Sono la strega in cima al rogo
Una farfalla che imbraccia il fucile
Una regina senza trono
Una corona di arancio e di spine
Sono una fiamma tra le onde del mare
Sono una sposa sopra l’altare
Un grido nel silenzio che si perde nell’universo
Sono il coraggio che genera il mondo
Sono uno specchio che si è rotto
Sono l’amore, un canto, il corpo
Un vestito troppo corto
Una voglia un desiderio
Sono le quinte di un palcoscenico
Una città, un impero
Una metà sono l’intero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Ho vissuto in un diario, in un poema e poi in un campo
Ho amato in un bordello e mentito non sai quanto
Sono sincera sono bugiarda
Sono volubile, sono testarda
L’illusione che ti incanta
La risposta e la domanda
Sono la moda, l’amore e il vanto
Sono una madonna e il pianto
Sono stupore e meraviglia,
Sono negazione e orgasmo
Nascosta dietro a un velo
Profonda come un mistero
Sono la terra, sono il cielo
Valgo oro e meno di zero
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
E anche nel buio sono libera, orgogliosa e canto
Sono stata tua e di tutti di nessuno e di nessun altro
Con le scarpe e a piedi nudi
Nel deserto e anche nel fango
Una nessuna centomila
Madre figlia, luna nuova sorella, amica mia Io ti do la mia parola
Ahia ia ia ia ia iai
Ahia ia ia ia ia iai
Mi chiamano con tutti i nomi
Tutti quelli che mi hanno dato
Ma nel profondo sono libera, orgogliosa e canto
Mi chiamano con tutti i nomi
Con tutti quelli che mi hanno dato
E per sempre sarò libera, e orgogliosa canto
Scrivo perché mi scappa da scrivere...
16 novembre 2024
[SABATO DI POESIA] Inventario di Dorothy Parker
26 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Happy new year di Julio Cortázar
Guarda, non chiedo molto, solamente la tua mano, tenerla come una piccola rana che così dorme contenta.Io ho bisogno di questa porta che aprivi perché vi entrassi, nel tuo mondo, questo pezzetto di zucchero verde, di tonda allegria.Non mi presti la mano questa notte di fine d´anno, di civette rauche? Tu per ragioni tecniche non puoi.Allora io la tesso nell´aria, ordendo ogni dito,e la pesca setosa della palma e il dorso, questo paese d´alberi azzurri.così la prendo così la sostengo, come se da ciò dipendesse moltissimo del mondo,il succedersi delle stagioni,il canto dei galli, l´amore degli uomini.
(da Salvo il crepuscolo, 1984 – Traduzione di Gianni Toti)
Note biografiche e riflessioni
Julio Florentio Cortazar
Di origini argentine nasce in Belgio e vive la sua vita tra Argentina e Francia. Considerato tra i più grandi autori,poeti, drammaturghi e saggisti al mondo, è spesso definito lo scrittore del mistero e avvicinato ad Edgar Allan Poe. Celebre per avere scritto un romanzo formato da 155 capitoli che si possono leggere anche partendo da metà o dalla fine, io mi sono avvicinata alla sua poesia, che considera un rifugio, perché ne ha una visione simile alla mia. Potevo non amarlo?
19 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Rosa di Rita Dove
How she sat there,
the time right inside a place
so wrong it was ready.
That trim name with
its dream of a bench
to rest on. Her sensible coat.
Doing nothing was the doing.
The clean flame of her gaze
carved by a camera flash.
How she stood up
when they bent down to retrieve
her purse. That courtesy.
Traduzione:
Il modo in cui era seduta lì,
il momento giusto in un posto così sbagliato.
Quel nome curato che sogna una panchina su cui riposare. Il suo cappotto pratico.
Non bisognava fare nulla.
La fiamma pulita del suo sguardo scolpita dal flash di una macchina fotografica.
Come si è alzata quando si sono chinati per recuperare la sua borsa.
Che cortesia.
da: On the Bus with Rosa Parks (W W Norton & Co. Inc., 1999)
Note biografiche e riflessioni
RITA FRANCES DOVE
Poeta americano, seconda afroamericana a vincere il Premio Pulitzer per la poesia nel 1987, è una delle voci più rappresentative dell'era contemporanea. La sua lirica spazia e attraversa in un modo molto personale la storia e la letteratura. Partendo dalle sue radici, riesce a librarsi attraverso spazio e tempo raccontando la vita trasversalmente, facendo confluire nelle sue righe esistenza e sopravvivenza. I versi di oggi, raccontano in modo superbo un episodio simbolo della rinascita afroamericana, dal punto di vista di Rosa Sparks, avvicinandoci a lei con delicatezza e scoprendo tutta la forza nella sua pacatezza e determinazione.
12 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Errori di Antonia Pozzi
Fiocca la neve leggiadramente
sui cesti delle fioraie: imbianca
le giunchiglie e le viole,
le fresie magre, venute
dai paesi del sole.
A guardarle si pensa
dei tanti destini errati
che dolgono
per le vie della terra
ed un furore nostalgico serra
per le vie d’oro dell’anima
a cui neve non giunge.
Milano 2 marzo 1932
Note biografiche e riflessioni
Antonia Pozzi
Ritorna sul mio blog anche la poesia di Antonia Pozzi, che io amo profondamente. La trovo attuale e contemporanea. Ogni volta che leggo i suoi versi rivedo la donna, l'anima fiera e disillusa dalla vita. E tra i fiocchi di neve e i cestini di fiori, si intravede tutta la sua pena e il suo furore Convinta di avere sbagliato ogni cosa, colpita dolorosamente dai meschini tradimenti di chi consapevolmente la illuse. Come tutti noi ambiva all'amore e alla comprensione. Non ebbe questa gioia e il trovarsi sola, dispersa in un mondo che non comprendeva questo suo desiderio, la convinse a lasciarlo in una fragile giornata del 1938.
05 ottobre 2024
[SABATO DI POESIA] Paris di Charles Bukowski
mai,
nemmeno in tempi più tranquilli,
mi sono sognato
di attraversare in bicicletta
quella città
con indosso un berretto
e
Camus
mi ha sempre fatto incazzare.
(1987)
Note biografiche e riflessioni
Charles Bukowski
Continuo, anche questa settimana, a parlarvi di Parigi attraverso alcune poesie di grandi poeti. Oggi è la volta di Charles Bukowski, un poeta più volte celebrato nel mio spazio. Come di consueto, aggredisce con le sue parole. Feroce e vorace, come piace a me. Non condivido del tutto la sua opinione. Avverso alla versione romantica della città, di cui disprezza la visione bohémien, ce ne regala un'immagine vivida e brutale. Attraverso il disprezzo, lui in realtà sta criticando il mondo intellettuale dell'epoca, con il chiaro riferimento a Camus. Ma io, donna gentile, resto legata alla visione dolce e senzatempo di una città che si può benissimo attraversare in bicicletta con un bel cappellino in testa e un cestino pieno di fiori.
Buon sabato amici.
28 settembre 2024
[SABATO DI POESIA] Parigi di Gregory Corso
Spiriti d’angeli rannicchiati negli androni,
Poeti, vermi nei capelli, bellissimo Baudelaire,
Altaud, Rimbaud, Apollinaire,
Guardate la città notturna-
Portieri e informatori,
Montpanassiano affanno, mortuaria Notre Dame,
La vista della notte in cerchio, cupola di padre in figlio,
Hugo e Zola inumati insieme,
Mortale trappola arlecchina,
Senna genera minaccioso fango,
Eiffel guarda di sotto-vede l’Apocalittico formicolio,
Città non newyorcata,
Città di tedeschi morti e sepolti,
Casa di bambola di Mamma Guerra."
Note biografiche e riflessioni
GREGORY CORSO
Poeta nato e cresciuto a New York figlio di italiani, è ritenuto uno dei "grandi" della Beat Generation. Mia scoperta recente, ho trovato questa poesia in un libro acquistato a Parigi quest'estate, nella libreria più famosa del mondo Shakespeare & Co, che io adoro e dove non manco mai di fare un salto quando torno nella Ville Lumiere. Ha avuto trascorsi turbolenti, in gioventù entrava e usciva dalle galere americane. Ed è proprio lì, nei carceri minorili, che si è avvicinato alla poesia e alla letteratura, facendosi travolgere. Nella maturità, visse diversi anni a Parigi, nel quartiere latino e più tardi anche a Roma. Le sue ceneri, dopo la morte avvenuta nel 2001, sono tornate in Italia e lui riposa nel cimitero cattolico del Testaccio accanto alla tomba del suo amato Shelley. Insomma, una vita errabonda e sopra le righe, segnata da una poesia di ribellione, violenza ed ironia che sono il punto vitale della sua epica.
Di lui Fernanda Pivano diceva:" insolente al di là del sopportabile e strafottente nella più assoluta imprevedibilità qualunque cosa abbia detto o scritto ha sempre rivelato il dono di non dire mai una sciocchezza". (Wikipedia)
Mi ha stupito trovare in questi versi uno sguardo sulla città così diverso dal mio eppur condivisibile. E questa lontananza mi ha riempito il cuore. Perché Parigi è così, bella ed emozionante come una poesia che ci ruba l'anima ma allo stesso tempo gotica e quasi spettrale. Così è come vi pare.
08 agosto 2024
AGOSTO
Ciao a tutti, non vi ho dimenticato. Ma questi mesi sono stati molto complicati per me. Non ho avuto tanta voglia di scrivere, ho preferito dedicare il poco tempo che avevo a disposizione, alla famiglia e agli affetti più cari. Alle abitudini di vita. Spero per voi che tutto vada per il meglio. E spero di rileggervi a settembre. Un abbraccio e buona estate.
MARIELLA🌻
Ps: per qualche motivo che mi è ignoto, non riesco più a rispondere ai vostri commenti in alcun modo, neppure come anonimo. Per cui scusate il silenzio non voluto. Sappiate che vi leggo tutti!
08 giugno 2024
28 aprile 2024
[ARTE] Gli Impressionisti al Palazzo Reale di Milano: tra Cézanne, Renoir e De Nittis
Giuseppe De Nittis - Colazione in giardino - 1884 |
20 aprile 2024
IL MONOLOGO DI ANTONIO SCURATI: VIVA IL 25 APRILE, VIVA L'ITALIA ANTIFASCISTA
Antonio Scurati |
Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sottocasa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro.
Mussolini fu immediatamente informato. Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania.
In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944.
Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati.
Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia?
Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sé due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via.
Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023).
Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finché quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana.
Il testo integrale del monologo di Antonio Scurati che è stato censurato dalla RAI. Questa sera doveva partecipare al programma di Serena Bortone su Rai 3 ma il suo intervento è stato cancellato. Un altro duro colpo alla libertà di pensiero e alla nostra "malandata" democrazia.
17 febbraio 2024
[SABATO DI POESIA] Andar via di Charles Bukowski
Via oltre l'ultima porta,
passata la musica
passate le ballerine,
via oltre l'ultima balera,
passato l'ultimo Capodanno
e l'ultimo urrah!
passato il volo del colibrì,
passato l'ultimo bacio,
l'ultimo liscio e flusso,
l'ultimo nuovo giorno,
l'ultimo sonno della notte,
l'ultima arancia dolce,
l'ultima guerra,
passata l'ultima
ultima
parola.
(1977 - La canzone dei folli - poesie II)
11 febbraio 2024
[SANREMO] La triste storia del 74esimo festival di Sanremo
Questa è la storia triste dello spettacolo di varietà che amavo di più al mondo. Ma cinque Festival consecutivi hanno avuto l'effetto di ridimensionare l'autorevolezza e la credibilità del presentatore e direttore artistico più amato d'Italia che è cascato definitivamente su una penna d'oca e un paio di scarpe da ginnastica. Tra nani e ballerine, cococococonduttrici e varie, cantanti che presentano altri cantanti, Fantasanremo e punti, che confusione e balli del qua qua, si conclude l'ultimo giro di giostra del carrozzone di Amadeus e Fiorello.
La prima cosa bella (cit.) La vittoria di Angelina Mango. La ragazza è brava, tiene il palco da professionista navigata e ci regala una delle emozioni più forti nella serata cover, cantando suo padre Pino Mango. Forse non avrebbe meritato la vittoria che a mio parere era di Ghali, ma certamente il suo è un talento limpido e dovremo lasciarle il tempo di diventare "grande".
Sicuramente ricorderemo Teresa Mannino, talmente straordinaria da meritarsi un palcoscenico tutto per sé.
E Marco Mengoni, il re dei re. La stella cometa.
Giorgia, la sua voce meravigliosa e la classe indiscutibile.
La serata delle cover, quest'anno al suo momento più alto e allo stesso tempo al suo più basso a causa della vittoria immeritata di Geolier.
Ghali e il suo Italiano vero, scacco matto al potere. Mai un passo indietro, testa alta e animo fiero. #stopalgenocidio
Purtroppo vorremo dimenticare la sudditanza di Amadeus nei confronti di Fiorello, la pesantezza dei siparietti di cui siamo esausti. Travolta e la sua arroganza. I monologhi inutili sulla pelle delle donne che è una cosa seria e non va data in pasto a chi deve pubblicizzare una fiction. Ma siamo pronti a perdonare tutto ai due mattatori della serata finale che hanno comunque costruito un festival dei record negli ultimi cinque anni. In bocca al lupo a chi verrà dal prossimo perché sarà difficile superare i numeri di questo. E anche le polemiche.
E stato il Festival delle donne, sono davvero contenta🌟
10 febbraio 2024
[SABATO DI POESIA] Mariposa di F. Mannoia - Cheope - Di Francesco
27 gennaio 2024
[SABATO DI POESIA] Elegia mai scritta per gli ebrei di Cracovia di Adam Zagajewski
dal web |
Ma la più triste è la via Jozef, sottile come la luna nuova,
senza un solo albero, e tuttavia non priva di una sua bellezza,
bellezza oscura della provincia, degli addii, di un funerale muto;
qui la sera si raccolgono ombre da tutti i quartieri,
anche quelle portate in treno delle località limitrofe.
Giuseppe era prediletto da Dio, ma la sua via non conobbe mai fortuna.
nessun faraone la lodò, i suoi sogni erano malinconici, le estati magre.
Nella chiesa del Corpus Domini accendo un cero per i miei morti,
che abitano lontano da qui - non so neppure io dove
- e sento che quella fiammella rossa riscalda pure loro,
e i senzatetto intorno al fuoco, quando cade la prima neve.
Vago per i sentieri di Kazimierz e penso a chi non c'è.
So che i loro occhi sono come acqua, e non posso
vederli - nei loro, assenti, posso soltanto affogare.
Di sera sento dei passi - ma non vedo nessuno.
Interminabili, anche se non c'è nessuno, passi di donna
in scarpe ferrate, e poi l'incedere quasi tenero del boia.
Che cos'è? È LA NOSTRA MEMORIA NERA, sospesa sulla città,
quasi una cometa che si allontana piano dalla stratosfera.
(Adam Zagajewski - Poesie scelte - 2010 )
Note biografiche e riflessioni
Adam Zagajewski nasce a Leopoli, 21 giugno 1945, poeta e saggista polacco, risiede a Parigi dal 1981 al 2002. In seguito di trasferisce a Cracovia, dove insegna letteratura presso la University of Chicago. È noto soprattutto per il poema Try To Praise The Mutilated World, uscito a puntate sul periodico statunitense The New Yorker e divenuto celebre dopo gli attentati dell’11 settembre 2011, e per le sue pubblicazioni sul poeta connazionale, Czesław Miłosz Premio Nobel per la Letteratura nel 1980. Ha vinto il Neustadt International Prize for Literatur nel 2004; è il secondo polacco, proprio dopo l’amato Miłosz, a vincere il premio conferito dall’università statunitense. (da lombradelleparoleworldpress)
Ho scelto la poesia di Zagajeswski, che racconta lo spaesamento mai risolto dovuto alla consapevolezza del male, per il Giorno della Memoria. E lo faccio con un'amarezza che mai avrei pensato di provare. Così facile passare da vittime a carnefici. E ancora una volta dobbiamo constatare che la storia non ci insegna nulla. Se non a sbagliare nello stesso modo. Il poeta polacco dice che "dobbiamo essere vivi e vigili, perché in noi grida il futuro e quel balbettio ci rende umani". A guardare Israele oggi, non sembra così.
21 gennaio 2024
[BLOG E SOCIAL] l'odio scorre sul filo delle notizie
Nelle ultime settimane siamo stati investiti da diversi episodi social che hanno lucidamente messo in mostra quanto quel mondo si stia ammalando di odio. O forse, lo è già da parecchio tempo. Abbiamo visto con il caso Ferragni prima (tra pandori, uova di pasqua e opacità benefiche) e con l'evento più grave, il suicido della ristoratrice Giovanna Pedretti, quanto male possono fare i cosiddetti odiatori del web.
Per i blog non sono una novità, da anni, coperti da anonimato, hanno rotto gli argini dell'educazione e del rispetto, infangato e stolkerato molti di noi. Alcuni come me, hanno alla fine impedito a suddetti personaggi di commentare mettendo alcuni paletti. E penso sia la soluzione più adatta.
Sui social è diverso. Profili fake e non invadono le pagine IG, FB e X, appena hanno il sentore della debolezza di chi vogliono aggredire. Spesso si parte da una notizia riportata sui giornali e sul web senza essere stata prima verificata dai giornalisti che l'hanno data in pasto a tutti (il caso Pedretti) e poi,quando finalmente qualcuno si è posto le domande giuste e una casualità ha portato alla tragedia, questi ultimi scontano tutto l'odio devastante nato preferibilmente dall'invidia. Perché l'invidia anima i social. Chi passa le sue giornate a sbriciare i successi altrui (successi che a volte vengono enfatizzati ad hoc) aspetta solo una caduta per poter infierire e sfogare la sua rabbia.
Come fare a limitare tutto ciò? Sicuramente regolamentando, finalmente, il mondo social. E magari tenendo presente che tutta quella rabbia e quell'invidia in primis fa male più a loro. E certamente non placa il loro essere inadeguati e stupidi.
Come diceva Umberto Eco: I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli».
13 gennaio 2024
[SABATO DI POESIA] Tra le tue braccia di Alda Merini
C’è un posto nel mondo
dove il cuore batte forte,
dove rimani senza fiato,
per quanta emozione provi,
dove il tempo si ferma
e non hai più l’età;
quel posto è tra le tue braccia
in cui non invecchia il cuore,
mentre la mente non smette mai di sognare…
Da lì fuggir non potrò
poiché la fantasia d’incanto
risente il nostro calore e no…
non permetterò mai
ch’io possa rinunciar a chi
d’amor mi sa far volar.
Riflessioni:
Oggi ho scelto una tra le più belle poesie di Alda Merini da dedicare a mia mamma che compie gli anni. Tanti auguri mamma bella, luce, cuore e cura dei tuoi figli. Vicini e lontani torniamo sempre a te, ogni volta che occorre. E direi sempre perché sempre è il tempo in cui abbiamo bisogno di te. Ti abbraccio da qui e mi faccio piccola piccola come quando ero poco più di uno scricciolo tra le tue braccia.
Buon compleanno MAMMA
06 gennaio 2024
[SABATO DI POESIA] Quasi un epigramma di Salvatore Quasimodo
dal web |
Il contorsionista nel bar, melanconico
e zingaro, si alza di colpo
da un angolo e invita a un rapido
spettacolo. Si toglie la giacca
e nel maglione rosso curva la schiena
a rovescio e afferra come un cane
un fazzoletto sporco
con la bocca. Ripete per due volte
il ponte scamiciato e poi s’inchina
col suo piatto di plastica. Augura
con gli occhi di furetto
un bel colpo alla Sisal e scompare.
La civiltà dell’atomo è al suo vertice
SALVATORE QUASIMODO
(da La terra impareggiabile – Mondadori, 1958)
02 gennaio 2024
Il primo post del 2024
Dal web |
Ho aspettato la mezzanotte rilassata. Ho cucinato quello che mi andava di preparare e mangiato con calma, mentre la serata scorreva con dolcezza. Abbiamo stappato lo spumante allo scoccare della mezzanotte mentre fuori la città già da qualche minuto era come impazzita, tra luci e fuochi d'artificio. Come da bambina sono rimasta per un po' a guardare i giochi di luce dietro la porta finestra poi ho preso coraggio e sono uscita. Mi piacciono, sono sempre rimasta incantata dalla bravura e dalla fantasia di chi li prepara. Per la prima volta dopo molti anni ho ripreso alcuni tra i più belli e li ho girati ai miei familiari insieme agli auguri di buon anno. Chissà cosa ci porterà il 2024. Mi rendo conto che affrontare il futuro anno dopo anno è sempre più complicato. Ci vuole una bella dose di coraggio e consapevolezza. Come Forrest Gump "sono un po' stanchina" ma la vita pretende da noi sempre un grande impegno. Non so se sono pronta, spero di cavarmela.
Buon anno gente🌟