorrei citare Battiato (vedi che i corsi serali servono?😉) con una frase de “La polvere del branco” «… ci crediamo liberi ma siamo prigionieri che remano su navi inesistenti …».
    Penso che la libertà, nel senso assoluto del termine non sia conciliabile con l’esistenza del corpo, solo lo spirito, libero del suo involucro materiale, può definirsi libero, in questa vita non lo saremo mai, se non apparentemente.
    Un abbraccio, buona giornata.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La libertà è un pensiero meraviglioso che ci accompagna sempre, ogni passo del nostro percorso. Ma come dici tu, è inconciliabile con la vita. Quest'ultima è il risultato di compromessi a cui, nolenti o volenti dobbiamo sottostare. Un abbraccio a te e grazie!
      Ps: che bello avere i due fratelli Roggeri in casa mia💛

      Elimina
  4. La libertà che bel pensiero , penso che ognuno abbia il diritto di cercarla fino alla fine !

    Bellissimo il testo del grande maestro Lucio Dalla.

    Un abbraccio cara Mariella ed un buon fine settimana.

    Rosy

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'importante è che faccia parte del nostro essere umani.
      Un abbraccio a te!

      Elimina
  5. Questa devo dirtela.
    C'è una sorta di leggenda urbana locale, dove vivo io (San Giovanni Rotondo), che vuole questa "Piazza Grande" non Piazza Maggiore a Bologna ma un luogo di quell'altra cittadina.
    C'è un motivo: il vero papà di Dalla è sepolto proprio a San Giovanni Rotondo (tale Francesco Morcaldi), un fatto indimostrabile ma abbastanza risaputo in zona.
    Invece è nei ricordi di tutti che Lucio frequentasse questa cittadina, il convento di Padre Pio e il Gargano (Manfredonia e le Tremiti, dove aveva appunto la casa).
    Mistero.

    Canzone stupenda, ovviamente.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ma non sapevo nulla di questa storia, chi lo avrebbe mai detto. Molti nel tempo hanno cercato di attribuire un luogo preciso alla piazza della canzone ma lo stesso Dalla diceva che in realtà era un luogo ipotetico che rappresentava un po' tutte le piazze del mondo😉

      Elimina
  6. Lucio Dalla è immenso, tra i più grandi esponenti della musica d’autore italiana. Uno dei miei cantautori preferiti. Davvero un piacere ascoltare questa bella canzone di cui non ci stanca mai. Un abbraccio, Mariella. Buon sabato.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo rimpiangeremo per sempre. Troppo grande, troppo. Un abbraccio a te. Buon sabato🌻

      Elimina
  7. Em espírito somos livres... sonhamos, rimos, trepamos ao Pico do Mundo...
    Na vida real, temos apenas momentos em que esquecemos tudo e podemos ser nós...
    Obrigada pela partilha.
    Obrigada por visitar o meu blog.
    Espero que volte....
    Beijos e abraços
    Marta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Marta, benvenuta da me.
      Concordo, tra quel che desideriamo e quel che facciamo spesso c'è un intero mondo.
      Grazie di essere passata sul mio blog, tornerò da te.
      Buona domenica.

      Elimina
  8. Un capolavoro, non certo l'unico del grandissimo Dalla!

    RispondiElimina
  9. Una canzone poesia del grande Lucio, i grandi si chiamano Lucio (vedi Battisti) sarà causale mah forse,ciao Angelo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai ragione Angelo, i grandi si chiamano Lucio. Non sarà un caso.
      Un abbraccio a te.

      Elimina
  10. Un capolavoro. Bellissima canzone. Letta cantando. Ciao

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non si può non canticchiare, è impossibile.
      Un abbraccio a te.

      Elimina
  11. Lo sapevi che io, Spagnolo, ho imparato l'italiano per Lucio Dalla? Un pomeriggio dopo di arrivare a casa da un'escursione ho voluto cercare su youtube "canzión", un brano di Lucio Dalla che avevo ascoltato più di dieci anni prima. Impossibile! sempre diceva che "lui nel suo paese non ha autorizzazione per guardare questo video". Soltanto potevo farlo in italiano, "canzone".
    Alla fine ho rinunciato e... vabbene! in italiano, dai! e ho voluto sapere che diceva il testo e capivo un po' ma non capivo, ovviamente, tutto.
    Da quel giorno ho iniziato a studiare italiano nella mia casa...: una microlezione sul web, la coniugazione di un verbo (io amo tu ami lui ama...) e il primo paragrafo della prima notizia che venisse in portata sul "messaggero". Ogni giorno... Obbiettivo: potere leggere un libro con un aiuto minimo del dizionario, guardare un film senza i sottotitoli.
    Una settimana dopo... la prima notizia del messaggero era "addio a lucio dalla". E io mi ho detto: "Sì, adesso sì, di sicuro che voglio continuare".
    Ho perso il conto dei libri letti, qualche film l'ho visto, ascolto la radio in streaming, sono affascinato per un sacco di cose di quel che dico "il paese accanto al mio", ho visitato tanti posti d'Italia....
    Quando sono andato a Bologna ho voluto visitare piazza Cavour, che è la piazza in cui Dalla colloca la sua "piazza grande". C'era una persona che dormiva su una panchina... E sì, sono andato al cimitero monumentale a dire "Grazie, Lucio".

    podi-.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Accidenti, che storia. Quasi incredibile, è come se lui ti avesse guidato fino a casa sua. Bologna è meravigliosa si respira arte ad ogni passo. Se potessi tornare indietro, la sceglierei per la vita. Che bello tu sia stato anche al cimitero per ringraziarlo. Canzone è un'altra delle sue bellissime poesie. Grazie per avere raccontato qui da me un pezzetto della tua vita. E grazie Lucio💙

      Elimina

Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere.
(Emily Dickinson)