 |
Foto privata - vietata la riproduzione |
La soffice impronta che lascio sulla battigia so che scomparirà in breve tempo. Succederà quando il mare, con una nuova onda, cancellerà ogni segno del mio passaggio. Un evento naturale a cui siamo abituati, l'ineluttabilità della natura, la sua vita. C'è una spiegazione, ci saranno altre impronte, altre onde, in un rincorrersi infinito.
A poca distanza, tra quelle stesse onde, c'è una famiglia che gioca. Un papà che rincorre le sue due figlie, nuotano, si tuffano, ridono. Una luce calda li avvolge, è il primo pomeriggio di un'estate che sembra non finire mai. La costa toscana si butta a capofitto nel blu, sembra voglia abbracciare tutto, il mare e le persone. È uno dei ricordi più nitidi che ho.
Io me lo ricordo quando vidi quel papà per la prima volta. Aveva 15 anni, era già un gigante buono e sorridente. Un po' dinnoccolato, per nulla timido, carico di energia e positività. Una vera forza della natura, capace di trascinarti ovunque lui volesse, avrebbe convinto perfino le pietre a seguirlo lì dove decideva. Quella energia che lo rendeva unico e immenso, come quel mare che amava perdutamente. So riconoscere chi ama il mare come me, lo intravedo tra le ciglia, nei battiti del cuore, nello slancio all'accoglienza e alla fratellanza. Non è mai mancata, negli ultimi trent'anni in cui siamo stati vicini. Mi ha fatto da autista il giorno in cui mi sono sposata, a poco più di vent'anni. Poi avevamo fatto un patto, il giorno in cui ha sposato una delle persone che amo di più al mondo, mia sorella. L'avrebbe amata e protetta, si sarebbe preso cura di lei per sempre. "Altrimenti te la vedrai con me" gli dissi all'orecchio, il giorno del matrimonio. Quella promessa l'ha mantenuta, anche quando la vita lo ha messo di fronte a delle prove che mai dovrebbero accadere. Come tutti è caduto, si è risollevato, è andato avanti. Ha creato, assieme a lei, una famiglia generosa e unica. Amata moltissimo, sostenuta e protetta. La mia gioia era vederli organizzare la loro quotidianità di cui mi sono sempre sentita parte integrante. In ogni momento presente, un guerriero in uniforme.
Poi è calata la nebbia e in un mattino di dicembre che non ti aspetti, se ne è andato via senza salutare. Il mondo si è fermato, incredulo e triste. Gli orologi hanno smesso il ticchettìo, i cuori hanno sospeso i battiti. Le lacrime scorrono mute e inarrestabili, da giorni.
Proviamo a dare delle risposte, perché gli eventi, anche quelli più dolorosi e difficili, hanno una spiegazione. Quasi tutti, questo no, non ce l'ha. Forse la rabbia col tempo lascerà il posto alla rassegnazione, e il dolore diventerà malinconia. Forse. E torneremo a camminare sulla battigia, tenendoci per mano, ricordando le estati, i Natali, i compleanni, le risate e gli abbracci. Ma la tua impronta, amico, fratello, cognato mio, non scomparirà.
Nuota bene lassù, nel mare perfetto del paradiso. Ti voglio bene, ciao Carlo Francesco.
È passato un anno intero da quel giorno e tu sei presente nei nostri cuori. Oggi, domani, per sempre. Questo non cambierà mai. Stavolta te lo prometto io.